ESCLUSIVA | Michael Owen a 360°: "Che gioia vedere il Liverpool vincere la Premier. Ecco che penso di Kane e Bale"

Leaders Sport Performance Summit - Day One
Leaders Sport Performance Summit - Day One / Claire Greenway/Getty Images
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Dalla sua grande passione per il Liverpool al futuro di Harry Kane passando per la possibile vincitrice della prossima Premier League, per il futuro reparto offensivo della nazionale inglese e per la difficile situazione di Gareth Bale al Real Madrid, Michael Owen ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di 90min.com affrontando tutti questi temi così come tanti altri.

Chris Brunskill/Fantasista/Getty Images

Cos'hai provato nel vedere il Liverpool vincere finalmente la Premier League?

"È stato molto emozionante. Secondo il mio punto di vista, che è quello di un tifoso dei Reds, questa stagione è stata un rollercoaster di emozioni. L'ultimo titolo nazionale vinto dal Liverpool risale a quasi trent'anni fa: nel frattempo la squadra ha vinto molti altri trofei ma il campionato mancava da troppo tempo. Con la sospensione della stagione a causa del Coronavirus alcuni tifosi hanno pensato che il campionato potesse non essere assegnato ma il Liverpool ha meritato sul campo la vittoria: persino i tifosi avversari hanno ammesso che fosse giusto assegnarlo ai Reds. È stata una stagione turbolenta ma il titolo alla fine è giustamente arrivato ad Anfield".

Com'è nata la tua passione per i Reds?

"Da bambino ero un fan dell'Everton e lo sono stato fino all'età di 11-12 anni. Poi però sono entrato nel vivaio del Liverpool: ho continuato a tifare segretamente l'Everton per un paio d'anni salvo poi dover per forza di cose cambiare fede calcistica. La stessa cosa hanno fatto Jamie Carragher e Robbie Fowler: anche loro, come me, da bambini erano tifosi dell'Everton. Se mi viene chiesto qual'è stata la squadra più importante nella quale ho giocato nel corso della mia carriera risponderò sempre il Liverpool: è lì che Michael Owen ha raggiunto il suo apice. Ad essere sincero, lavorando ora in TV, sono più appassionato di calcio di quanto non sia mai stato: mi piace vedere tutte le squadre ma per il Liverpool avrò sempre un occhio di riguardo speciale".

Clive Brunskill/Getty Images

Cosa ti ha spinto a lasciare il Liverpool per andare ai rivali del Manchester United?

"Mi sarebbe piaciuto vincere tutto con il Liverpool ma purtroppo non è stato possibile. Un calciatore ambisce sempre al top, vuole avere una bella carriera e migliorare man mano sempre di più. In questo senso la possibilità di giocare andare al Manchester United era un'opportunità che non potevo farmi scappare: giocare per una delle più grandi squadre al mondo, poter competere in Champions League e giocare di fronte a 75 mila spettatori ad Old Trafford era un'occasione che non potevo perdere. I fan hanno una sola fede calcistica e non discosteranno mai da quella ma per un calciatore è diverso: è esattamente come nel mondo del lavoro solo che anziché scegliere un incarico piuttosto che un altro io ho scelto di giocare in una squadra piuttosto che in un'altra".

Pensi che Harry Kane debba lasciare il Tottenham?

"Harry ha giocato gran parte della sua carriera al Tottenham e può diventare una leggenda da quelle parti. Ad un certo punto del tuo percorso però ti devi chiedere cosa è più giusto fare per il bene della tua carriera: restare o ambire a vincere qualche trofeo altrove? Sta a lui decidere. Anche io ho dovuto prendere questa decisione: sta solamente a te decidere cosa fare. È qualcosa che non ha nulla a che fare con i soldi, è questione di ambizione: Harry ama e amerà per sempre il Tottenham ma se l'anno prossimo la squadra non si piazzerà nelle parti della classifica o non vincerà qualche trofeo non vedo perché il giocatore non debba cambiare squadra".

Parlando della nazionale inglese, cosa ne pensi dell'abbondanza di opzioni in attacco?

"Per anni all'Inghilterra è mancato un vero e proprio centravanti. C'è stato Rooney ma dopo di lui pochi altri. Ora però le cose sono cambiate: abbiamo solo Kane come attaccante centrale ma in compenso ci sono molte valide opzioni sulle fasce. Sancho e tutti i giovani talenti della sua generazione che man mano stanno emergendo sono giocatori brillanti con un grande futuro davanti. C'è ancora un anno di tempo per risolvere la questione del centravanti prima degli Europei 2021 ma in caso possiamo comunque contare su Sancho e su tutti gli altri nostri giovani talenti".

Marc Atkins/Getty Images

Quali squadre lotteranno per la Premier League la prossima stagione?

"Liverpool e Manchester City sono le grandi favorite ma secondo me è giusto inserire anche lo United ed il Chelsea nella corsa. I Red Devils con Solskjaer giocano un gran calcio e possono dire la loro così come i Blues che dopo il blocco del mercato impostagli dalla FIFA stanno tornando a spendere come un tempo per costruire una grande squadra. A mio avviso la prossima stagione la classifica finale nei primi quattro posti sarà in questo ordine: Liverpool, Manchester City, United e Chelsea".

Che ne pensi della difficile situazione che sta vivendo Gareth Bale al Real Madrid?

"Non ho mai vissuto esperienze del genere nella mia carriera, tanto meno quando giocavo al Real. Per fortuna andavo d'accordo con i fan, la stampa, i giocatori e tutto il resto. È stata una bella stagione, mi sono davvero goduto il mio anno a Madrid. L'unica cosa molto diversa dell'andare in Spagna sono le pressioni di stampa e tifosi: pensavo di essere in una boccia di pesci rossi, c'erano paparazzi che ti seguivano ovunque. Lì sei davvero controllato al microscopio. A Gareth tutto questo non piace, poi la gente si aspettava che fosse lui a raccogliere l'eredità di Cristiano Ronaldo una volta che questo è andato via e non è stato così. A mio avviso se tornasse in Inghilterra potrebbe tornare il giocatore straordinario di un tempo".

Juan Manuel Serrano Arce/Getty Images

Ci parli dell'iniziativa benefica che hai intrapreso con KIA? Hai donato scarpe da calcio ai bambini della Siria.

"È stato grandioso essere scelto dalla UEFA e da KIA per questa iniziativa. Donare scarpe ai bambini nei campi profughi della Siria è stata una cosa molto bella. Mi ricordo che quando ero piccolo per anni dovevo indossare lo stesso paio di scarpe ma quando arrivavano quelle nuove la sensazione che provavo era impagabile. Penso che per loro sia stata esattamente la stessa cosa. È stato un onore far parte della campagna. Sfortunatamente non siamo ancora stati in grado di recarci lì per vedere di persona quanto fatto ma in questi mesi abbiamo fatto del nostro meglio con video-chiamate ed altro. Si spera in futuro di poter andare lì da loro".

Hai incoraggiato i bambini a giocare a calcio da casa?

"A causa del Coronavirus abbiamo dovuto adattarci. Abbiamo proposto loro vari video con esercizi di abilità con la palla e tanto altro. Con UEFA e KIA abbiamo cambiato un po' quelli che erano i piani e ci siamo adattati al meglio: per rendere felici molte persone questo e altro, ci mancherebbe. È davvero il minimo che tu possa fare".


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