Gennaro Gattuso, ringhio e vinco!

Gennaro Gattuso - I migliori numeri 8 del calcio
Gennaro Gattuso - I migliori numeri 8 del calcio / 90min
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Oggi vogliamo celebrare un numero 8 diverso rispetto a quelli finora descritti, elogiati ed esaltati: non il classico box-to-box, l'incursore o il finalizzatore dal talento cristallino, bensì un lottatore, un calciatore che pretendeva ben poco la palla tra i piedi e che, al contrario, preferiva toglierla dal controllo degli avversari. Chi, se non Gennaro Ringhio Gattuso, attuale allenatore del Napoli ed ex numero 8 di muscoli, quantità ed intelligenza tattica straordinaria, uno che godeva nel vincere un tackle in scivolata piuttosto che nel veder gonfiarsi la rete della porta. Atipico, ma storico.

Gattuso, centrocampista del Perugia, alla prima esperienza professionistica
Gattuso, centrocampista del Perugia, alla prima esperienza professionistica / Alessandro Sabattini/Getty Images

Nato in Calabria nel 1978, precisamente a Corigliano Calabro, Rino Gattuso inizia la propria carriera calcistica molto presto, seguendo le orma del padre Carlo, protagonista in Serie D. A 12 anni il primo provino: viene scartato dal Bologna ed ha un'occasione a Perugia, società presso la quale avrà maggior fiducia e dove inizierà la propria carriera. Siamo nella stagione 1995-96 e qui Gattuso vince il primo di tanti titoli: scudetto con la Primavera della squadra umbra, seguito da un secondo nella stagione successiva. Il ragazzo si mette in mostra, in mezzo al campo domina fisicamente ed ha un senso della posizione importante per aver soli 18 anni. Mister Giovanni Galeone, da buon intenditore di pallone, lo nota: ed ecco quindi la convocazione in Prima Squadra, nonché l'esordio in Serie B e tra i professionisti, datato 10 marzo 1996. Nella stagione successiva, in seguito alla promozione del Perugia, il centrocampista compie il proprio esordio anche in Serie A, proprio contro quel Bologna che, anni prima, l'aveva scartato. La prima rivincita di Ringhio.

Rino Gattuso e Tommy Boyd durante un Old Firm
Rino Gattuso e Tommy Boyd durante un Old Firm / Clive Brunskill/Getty Images

La qualità, ma soprattutto la quantità, che Gattuso garantisce in campo è tanta da far cadere su di lui anche l'interesse di diverse squadre importanti in Europa, ma saranno i Rangers di Glasgow a spuntarla: il trasferimento non è però cosa semplice e, dato il suo carattere ribelle, per andarsene dal Perugia, che nel frattempo non voleva privarsene, Gattuso fugge letteralmente, senza dir nulla. Così facendo, abbandonando il centro sportivo improvvisamente, Gattuso passa in Scozia, dove vive anni importanti: conquista il cuore dei tifosi, che lo soprannominano Braveheart, e segna il suo primo gol in carriera, in un match di ritorno valido per le semifinali di Coppa UEFA, contro lo Strasburgo. La prima stagione in Scozia (1997-98) si conclude quindi con circa 30 partite all'attivo ed il ragazzo, appena ventenne, dimostra di essere adatto, per caratteristiche, alla Scottish League: dello stesso parere non è però Dick Advocaat, allenatore olandese che sostituisce Walter Smith e che relega Gattuso in panchina o, nelle migliori delle ipotesi, nella retroguardia difensiva dei Rangers. Gennaro però non trova agio in quella posizione arretrata e, nell'ottobre 1998, coglie al balzo l'offerta della Salernitana, dove si trasferisce e cerca nuova rivincita.

9 miliardi di lire (allora divenne il giocatore più pagato dai campani) furono sborsate dalla società di Salerno, che vide protagonista Gattuso in 25 partite nella stagione 1998-99. Idolo dei tifosi granata, il centrocampista si mise in mostra come giocatore chiave del centrocampo ed attirò su di sé il nuovo interesse dei maggiori club europei, pur senza portare la Salernitana alla salvezza.

Giuseppe Bellini/Getty Images

Ecco prendere piede, quindi, una delle storie d'amore più durature, romantiche, dannatamente coinvolgenti del mondo Milan. Gattuso viene consigliato dal team manager della Salernitana ed ex rossonero Ruben Buriani e la stagione 1999-2000 è la prima in maglia rossonera per Ringhio. Compie il suo esordio il 15 settembre '99 in Champions League, contro il Chelsea (0-0) e ben presto conquista la folla di San Siro. Lottatore, centrocampista di cuore e polmoni, ma anche tanti muscoli al servizio di un Milan che, negli anni, è stato costellato da talenti puri, tecnici ed in cui, quindi, un giocatore gagliardo e sporco come Gattuso avrebbe potuto faticare ad emergere. Ma così non è stato: negli anni si sono susseguiti centrocampisti, mezzali e trequartisti del calibro di Pirlo, Seedorf, Rui Costa, Kakà, Beckham, ma Rino è sempre stato presente, al suo posto, come mediano di rottura, interdizione, atto a distruggere più che a costruire. Insomma, quel mediano a cui fa anche riferimento, pur non direttamente, essendo un cugino nerazzurro, Ligabue, nella sua celebre "Vita da mediano".

