La flop 5 dei calciatori della 29ª giornata di Serie A
La sosta fa bene a chi deve interrompere un periodo-no e male a chi volava? La ripresa del campionato smentisce l'assunto storico.
Chi già stava subendo una vistosa flessione nel rendimento, in questo turno pre-pasquale, è andato infatti ancora più giù. E la questione non riguarda solo i Nazionali, visto che anche le stelle delle big che sono rimaste a lavorare con i rispettivi compagni in quanto non convocati sono stati tutt'altro che brillanti. La pazza stagione a ritmi serratissimi è difficile per tutti, ma i tanti protagonisti negativi della settimana hanno pesato non poco sui risultati delle proprie squadre.
1. Theo Hernandez (Milan)
Il suo campionato sembra davvero essere finito prima di Natale con la super-partita contro la Lazio. Dalla Juventus in giù il crollo sembra inarrestabile e contro la Sampdoria il francese dimostra di essere a terra anche sul piano della concentrazione. Clamoroso l’errore da cui nasce il vantaggio di Quagliarella, che mette in salita una gara già complicata per un Milan stanco. I margini di miglioramento in fase difensiva sono troppo ampi per poter ancora parlare di uno dei migliori al mondo nel proprio ruolo, anche perché pure il rendimento nella fase di spinta è calato sensibilmente.
2. Nikola Maksimovic (Napoli)
Koulibaly non sarà più quello di qualche anno fa, nonostante la buona risalita nel rendimento nelle ultime partite ma la sua assenza si fa sentire eccome nella retroguardia azzurra letteralmente scherzata dall’attacco dell’ultima in classifica. Difficile scegliere il peggiore tra i centrali: Manolas regala la prima rete a Simy, ma il goffo errore nell’addomesticamento della palla del serbo in occasione della rete di Messias fa rabbrividire per questi livelli anche in un periodo storico in cui la “costruzione dal basso” viene cercata con troppa insistenza.
3. Ciro Immobile (Lazio)
Il digiuno si allunga e il livello delle prestazioni peggiora. Un’annata di flessione dopo la conquista della Scarpa d’Oro ci stava, ma a colpire è il fatto che il bomber biancoceleste-azzurro sembra scorato in campo, inquietante per un giocatore solitamente combattivo ed elettrico. Il problema è che accusa il momento a livello psicologico, perché a Vilnius lo si era visto uscire dal campo scuotendo la testa nonostante il rigore trasformato, a causa dei tanti errori sottoporta, mentre contro lo Spezia non riesce neppure ad averle, le occasioni. Vaga insolitamente a vuoto per il campo e ancora una volta ringrazia Provvidenza-Caicedo.
4. Adrien Silva (Sampdoria)
Dal primo gol al “Franchi”, prima della sosta contro il Milan, alla prima espulsione in viola. Un cartellino rosso fa sempre male, ancora di più se per un fuoriclasse come Franck Ribery, ma se una follia può essere concessa a un giocatore così (sebbene l'entrata su Zappacosta sia stata horror), come si può giustificare la clamorosa ingenuità del centrocampista portoghese, uno che dovrebbe essere abituato a giocare con il peso di un'ammonizione. E invece, appena trovato il vantaggio, la Samp si trova in dieci, tradita dall'entrata non-sense di uno dei propri elementi più esperti. La vittoria sfuma e per poco anche il pareggio. Ranieri trasecola...
5. Matthijs De Ligt (Juventus)
Addossare tutte su Kulusevski per quel retropassaggio-shock le colpe per un’altra partita da psicanalisi da parte di tutta la squadra è ingeneroso, così come il peggiore, Szczesny, si è riscattato in parte con la prodezza finale su. Negativa su tutto il fronte è invece la prova del centrale olandese, che proprio contro il Torino nello scorso campionato aveva realizzato il primo gol con la Juventus, buono per cancellare un inizio difficile. Dal rigore su Belotti, non visto dall’arbitro e dal Var, fino all’incomprensibile indietreggiamento su Sanabria nell’azione del 2-1, l’ex Ajax sbaglia tutto e non dà sicurezza al reparto e a tutta la squadra. La precaria forma di Chiellini sembra pesare soprattutto su di lui.
6. Allenatore: Leonardo Semplici (Cagliari)
Dai sette punti nelle prime tre partite al baratro scavato con i ko contro Juventus, Spezia e Verona. A questo punto c’è davvero da tremare, visto che le rivali, Parma e Torino su tutte, lottano eccome. I rossoblù sembrano invece scarichi, troppo spenti per essere veri e per le qualità della rosa. Il tecnico toscano ci mette del proprio con le proprie scelte, insistendo nuovamente su Klavan dopo i disastri del “Picco” e puntando in attacco su Cerri, che si rivelerà non utile in nessuna delle due fasi. Morale da ricostruire, come quando era arrivato. Ma con un mese e mezzo di tempo in meno…
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