ESCLUSIVA | Recoba: "L'amore dei tifosi nerazzurri per me è più importante dei trofei vinti"

Alvaro Recoba bacia la maglia dell'Inter
Alvaro Recoba bacia la maglia dell'Inter / PACO SERINELLI/Getty Images
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Esclusiva - "Recoba è sempre rimasto un sogno: tu lo mettevi in campo e sapevi che in ogni momento avrebbe potuto regalarti la cosa più bella che avessi mai visto". Parole e musica di Massimo Moratti. L'ex presidente nerazzurro rimase letteralmente folgorato dai lampi di classe che El Chino era capace di regalare dal nulla e decise di portarlo a Milano dal Nacional di Montevideo nell'estate del 1997. Un sogno costato 17 milioni di Dollari e alimentato qualche anno dopo, nel 2001, a suon di miliardi, stavolta di Lire. 15 all'anno, che resero il genio uruguaiano il calciatore più pagato dell'epoca e scacciarono definitivamente l'incubo del patron di vederlo con la maglia bianconera. Recoba ripagò nell'unico modo che conosceva: inventando calcio e regalando emozioni. "Non mi interessava competere con i miei compagni o con qualche avversario per i gol, io giocavo a calcio per divertirmi e far divertire", ha dichiarato in un'intervista esclusiva rilasciata alla nostra redazione spagnola, in cui ha ripercorso, le tappe della sua avventura in Serie A, con Inter, Venezia e Torino.

Alvaro Recoba al suo debutto con la maglia dell'Inter contro il Brescia
Alvaro Recoba al suo debutto con la maglia dell'Inter contro il Brescia / Getty Images/Getty Images

31 agosto 1997. Debutti in maglia nerazzurra nel giorno in cui tutto San Siro aspettava Ronaldo e risolvi la partita con una doppietta. Cosa hai provato quel giorno e cosa ha significato per te giocare con il Fenomeno?

"È stato senza dubbio il miglior numero 9 con cui ho giocato. Non so dirti se è stato quello con cui ho avuto l'intesa migliore perché ce ne sono stati altri con cui ho giocato di più però lui era fantastico. Quando la gente mi dice che sono riuscito ad oscurare Ronaldo all'esordio rispondo sempre che è impossibile oscurare le stelle come lui. Quel che ho fatto quel giorno è stato semplicemente partire con il piede giusto, lui ci ha presi per mano e ci ha trascinati alla vittoria della Coppa UEFA. Io non ho mai sentito la necessità di competere per essere più bravo degli altri. Mi divertivo tantissimo a giocare con lui. Ricordo che all'ultima giornata della stagione 1997/98 giocavamo in casa contro l'Empoli e Ronie aveva bisogno di una tripletta per vincere la classifica dei marcatori. Facciamo un uno due al limite e mi manda a tu per tu con il portiere. Io però lo aspettai, gli restituii il pallone e lui entrò praticamente in porta. Credo che in quella stagione all'Inter abbiamo ammirato il miglior Ronaldo. Nonostante abbia vinto prima con il Barcellona e poi con Real e anche il Mondiale con il Brasile, in quella stagione fu incredibile".

Gennaio 1999. Vai a Venezia dove riesci a trovare continuità e gol e ad aiutare la squadra a centrare la salvezza. È in quei sei mesi che abbiamo visto il miglior Recoba?

"Non so dirti se sia stata la mia miglior stagione. Il Venezia aveva buoni giocatori però nessuno era Zidane o Del Piero. Era un buon gruppo in cui tutti remavamo nella stessa direzione e in quel contesto mi sono potuto esprimere liberamente. Partivo seconda punta e mi muovevo per tutta la metà campo offensiva. C'era minore concorrenza quindi sapevo che se fossi stato bene avrei giocato. E le cose andarono benissimo direi. Eravamo io, Di Napoli e Maniero, mentre nell'Inter era una situazione differente perché c'erano Ronaldo, Zamorano, Djorkaeff, Kanu, quindi trovare spazio era più difficile. A Venezia trovai tranquillità e sicuramente posso dire che sono stati sei mesi in cui mi sono divertito tantissimo. Le grandi squadre avevano paura di venire a giocare in casa nostra. Facemmo 3 gol all'Inter e alla Roma e 4 alla Fiorentina. Un periodo fantastico".

