La Flop 5 dei peggiori calciatori della 35ª giornata di Serie A

Valerio Pennicino/Getty Images
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Se è stata la loro ultima volta di fronte nella carriera, non passerà alla storia. Cristiano Ronaldo da una parte, Zlatan Ibrahimovic dall'altra. L'istrionismo li accompagna, ma per il resto i punti in comune sono inesistenti. Uno collezionista seriale di Champions e Palloni d'Oro, l'altro intimamente convinto di essere il più forte di tutti, ma costretto ad accontentarsi di tanti titoli nazionali negli anno d'oro e questa volta solo della tutt'altro che magra soddisfazione di riportare il Milan in Champions League dopo sette anni. Da trascinatore più morale che tecnico, visti i tanti infortuni subiti in stagione, l'ultimo dei quali proprio a Torino, dove i compagni vincono di fatto senza il suo contributo. Un po' come successe nella finale di Euro 2016 al Portogallo di Cristiano, che per sua fortuna di guai fisici ne ha pochi, ma che, come confermato dalla prova choc contro il Diavolo, sembra aver abicato con ingiustificato anticipo al ruolo di leader della decadente Juventus.

1. Cristiano Ronaldo (Juventus)

Cristiano Ronaldo
Valerio Pennicino/Getty Images

I limiti della Juventus edizione 2020-2021 sono noti e si confermano di partita in partita, ma il portoghese sta trovando il modo peggiore per chiudere la stagione e forse la sua esperienza italiana. La squadra non è alla sua altezza sul piano tecnico, ma non è certo questa la pasta di un leader come dovrebbe essere Cristiano, che contro il Milan tocca il punto più basso della propria stagione a livello di rendimento, ma soprattutto di predisposizione nel giocare per e con la squadra. Il dato dei zero palloni toccati nell’area avversaria nel primo tempo non basta per rendere l’idea, perché il numero 7 non si spende neppure lontano dall’area avversaria. Semplicemente passeggia per il campo, rinunciando a ogni forma di dialogo tecnico con centrocampisti e attaccanti e a ogni tentativo di disturbare la difesa altrui. Non conclude mai in porta ed esce dal campo scuotendo la testa. Solo lo stadio vuoto gli risparmia i primi fischi della sua esperienza italiana.

2. Ciro Immobile (Lazio)

Ciro Immobile
Francesco Pecoraro/Getty Images

Strano vedere la Lazio, solitamente letale negli spazi, giocare una partita di sterile possesso palla, troppo lento visto i tanti fuorigioco in cui sono incappati i giocatori di Inzaghi. Alla fine le occasioni però la squadra le crea, salvo sprecarle non solo per meriti di Dragowski. Difficile individuare il peggiore, ma se Correa si mangia in avvio il gol che avrebbe potuto cambiare la gara anche sul piano tecnico, il numero 17 conferma di non vivere la sua annata migliore. Troppe volte in off side, compresa quella che… lo salva dal palo clamoroso colpito a portiere battuto, non mostra la freddezza dei giorni migliori. Stanco e deluso, mette in allarme anche Mancini in vista dell’Europeo considerando che Belotti non sta molto meglio…

3. Artur Ionita (Benevento)

Benevento Calcio v Cagliari Calcio - Serie A
MB Media/Getty Images

Il simbolo del disarmo di una squadra a un passo dal baratro. Proprio nella partita da ex il moldavo è l’ombra del trascinatore che si era visto nella prima parte del campionato, sul piano fisico e temperamentale. Non riesce ad andare oltre a qualche sponda, ma solo nel finale di gara, a schemi ormai saltati e dopo aver mancato una comoda occasione, potenziale svolta della partita. Prima solo inconcludenza in entrambe le aree con una ripresa da spettatore assoluto.

4. Morten Thorsby (Sampdoria)

Roberto Gagliardini, Morten Thorsby
MB Media/Getty Images

Il guerriero norvegese, tra i migliori della stagione della Samp, va oltre… il pasillo sportivamente concesso dai blucerchiati ai neo-campioni d’Italia prima dell’inizio della partita. L’ex Leeds non entra mai nel clima del match, facendosi spazzare via da Gagliardini sul piano fisico e tattico, tra duelli persi, anticipi mancati e errori tecnici. Inevitabile la sostituzione all’intervallo, ma a giochi fatti…

5. Julian Chabot (Spezia)

Julian Chabot, Victor Osihmen
Gabriele Maltinti/Getty Images

La sconfitta del Benevento fa tirare un sospiro di sollievo alla squadra di Italiano, arrivata comunque col fiatone alla fine del campionato. Il match contro il Napoli è improponibile sul piano tecnico, ma il tecnico degli Aquilotti ci mette del proprio con qualche scelta tattica e di formazione e il resto lo fa chi va in campo. Come il difensore tedesco, letteralmente travolto da Osimhen: nulla da fare per la differenza di passo che emerge sul primo gol, ma l’ex Samp è colpevole in altri due gol della squadra di Gattuso, tra disattenzioni e svarioni sul fuorigioco.

6. Allenatore: Andrea Pirlo (Juventus)

Andrea Pirlo
Soccrates Images/Getty Images

Ennesima presenza nella horror della settimana, ma come farne a meno? Ok che alla Juventus poteva anche bastare il pareggio, calendario alla mano e pensando allo scontro diretto dell’andata, ma la mancanza di reazione dopo lo svantaggio, a parte la naturale scossa successiva al rigore sbagliato da Kessié, è la nuova riprova sul declino non solo tecnico della squadra. Dalla panchina non arriva nessuna idea nuova sul piano tattico, se non sostituzioni scolastiche, tardive e in qualche caso anche provocatorie, come Dybala mandato in campo sullo 0-2 a meno di dieci minuti dalla fine. Una settimana dopo la rocambolesca vittoria di Udine si è vista una squadra quasi rassegnata in attesa di qualcos’altro di casuale. A completare l’opera, le dichiarazioni del post-partita in cui scarica il gruppo...