Giroud: "Il Milan nel mio destino. Maldini? Serviva uno come lui"
Le origini italiane, il mancato trasferimento all'Inter e il suo arrivo nella Milano rossonera, in un intervista rilasciata a L'Equipe, Olivier Giroud ripercorre il suo rapporto con l'Italia fino ad arrivare all'approdo al Milan, definito da lui stesso "la ciliegina sulla torta" della sua carriera.
E pure, l'Italia ha sempre occupato un posto speciale nella vita di Giroud, francese di nascita ma con origini italiane, precisamente venete e bergamasche visto che le due nonne erano proprio italiane.
Un rapporto speciale omaggiato proprio dal suo arrivo in rossonero e nel quale l'attaccante francese si immedesimò fin da piccola, e a proposito racconta come "A 20 anni mi sono fatto crescere i capelli perché volevo assomigliare a Cannavaro o a Nesta. E mio fratello mi regalò una maglia dell'Italia, quella molto aderente, di un azzurro magnifico. Nel 1994, visto che la Francia non era qualificata, tifavo per l'Italia al Mondiale, e piansi quando Baggio sbagliò il rigore in finale - sottolineando però come- nel 2006 ero al 100% tifoso della Francia''.
Un destino legato all'Italia quello di Giroud che già in passato era stato vicino all'Inter e che dopo l'avventura con il Chelsea in Premier League si è realizzato definitivamente "Dopo la Premier League non mi vedevo né in Spagna né in Germania e tornare in Francia non era la mia priorità. Il Milan -la sua squadra italiana preferita- è stata la ciliegina sulla torta. il Milan trasmetteva anche un certo stile all'italiana, con giocatori sempre ben pettinati, ben vestiti, rigorosi e professionali, come Maldini e Costacurta, senza dimenticare tutti gli altri giocatori d'eccezione”.
Soffermandosi sull'ambiente Milan, il numero 9 rossonero mette in risalto l'importanza di una figura all'interno della società, quella di Paolo Maldini "Mancava qualcuno che appartenesse al club. Maldini è molto presente, ogni giorno per seguire il lavoro di Pioli. Anche così si capisce l'importanza dell'istituzione: nulla è lasciato al caso. E nessuno può lamentarsi di non giocare perché magari è l'allenatore che non vuole, perché poi c'è il direttore tecnico che segue tutto. E per me è una cosa eccellente, mi spinge a dare il 100% anche in allenamento", non mancano poi i paragoni tra Pioli e Girard, tecnico del francese ai tempi del Montpellier, squadra con la quale ha vinto il suo unico campionato nel 2012.
Il francese ormai si è ambientato definitivamente in Italia "Qui ci sono ritmi più tranquilli rispetto a Londra o Parigi" , un aspetto che Giroud ama, perchè proprio come gli ricordava la sua nonna italiana "chi va piano va sano e lontano”.
Intanto dopo 10 anni dal suo primo ed unico scudetto Olivier "l'italiano" ha finalmente la possibilità di ripetersi, proprio qui, nel Paese che fa parte del suo destino da sempre.
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