Gerard Piqué, la fine di un'era
Gerard Piqué si ritira dal calcio giocato. L'annuncio è arrivato tramite i canali social del calciatore spagnolo, il quale ha comunicato che quella di sabato al Camp Nou contro l'Almeria sarà la sua ultima partita nello stadio blaugrana. Una decisione apparentemente frettolosa, accelerata dalla situazione che sta vivendo il Barça o meditata da tempo?
Il video dell'annuncio, come riporta Relevo, è stato registrato in settimana, e trasmette delle emozioni importanti. Ripercorre l'evoluzione di Gerard Piqué attraverso le sue parole, con sequenze di video relative soltanto al Piqué bambino. Come fosse un manifesto del Barcelonismo, quasi un video per attrarre piccoli tifosi a tifare blaugrana
"Culers, sono Gerard.
Da settimane, mesi tanta gente parla di me e finora non ho detto niente, adesso sono io che voglio parlare di me. Come molti di voi, sono del Barça da sempre. Sono nato in una famiglia appassionata di calcio, e molto ‘culé’. Quando ero piccolo io non volevo fare il calciatore, volevo essere un giocatore del Barça. Ultimamente ho pensato tanto a quel bambino, a cosa avrebbe pensato il piccolo Gerard se gli avessero detto che avrebbe realizzato tutti i suoi sogni. Che sarebbe arrivato nella prima squadra del Barça, che avrebbe vinto tutti i titoli possibili, che sarebbe stato campione d’Europa, e del Mondo, che sarebbe stato al lato dei migliori della storia, che sarebbe stato uno dei capitani e avrebbe conosciuto degli amici per sempre. Sono 25 anni da quando sono entrato al Barça. Me ne sono andato, e sono tornato. Il calcio mi ha dato tutto. Il Barça mi ha dato tutto. Voi, ‘culers’ mi avete dato tutto. E ora che i sogni di quel bambino sono stati realizzati vi dico che è arrivato il momento di chiudere il cerchio: ho sempre detto che dopo il Barça non ci sarebbe stata nessun’altra squadra, e così sarà. Questo sabato giocherà la mia ultima partita al Camp Nou. Poi diventerò un ‘culé’ in più, tiferò per la squadra, e trasmetterò l’amore per il Barça ai miei figli, così come la mia famiglia ha fatto con me. E ormai mi conoscete, prima o poi tornerò.
Ci vedremo al Camp Nou, forza Barça, sempre".
Esprimere il sentimento del Barcelonismo, Piqué l'ha fatto sul campo e fuori, per più di una decade. 14 anni consecutivi di Barcellona, di cui una decina ai massimi livelli. Il ciclo d'oro con la Spagna e diversi di rubino con i blaugrana. La capacità di difendere a tanti metri dalla porta, di leggere le azioni difensive e offensive quasi come un centrocampista di rottura. La personalità nell'impostazione e i duelli corpo a corpo con gli avversari. Piqué ha incarnato nel XXI secolo il difensore completo, moderno.
Poi l'età avanza, il calcio continua a evolversi e diventa sempre più veloci. Bisogna fare i conti con lo scorrere del tempo, in uno sport che spesso ha poca memoria.
25 anni fa entrava per la prima volta nel centro sportivo del Barcellona, a dieci anni. Non degne di menzione le brevi esperienze con Manchester United e Real Saragozza. A 35 (che a febbraio diventeranno 36) annuncia il ritiro, alla metà di una stagione che (causa Mondiale) forse sembra ancora nelle sue fasi inziali.
I motivi del ritiro
Non uno, ma tanti, che se uniti rendono comprensibile una scelta personale maturata con il tempo e forse cambiata negli ultimi mesi.
Il primo, come riporta la giornalista Natalia Torrente, potrebbe essere collegato alla nuova "Ley del Deporte" secondo la quale "nessun giocatore attivo può avere relazioni commerciali con una competizione alla quale partecipa". Questa legge però non avrebbe effetto retroattivo e dunque non potrebbe portare a nessuna ripercussione sullo scandalo Piqué-Rubiales in merito alla Supercoppa Spagnola.
Tornando invece di un paio d'anni indietro nel tempo, non è difficile rintracciare dichiarazioni sul tema ritiro da parte di Piqué. Agosto 2008, Barcellona - Bayern Monaco 2-8, Quarti di Finale di Champions League.
"Nessuno è imprescindibile. Sono il primo che si offre per andar via se arrivano nuovi giocatori per cambiare questa situazione. Abbiamo toccato il fondo."
- Gerard Piqué
Qualche mese dopo è arrivato il suo ex compagno di squadra Xavi e la situazione è leggermente cambiata, al punto da fargli twittare "Hemos Vuelto" dopo la grande vittoria blaugrana per 4-0 al Santiago Bernabeu.
Poi la campagna estiva ricca di Laporta, la richiesta di un abbassamento del salario proprio a Gerard Piqué e il suo ruolo nella squadra ridimensionato proprio da Xavi. Quinto centrale difensivo, dietro nelle gerarchie a Koundé, Araujo, Christensen ed Eric Garcia. I recenti fischi, sicuramente ingenerosi, di una parte del Camp Nou.
E le parole sulla situazione ritiro al giornalista Jordi Quixano un anno fa che tornano attuali: "Quando vedrò che non sarò più importante come sono sempre stato, andrò via [...] Quello che non accetterò è di ritirami essendo una riserva. Se sono solo gli ultimi tre mesi di una stagione, bene, però un anno interno in panchina? No, non mi appartiene".
Sempre stando a ciò che riporta Relevo, la decisione è stata comunicata al presidente Laporta nella giornata di giovedì 27 ottobre, quella successiva allo 0-3 in casa contro il Bayern che ha sancito l'eliminazione ufficiale del Barça dalla Champions League. Così Laporta a Barça TV: "La situazione del ritiro di Piqué era da tempo che veniva contemplata insieme e ultimamente queste riflessioni si erano intensificate. Abbiamo deciso di lasciare nelle mani di Gerard la soluzione finale. La rispettiamo e la condividiamo e voglio dire che sarà sempre un punto di riferimento del Barcelonismo".
Il Barça risparmia alleggerendo la massa salariale, Piqué anticipa il suo destino da terzo calciatore con più trofei nella storia club e un altro pezzo importante del puzzle dei blaugrana dei miracoli si stacca dal Camp Nou. Per ritornarci prima o poi, forse proprio al posto di Joan Laporta. Non è un segreto il sogno del difensore, già comunicato anni fa, di diventare Presidente del Barça. È una speranza, o forse un indizio, il suo sguardo a fine video verso il palco del Camp Nou e le parole "ormai mi conoscete, prima o poi tornerò".