Gianluca Vialli, un cuore diviso tra il blucerchiato e il bianconero

Netherlands v Italy - UEFA Nations League
Netherlands v Italy - UEFA Nations League / Claudio Villa/Getty Images
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Estate 1984. Il giovane talento della Cremonese, Gianluca Vialli, viene acquistato dalla Sampdoria. Ancora l'appena ventenne non sa che quella che sta iniziando è una lunga storia d'amore piena di gioie e qualche dolore.

Una storia d'amore che, tuttavia, non inizia nel migliore dei modi. Dopo quattro stagioni fra Serie C1 e Serie B, in cui si era messo in mostra, infatti, il giovane Vialli fatica a calarsi nella nuova realtà e nel massimo campionato. Per ben due anni, i primi, è protagonista di prestazioni altalenanti. L'allenatore della Samp, Eugenio Bersellini, lo prova sia da esterno di centrocampo, come a Cremona, sia da seconda punta, ma niente cambia. Vialli sembra il tipico giocatore a cui manca quel qualcosa per sbocciare definitivamente. Sembra.

AS Photo Archive
AS Photo Archive / Alessandro Sabattini/Getty Images

A sostituire Bersellini, arriva quello che si rivelerà un secondo padre per Vialli e per tutti gli altri giocatori di quella Sampdoria, Vujadin Boskov. E' proprio quest'ultimo a risolvere il dilemma. Vialli non è nè un esterno nè una seconda punta. No, è un bomber. Lo schiera lì e arretra l'altro giovane talento blucerchiato, Roberto Mancini. I due, amici per la pelle, formano una coppia splendida. Una delle migliori della storia della Serie A, tanto che vengono rinominati 'i gemelli del gol', riprendendo il vecchio soprannome dato a Pulici e Graziani negli anni '70.

Vialli cresce, si impone come uno dei migliori centravanti del campionato e vince. Porta a casa, infatti, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e, soprattutto, uno Scudetto, il primo e, sin qui, l'unico della storia del club. A Genova si sente a casa, i compagni sono per lui come fratelli ed è l'idolo dei tifosi. Non potrebbe sognare di meglio. O no?

Sì, perchè Vialli diventa sempre più ambizioso e la Samp con lui. Trascina i blucerchiati alla finale di Coppa dei Campioni contro il Barcellona. Le due squadre non si fanno male e arrivano ai supplementari. Proprio quando i rigori sembravano l'unico modo per assegnare il trofeo, Koeman piega le mani di Pagliuca con una punizione delle sue e spegne i sogni della Samp.

Juventus v Sampdoria - Serie A
Juventus v Sampdoria - Serie A / Etsuo Hara/Getty Images

Una sconfitta che mette in crisi la favola vissuta da Vialli alla Samp. La punta esce da Wembley a pezzi e si risveglia dal sogno. Non gli basta più tutto ciò che ha. Non gli basta l'amore dei tifosi, quello dei compagni. Non gli basta restare nella storia della Sampdoria. Lui vuole imprimere il suo nome nella storia del calcio. Vuole la Coppa dei Campioni. Decide, così, di lasciare la Samp e, dopo aver rifiutato i corteggiamenti negli anni precedenti, di cedere alle lusinghe delle grandi. Va alla Juventus che si svena per averlo.

Diventa il calciatore più pagato nella storia (40 miliardi di lire). Anche qui, però, il primo biennio è complicato. Vialli, infatti, si infortuna spesso, non torna in difesa come vorrebbe Trapattoni e, soprattutto, fatica ad ambientarsi. Torino non è Genova. Il giocherellone Gianluca non può più fare scherzi ai compagni. A Vinovo vige la disciplina. Inoltre Baggio, che lo aveva voluto in bianconero, non è Mancini. I due, potenzialmente una coppia devastante, non riescono a trovarsi come auspicato.

AS Photo Archive
AS Photo Archive / Alessandro Sabattini/Getty Images

Anche stavolta è l'arrivo di un nuovo allenatore a cambiare le carte in tavola, ovvero Marcello Lippi. L'emergente tecnico toscano fa di lui il pezzo fondamentale del suo scacchiere e lui risponde a suon di grandi prestazioni e imponendosi come leader dentro e fuori dal campo. Con la cessione di Baggio, infatti, Vialli diventa capitano e, assistito da Ravanelli e da un giovane Del Piero, conquista, al suo quarto anno in bianconero, la tanto agognata Champions League.

Tramutato in realtà il sogno, l'ex Samp fa le valigie e va a concludere la carriera all'estero, al Chelsea dove fa a tempo a diventare, anche lì, l'idolo dei tifosi. Il suo cuore, però, resta in Italia. Diviso a metà tra la sua Sampdoria, la squadra in cui è cresciuto, è diventato un campione e ha vissuto un sogno, e l'altrettanto sua Juventus, dove è riuscito ad alzare la Champions League da capitano.

Un cuore che ha mancato un battito quando ha sentito le parole: "Gianluca, devo comunicarLe che ha un tumore". Vialli, però, non è tipo da abbattersi. Ha lottato con il brutto malore come faceva sui campi da gioco con i difensori che cercavano di marcarlo e l'ha battuto come i portieri che tentavano, invano, di non farlo segnare. Ha avuto paura, certo, (chi non l'avrebbe?), ma l'ha sconfitta, potendo godersi, stasera, Juventus-Sampdoria, la sfida tra due pezzi del suo cuore.


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