Nel 3-1 contro l'Inter hai anche fatto gol. Cosa hai provato?

"Fu una sensazione strana, per niente bella. Dipende anche dal tuo rapporto con il club, perché ci sono anche dei giocatori che provano piacere. A me non piacque per niente. Infatti, quando ero al Torino capitò ancora la possibilità di battere una punizione e fare gol all'Inter, ma preferii lasciarla battere ad Alessandro Rosina. Perdevamo 3-0 e non me la sono sentita".

Nel 2005 sei stato autore del gol decisivo nella storica rimonta contro la Sampdoria nel giorno in cui nacque il mito della Pazza Inter. Qual è il tuo legame con i tifosi nerazzurri e con l'ex Presidente Massimo Moratti?

"Io posso dire che ancora oggi mi sento fortunato per aver potuto giocare in squadra importante come l'Inter e che la gente ancora oggi si ricordi di ciò che ho fatto e sia riconoscente. Credo che lasciare un bel ricordo di te alla gente va oltre la vittoria o la sconfitta. Perché come dico sempre,Il fatto che la gente continui a ricordarsi di te in maniera positiva significa che qualcosa di buono lo hai fatto. Perché puoi aver fatto anche duemila gol però se smetti di giocare e la gente non ti regala l'affetto che hai provato a conquistarti con il tuo comportamento dentro e fuori dal campo, allora non è servito a niente. Posso dire serenamente che a me accade il contrario: sui social ho moltissimi tifosi dell'Inter che mi inviano messaggi con apprezzamenti sul mio sinistro tutti i giorni. Inoltre ho avuto la grande fortuna di avere un presidente che mi voleva un bene dell'anima senza che avessi fatto nulla. Io non ero uno di quei giocatori che cercava il saluto del Presidente Moratti, anzi cercavo di evitare perché mi metteva in imbarazzo il fatto che lui mi volesse così bene. Il suo affetto posso dire di essermelo guadagnato con il mio modo di essere. I miei ricordi in nerazzurro sono bellissimi. Ho ancora casa in Italia e appena posso vado e anche quando sono lì le dimostrazioni di affetto delle persone sono incredibili".

Tre anni dopo il tuo addio, l'Inter di Mourinho vince la Champions League. Possiamo considerare quella squadra la più forte della storia nerazzurra?

"Non so dirti se sia stata la migliore della storia. Riuscì a raggiungere un traguardo storico mai raggiunto prima come la vittoria del Triplete. Anche nelle stagioni precedenti c'era stata la possibilità di vincere, ma forse è mancata un po' di ambizione e si è cambiato molto tra una stagione e l'altra. Anche l'Inter di Helenio Herrera vinse parecchio, quindi non saprei dire se quella di Mourinho fu la migliore. Sicuramente fu una stagione speciale in cui tutto riuscì alla perfezione".

Credi che l'Inter possa riuscire ad interrompere l'egemonia della Juventus che dura ormai da qualche anno?

"Spero di sì, prima o poi dovrà riuscirci. Nel corso degli anni Inter, Milan, Roma, Lazio e Napoli hanno provato a competere con i bianconeri che però hanno una rosa profondissima e piena di campioni. Se si guarda ai giocatori che non giocano nella Juventus, si può facilmente vedere che sono tutti nomi che troverebbero spazio nelle altre squadre. Credo che la Juventus continuerà a vincere ancora per molti anni, per una questione principalmente economica".

Cosa pensi della coppia Lukaku - Lautaro?

"A me piace quando la squadra vince. Credo che Lautaro stia risentendo delle voci di mercato. Le voci che lo accostano al Barcellona inevitabilmente non gli consentono di essere sereno al 100%. Il suo unico obiettivo dovrebbe essere far gol per aiutare l'Inter, però se si pensa ad altro diventa difficile. Credo che possa dare molto di più".


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