La flop 5 dei calciatori della 24ª giornata di Serie A

Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images
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Quel cuore biancoceleste di Roberto Mancini non potrà che avere sensazioni contrastanti. Da una parte il dispiacere per la mini-crisi della sua Lazio, dall'altro il... sollievo perché il proprio centravanti di riferimento sta vivendo adesso quella fase di appannamento che si deve a tutti in stagione e che può essere perdonata a chi ha segnato 80 gol negli ultimi tre campionati. In vista dell'Europeo, Ciro Immobile ha tutto il tempo per recuperare la forma, certo fa specie vedergli steccare tante partite consecutive, rigore a parte. La lista dei peggiori della settimana, tuttavia, comprende soprattutto difensori, presenti però non sempre per demeriti propri...

1. Ciro Immobile (Lazio)

Ciro Immobile
Ciro Immobile / Danilo Di Giovanni/Getty Images

Quattro partite senza segnare non sarebbero neppure tantissime per un attaccante, ma Ciro ha abituato tutti troppo bene. A Bologna peraltro oltre al rigore sbagliato e mal calciato viene meno anche il consueto aiuto alla squadra in fase di non possesso ed è strano vederlo sparire dalla partita poco dopo l’errore dal dischetto, che arriva nelle prime battute. Il momento non è brillante sul piano fisico e neppure su quello psicologico, ma la ripresa della squadra dipende soprattutto da lui, non solo a livello realizzativo. La corsa per i primi quattro posti è ancora apertissima.

2. Federico Fazio (Roma)

Federico Fazio
Federico Fazio / Giampiero Sposito/Getty Images

Anello debole di una retroguardia sbandata fin dal primo minuto. Alla seconda da titolare in stagione e consecutiva non riesce a ripetere la discreta prova di Benevento, finendo al tappeto insieme alla moda imperante di palleggiare da dietro, rivedibile se il proprio portiere non ha doti finissime con i piedi e se gli avversari pressano altissimo. Sbaglia tanto fin dall’avvio e commette l’ingenuo fallo su Calabria che porta al rigore per il Milan, condito dall’applauso ironico all’arbitro. Inizia malissimo anche la ripresa e la sostituzione è inevitabile.

3. Merih Demiral (Juventus)

Merih Demiral
Merih Demiral / Alessandro Sabattini/Getty Images

I continui cambi tattici decisi da Pirlo non gli giovano di certo e allora la difesa a tre vista al “Bentegodi” lo vede nei panni della vittima, anche più di un Alex Sandro evidentemente fuori luogo e colpevole nell’azione del pareggio. Non che De Ligt in mezzo dia tante sicurezze, ma dopo aver retto più o meno dignitosamente con Dimarco il turco affonda dopo l’ingresso di Lazovic che lo prende sistematicamente in mezzo portandolo fuori posizione non solo nell’azione del pareggio.

4. Gianluca Scamacca (Genoa)

Gianluca Scamacca
Gianluca Scamacca / Jonathan Moscrop/Getty Images

Parlare di occasione persa contro la prima della classe lanciatissima con sei vittorie consecutive sarebbe ingeneroso, ma i numeri lo condannano. Due sconfitte nella gestione Ballardini, entrambe con l’ex Roma al centro dell’attacco. I tre colossi della difesa dell’Inter non gli fanno vedere palla, il talento dell’Under 21 lotta e si sacrifica come sempre senza palla, ma lascia una preoccupante dimostrazione di inconcludenza e alla fine anche di rassegnazione.

5. Andrea Conti (Parma)

Andrea Conti
Andrea Conti / Alessandro Sabattini/Getty Images

Il Parma si fa rimontare ancora una volta vedendo allontanarsi ulteriormente la zona salvezza dopo la vittoria del Cagliari. I segnali di ripresa ci sono, ma in vantaggio di due reti dopo mezzora c’era da aspettarsi più fame e attenzione nel reggere al tentativo di rimonta dello Spezia. Non che la squadra di Italiano faccia granché, ma tutti i pericoli per i crociati vengono dalla parte dell’ex milanista, letteralmente travolto dalla propria parte con il passare dei minuti e mai in grado di rispondere con un’adeguata spinta.

6. Allenatore: Andrea Pirlo (Juventus)

Andrea Pirlo
Andrea Pirlo / Jonathan Moscrop/Getty Images

L’illusione della striscia di vittorie di inizio 2021 è definitivamente sfumata. Il 3-5-2 visto a Verona fa acqua e in generale non convince il suo cambiare continuamente schema, che non dà certezze alla squadra soprattutto in fase difensiva. La scelta poi di schierare Alex Sandro nel terzetto di retroguardia al posto di Dragusin si rivela infelice, in difesa e non solo, togliendo la spinta sulla sinistra. Non paga neppure l’insistenza su Bernardeschi e non convincono le sostituzioni, al netto dei tanti assenti. Sarà anche predestinato, ma il cammino è ancora lungo e anche in fase di carica dalla panchina c’è da migliorare…


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