L'evoluzione tattica del calcio italiano: dal classico 4-4-2 al camaleontico 3-5-2
Di Marco Deiana
C'era una volta il 4-4-2, in linea o a rombo, con il libero e lo stopper o con il fantasista relegato sull'esterno con la possibilità di accentrarsi con il possesso palla a favore. E ora non c'è più, sostituito dal 3-5-2, che poi può diventare più difensivo o più offensivo a seconda degli esterni. Negli ultimi anni il calcio italiano sembra essersi evoluto tatticamente, anche abbandonando il modulo dell'equilibrio e della garanzia, spesso utilizzato dagli allenatori subentrati a stagione in corso proprio per la sua (sulla carta) semplicità.
In Italia abbiamo abbandonato il 4-4-2?
Il 4-4-2 vecchio stampo, con i tre reparti in linea, si è lentamente allontanato dal calcio italiano. È sempre più difficile trovare allenatori - integralisti a parte - che considerano il 4-4-2 il modulo base della propria squadra. Oggi la difesa a quattro viene spesso accompagnata da due mediani e tre trequartisti alle spalle di una punta (4-2-3-1) oppure, la stessa difesa in linea a quattro davanti a sé si ritrova un trio in mezzo al campo e tre giocatori offensivi, schierati in larghezza o formando un triangolo (4-3-3, 4-3-1-2 o 4-3-2-1).
Sono solo numeri, numeri che danno l'idea di come una squadra è schierata in campo ma la disposizione in campo della squadra varia a seconda delle varie situazioni, in fase di possesso e non possesso palla.
Ciò che fa sorridere è che negli anni '90 (e primi anni 2000) l'Italia era ricca di giocatori di fantasia, adatti a giocare sulla trequarti, spesso però costretti a re-inventarsi in altri ruoli per poter giocare nel 4-4-2: alcuni si sono trasformati in esterni offensivi, altri in seconde punte, alcuni hanno dovuto emigrare (vedi Zola, in Serie A incastrato in posizioni di campo poco consone al suo talento, poi esploso al Chelsea in Premier League).
C'è più spazio per il camaleontico 3-5-2?
Tra i vari 4-3-3, 4-3-1-2 e via discorrendo, sembra prendere sempre più il sopravvento il 3-5-2. Un modulo che si potrebbe definire camaleontico, considerando la sua diversità a seconda dei giocatori in campo e dell'atteggiamento della squadra. In gran parte dipende dalla posizione dei quinti di centrocampo (ossia i due esterni a tutto campo), ma può dipendere anche dalla posizione di una delle due mezze ali.
Questo modulo si sta facendo sempre più strada in Serie A e spesso viene utilizzato dagli allenatori in corsa - ma non solo - per garantire solidità difensiva alla squadra nei momenti di crisi di risultati. La difesa a tre, in quei casi, diventa facilmente a cinque con i due quinti di centrocampo che si abbassano al punto tale da giocare quasi in linea con la difesa.
Questo schieramento tattico può cambiare da allenatore ad allenatore. C'è chi come - per fare due nomi, Antonio Conte e Simone Inzaghi - lo utilizzano sfruttando totalmente i due quinti di centrocampo, dove spesso uno arriva al cross e l'altro arriva a concludere a rete, mentre c'è chi blocca i due quinti e sviluppa il gioco sfruttando maggiormente le mezze ali con una che si allarga in fase di possesso palla e l'altra che si inserisce tra le linee di difesa e centrocampo avversario.
Cambiano i tempi, cambia anche il calcio. Un punto di riferimento fino a pochi anni fa, ossia il 4-4-2, va verso il dimenticatoio. Adesso il punto di riferimento è sempre più il 3-5-2.