Mancini: "L'Europeo entrerà nella storia come il Mondiale 2006. Tanto di cappello ai miei giocatori, è merito loro"

Roberto Mancini
Roberto Mancini / Claudio Villa/Getty Images
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Ad una settimana dal trionfo dell'Italia a Euro 2020, il CT azzurro Roberto Mancini ha rilasciato un'intervista alla radio tedesca Sport 1: di seguito le sue dichiarazioni.

Roberto Mancini, Giorgio Chiellini
Roberto Mancini, Giorgio Chiellini / Pacific Press/Getty Images

VITTORIA STORICA - "Mi sento molto, molto bene da campione d’Europa. È davvero una bella sensazione e sono assolutamente felice, particolarmente per tutti gli italiani in patria e nel mondo. Siamo tutti felici perché abbiamo creato qualcosa di straordinario. Questa Italia resterà nei libri di storia. Tanto di cappello ai miei giocatori".

FESTA - "Abbiamo festeggiato ma è successo tutto molto velocemente. Mi è passato davanti come un film. Siamo stati accolti da tante persone per le strade di Roma: è stato bellissimo. È stato un momento straordinario, che dura ancora. E tutto ciò appartiene interamente ai miei ragazzi: avevano ragione a volerlo vivere. Ora tutti sono in meritata vacanza da campioni d’Europa. Io non sono un festaiolo, non lo sono mai stato. Ma è stato davvero bello festeggiare. Soprattutto per il popolo italiano. Penso che la gente continuerà a festeggiare per tutta l’estate e questo è bello".

IL PARAGONE - "Il titolo vinto ai Mondiali del 2006 può essere sicuramente paragonato a quello degli Europei di quest’anno, perché devi fare sempre grandi cose per vincere certi titoli e i ragazzi di questa Italia le hanno fatte".

FATTORE GRUPPO - "Abbiamo iniziato 3 anni fa e abbiamo continuato con ragazzi molto bravi fino a oggi. Si è sviluppato un grande spirito di squadra e questi ragazzi lo hanno dimostrato agli Europei. Hanno dato tutto e tutto è andato molto bene. Ecco perché alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo che non siamo riusciti a qualificarci per la Coppa del Mondo del 2018, l’Italia era in svantaggio sulle altre nazionali. Ma subito ho capito che tutti volevano riparare e che erano pronti a sacrificarsi per il paese. Abbiamo ottenuto un buon mix di giocatori giovani e meno giovani e si è sviluppata una grande unità. Abbiamo dato una possibilità anche a giocatori che 3 anni fa non erano molto conosciuti all’estero ed è andata bene".

WEMBLEY - "La finale del 1992 persa con la Sampdoria a Wembley la ricordo molto bene, adesso però le ferite sono in via di guarigione".


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