Dal 1999 al 2012: tredici stagioni a rincorrere avversari, intervenire in scivolata, sradicare palla dal possesso altrui. Ma anche, soprattutto, di quantità al servizio di un Milan vincente, nuovamente, dopo il periodo magico degli olandesi. 335 apparizioni in rossonero, contornate solo, si fa per dire, da 9 reti, di cui una storica ed importantissima contro la Juventus, in quella che era ancora casa bianconera, lo Stadio Olimpico: una "ciabattata" la definirà Gattuso al termine del match, valsa però lo 0-1, poi determinante per la vittoria dello Scudetto, l'ultimo dei rossoneri (2010-11). Scudetto, appunto: la bacheca dei trofei del centrocampista, che si è imposto e fatto conoscere al mondo del calcio col numero 8 dietro la schiena, è colma e decisamente invidiabile. Una Coppa Italia, due Scudetti e due Supercoppe Italiane, per quanto riguarda i confini nazionali, mentre in giro per l'Europa Gattuso ha aiutato il Milan a vincere ben due Champions League e due Supercoppe UEFA, condite, come se non bastasse, dal Mondiale per Club del 2007.

Gattuso festeggiando la vittoria del Mondiale tedesco, nel 2006
Gattuso festeggiando la vittoria del Mondiale tedesco, nel 2006 / Ben Radford/Getty Images

Ho detto per caso Mondiale? Gennaro Gattuso diventa titolare fisso della Nazionale italiana proprio nell'anno del Campionato del Mondo tedesco, vinto dagli Azzurri in finale contro la Francia, dopo aver esordito in Nazionale maggiore nel febbraio 2000, grazie a Dino Zoff. Marcello Lippi consacrerà Rino al centro del campo, non togliendolo mai da quella formazione tanto offensiva nei nomi quanto equilibrata e bilanciata effettivamente, grazie al lavoro di un incontrista come Ringhio. Quasi 100 presenze per lui tra Under-21 e Nazionale maggiore, in cui, oltre a trionfare in Germania, conquista anche un Europeo, nel 2000, con i pari età dell'Under-21.

Ringhio esulta con Victor Osimhen durante Napoli-Atalanta di quest'anno
Ringhio esulta con Victor Osimhen durante Napoli-Atalanta di quest'anno / Francesco Pecoraro/Getty Images

L'11 maggio 2012 dà l'addio al Milan, non prolungando il proprio contratto e trasferendosi a parametro zero al Sion, squadra svizzera dove chiuderà la propria stratosferica carriera. Nel paese elvetico diventerà uno dei pochi casi di allenatore-giocatore, facendo il suo esordio in panchina il 27 febbraio 2013, nel match contro il Losanna. In seguito, esperienze come allenatore a Palermo, dove venne esonerato dopo sole sei giornate dal presidente Zamparini, a Creta, sulla panchina dell'OFI Creta, dove rassegnò le dimissioni dopo sette giornate, ed a Pisa, dove fallisce nuovamente, retrocedendo in Serie C con la squadra toscana.

Al Milan prima ed al Napoli poi avviene il parziale riscatto di Gattuso allenatore: subentra a Vincenzo Montella nel novembre 2017, portando il Diavolo agli ottavi di finale di Europa League (sconfitto dall'Arsenal nel doppio confronto), in finale di Coppa Italia (sconfitto dalla Juventus 0-4), ma soprattutto ad un'insperata qualificazione all'Europa League dell'anno successivo, guadagnando, nel solo girone di ritorno, ben 39 punti (meglio di quel Milan fecero solo Juventus e Napoli). Nel secondo anno sulla panchina rossonera, Ringhio ed il Milan non passano il girone europeo e vengono eliminati dalla Lazio di Inzaghi in semifinale di Coppa Italia, ma si aggiudicano il 5° posto in Serie A, sfiorando addirittura l'impresa Champions. All'ombra del Vesuvio, invece, Gattuso arriva durante la stagione 2019-20, rimpiazzando il proprio ex allenatore Ancelotti: nel febbraio 2020 debutta da tecnico in Champions League e nella scorsa estate riporta un trofeo a Napoli, battendo la rivale Juventus in finale di Coppa Italia, l'ultima volta vinta nel maggio 2012.

Oltre che centrocampista guardingo, attento e gagliardo, Gattuso è stato ed è Uomo con la U maiuscola: in tutte le sue esperienze ha lasciato il segno dal punto di vista umano, caratteriale. Dopo la tanta gavetta fatta, accettando anche panchine di club in difficoltà e situazioni al limite del precario, Gattuso sta affermandosi ora come allenatore convincente, ma ha da sempre entusiasmato dal lato di personalità e professionalità: all'OFI Creta, come detto, diede le dimissioni, ma pagò gli stipendi dei giocatori, assenti da mesi. Al Pisa aiutò il club nel pagamento dei collaboratori e dello staff. Al Milan, a contratto ancor valido ma sospeso, rinunciò all'ingaggio previsto per l'anno di contratto mancante, chiedendo però che venissero stipendiati i suoi collaboratori. Infine, recentemente, a Napoli, in seguito al lockdown, ha rinunciato al suo stipendio per coprire il 20% mancante nei rimborsi dei dipendenti della società, messi in cassa integrazione.

Agonismo, personalità, carisma e forza fisica in campo. Umiltà, professionalità, umanità ed altruismo fuori dal terreno di gioco. Gennaro Ringhio Gattuso, esempio e uomo vero, vincente sempre. Numero 8 d'altri tempi.


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