Friedkin assolti, Pallotta a rischio processo: le operazioni della Roma sotto accusa

Il caso Plusvalenze rischia di colpire la Roma, ma non la nuova proprietà.
Dan e Ryan Friedkin
Dan e Ryan Friedkin / Insidefoto/GettyImages
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Si sono chiuse formalmente le indagini preliminari sul caso plusvalenze che vede per protagonista la Roma. La Procura della Capitale ha chiesto l'archiviazione per Dan e Ryan Friedkin ma restano ancora in piedi le accuse nei confronti dell’ex presidente James Pallotta e di altri dirigenti come Baldissoni e Fienga, che ora rischiano di andare a processo.

All'ex proprietario americano vengono imputati "fatti materiali non rispondenti al vero o omissione di fatti rilevanti al fine di conseguire ingiusto profitto" e gli inquirenti continuano a passare al setaccio alcune operazioni di calciomercato messe in piedi tra il 2017 e il 2021 concluse per "importi notevolmente maggiorati o comunque non rispondenti al valore di mercato al fine di creare fittizie plusvalenze”. In particolare si tratta delle cessioni di Marchizza, Frattesi, Tumminello e Luca Pellegrini, e degli acquisti di Defrel, Spinazzola e Cristante, ma sotto la lente d'ingrandimento ci sono anche le operazioni Zaniolo, Santon, Manolas, Diawara e Nainggolan. Secondo l'accusa la società giallorossa "avrebbe realizzato nel corso degli anni una serie di plusvalenze fittizie mediante operazioni di scambio di giocatori che venivano apparentemente realizzate come separate operazioni di acquisto e vendita e quindi contabilizzate, in violazione del principio contabile"

Inizialmente i Friedkin erano finiti nell'indagine per l’affare che aveva visto Kumbulla e il giovane Diaby approdare a Trigoria e - contestualmente - cedere all’Hellas Verona i cartellini di Cetin e Cancellieri. Un'operazione che però era stata portata a termine ben prima e che gli attuali proprietari hanno soltanto ratificato.


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