Evra: "Ridicole le critiche a Cristiano Ronaldo. Via dalla Juve perché vuole rispetto"

Patrice Evra
Patrice Evra / Nicolò Campo/GettyImages
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L'ex giocatore della Juventus Patrice Evra ha concesso un'intervista a La Repubblica e ha parlato della sua esperienza in bianconero, del suo rispetto per la Juventus, ma anche dell'addio di Cristiano Ronaldo, tornato allo United, altra ex squadra del francese.

Gli allenamenti alla Juve?

"In Italia ci si allena troppo. Se si trovasse l’equilibrio giusto, le squadre italiane potrebbero vincere già spesso la Champions. Invece, si spinge tutto all’estremo. Per me è un segno di insicurezza. Il mio primo anno alla Juve, perdemmo la Champions in finale. Sono convinto che quella coppa avremmo potuto vincerla se non fossimo arrivati così sfiniti, fisicamente e mentalmente. Allegri ti ammazza di lavoro, ma è furbo perché te lo impone con il sorriso".

Discorso a Napoli?

"Dissi: 'Ragazzi, in campo ci siete sempre andati voi, non Conte. La Juve è un’istituzione. Sveglia!'. Buffon, Chiellini e Barzagli rimasero scioccati: si resero conto di quanto amassi la Juventus".

Ritorno di Allegri?

"Come ho detto ad Agnelli, Allegri non sarebbe mai dovuto andar via nel 2019 per la passione e l’amore che nutre per la Juve, nonostante l’odio iniziale di molti tifosi. Allegri è un vero 'gobbo'. Poi certo, tornare non è mai facile. Gli ho detto: 'Devi riadattarti anche tu, soprattutto ai giocatori più giovani. Non essere troppo duro con loro'".

Giovani?

"Oggi in molti giovani mancano carattere, personalità, creatività. Inoltre, in generale, vengono sempre più trattati come robot, anche nei passaggi. Nel calcio moderno, un Ronaldinho che fa di testa sua sarebbe un problema".

Pavel Nedved, Andrea Agnelli, Patrice Evra
Andrea Agnelli, Patrice Evra / Jonathan Moscrop/GettyImages

Il fiuto di Allegri?

"Ha un fiuto incredibile. Più di Ferguson. Allegri sa sempre come andrà una partita prima che cominci. Al ritorno degli ottavi di Champions 2015, a Dortmund, predisse tutto. Pazzesco. Prima del match ci disse: “Questa è un’amichevole”. Mentre qualche giorno prima contro il Genoa ci urlava contro come se fosse una finale di Champions. Allegri è così: è ossessionato dalle piccole, non si preoccupa dei big match".

L'addio alla Juve?

"Dopo gli europei 2016, Allegri mi fa: “Patrice, non devi giocare tutte le partite, giocherai i big match”. Ma pure a Ferguson dissi: “Boss, se mi riposo, muoio”. Chiellini ancora oggi è arrabbiato con me. “Pat, ma perché ci fai questo?”. Per Giorgio avrei dovuto giocare nella Juve a vita. Ma io devo sempre avere passione e impegno al 100%".

Amore per la Juve?

"Perché la Vecchia Signora è nel mio Dna, come lo United. Ti innamori di lei, della sua storia, dell’etica del lavoro, della mentalità vincente. Di tutto".

L'addio di Cristiano Ronaldo alla Juve?

"Cristiano ha bisogno di amore e rispetto. Invece, alla Juve stava diventando il capro espiatorio. Le critiche in Italia a Ronaldo sono state ridicole e un po’ ipocrite. Un altro errore è stato quando Allegri ha detto in conferenza: “Cristiano non giocherà tutte le partite”. Non c’è bisogno di dire certe cose in pubblico. In ogni caso, l’unico vero amore di Cristiano è il Manchester United. Perché a Manchester nessuno si permetterebbe di criticarlo. La Juve avrebbe dovuto capire che Cristiano esige amore e rispetto. Quando li riceve, Cristiano dà la vita per te".


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