Esclusiva | Forlan: "In Serie A è più difficile far gol. Maradona è stato importantissimo per me"
Esclusiva - Nel segno del gol. Questa è la storia di Diego Forlan. L'ex centravanti uruguaiano, terzo marcatore di tutti i tempi della propria nazionale dietro a Suarez e Cavani, è una leggenda del calcio sudamericano, capace di segnare più di 200 gol con 10 maglie diverse in 3 continenti. Intervistato in esclusiva dalla nostra redazione spagnola, ha ripercorso le tappe di una carriera gloriosa che lo ha visto brillare soprattutto in Spagna con le maglie di Villarreal e Atletico Madrid.
Prima del Submarino Amarillo però, ci furono i Red Devils, con cui "El Cacha" giocò dal 2002 al 2004, dopo aver attirato le attenzioni dei club europei quando indossava la maglia de Los Diablos Rojos dell'Independiente. L'arrivo a Manchester, rappresentò per Forlan il coronamento di un sogno e la possibilità di lavorare con uno dei più grandi di sempre, Sir Alex Ferguson: "Lavorare con lui è stato un privilegio. Sono cresciuto vedendo le imprese dello United in TV e poter indossare quella maglia e lavorare con Ferguson tutti i giorni è stato motivo di grande orgoglio".
A 18 anni dal suo arrivo a Old Trafford, lo United guidato dal suo ex compagno Solskjaer - a cui Forlan subentrò il giorno del suo esordio in Premier League - ha acquistato un'altra leggenda della Celeste e vecchia conoscenza del nostro calcio: Edinson Cavani
"Lui non deve dimostrare niente a nessuno. È arrivato in un grandissimo club in cui sono certo farà grandi cose. Lo vedo bene e non credo che sia perfetto per il Manchester United. Sono contento che abbia questa possibilità, perché è un club che ti dà la possibilità di crescere sia a livello professionale che personale. Anche se è difficile ripetere quel che è stato fatto in passato, perché i tempi cambiano, anche oggi ci sono grandissimi giocatori, la squadra ha un potenziale enorme e il club ha possibilità economiche importantissime, quindi non ho dubbi che torneranno presto a competere per qualcosa di importante"
E se a Manchester c'è Cavani, a Madrid con la maglia dell'Atletico - squadra che ha permesso a Forlan di vincere Europa League e Supercoppa Europea - c'è il suo grande amico Luis Suarez, protagonista in estate di un clamoroso trasferimento dopo la rottura con il Barcellona. Un arrivo che però non sorprende Forlan: "Sono cose che succedono. Non è la prima volta che un fuoriclasse lascia il Barcellona. Io credo che ne stiano sentendo la mancanza e non solo per i gol. Luis è un calciatore che aiuta tantissimo la squadra. È stata una perdita importante e oggi non credo abbiano lo stesso potenziale offensivo delle stagioni precedenti. Lui sta benissimo a Madrid, è arrivato in una squadra solida che ha giocatori giovani come Joao Felix dopo il ricambio generazionale degli ultimi anni. Lui sta bene e non è un caso che siano primi in classifica".
Nel suo giro d'Europa, Forlan ha fatto tappa anche in Italia, dove ha vestito la maglia dell'Inter nella stagione 2011-2012. Una parentesi sfortunata e condizionata dagli infortuni che non ha impedito ai tifosi nerazzurri di vedere il vero Forlan, ma che ha permesso a Diego di confrontarsi con un calcio diverso da quello a cui era abituato: "Ogni campionato ha il suo stile e le proprie difficoltà. In Italia il calcio è più difensivo e con il Catenaccio hanno vinto tante Coppe del Mondo e tantissimi titoli a livello europeo. Le squadre sono più chiuse e per un attaccante è più difficile fare gol, perché ci sono meno occasioni che in Spagna e in Inghilterra".
Da Diego a Diego, Forlan ha voluto ricordare anche Maradona, idolo scomparso da poco più di due settimane: "Fa male. Quando vedo le immagini in TV faccio ancora fatica a crederci. Ho avuto la fortuna di incontrarlo molte volte. Per me è stato importantissimo. Messico '86 è il primo Mondiale che ricordo e lui è stato un personaggio incredibile a cui tutto il mondo del calcio sarà per sempre legato. È stato molto doloroso per tutti gli uruguaiani, visto l'affetto che ha sempre mostrato nei confronti del nostro paese".
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