Friedkin torna alla carica per la Roma e forza Pallotta all'addio
Come si suol dire: "Non è finita finchè non è finita". È un po' l'assunto della trattativa tra James Pallotta e Dan Friedkin per la cessione della Roma al magnate texano. Sembrava tutto fatto e definito fino all'esplosione dell'emergenza sanitaria, salvo poi arenarsi con l'arrivo della pesante crisi economica globale.
Dopo la pandemia non erano più proponibili i 750 milioni di euro del "vecchio" accordo, così come per Pallotta erano "irricevibili" i 490 offerti in seguito da Friedkin. Ma il texano, riporta l'edizione odierna del Messaggero, dopo un lungo silenzio, non ha ancora mollato. Stesse condizioni economiche, ma diverse modalità di esborso: pagamento tutto cash. Una mossa che punta più agli investitori vicini a Pallotta, che da tempo spingono per una cessione del club quasi a tutti i costi. E Friedkin ha dato 10 giorni di tempo per valutare la nuova proposta.
Pallotta, però, con gli sviluppi della questione nuovo stadio, è intenzionato a resistere almeno fin quando avrà la certezza sul via libera al nuovo impianto: se a Tor di Valle venisse posata la prima pietra, infatti, la valutazione della Roma potrebbe tornare a schizzare verso l'alto. Ma non solo, perchè l'attuale presidente giallorosso conta su Franco Baldini, che può portare un gruppo sudamericano, mentre Mauro Baldissoni si sta muovendo sul fronte dei paesi arabi.
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