ESCLUSIVA | Cruz: "Bologna? Un giocatore fu fondamentale per farmi ambientare! Mihajlovic? Una grande persona"

AS Photo Archive
AS Photo Archive / Alessandro Sabattini/Getty Images
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Julio Ricardo Cruz ovvero El Jardinero del gol. L'ex centravanti argentino ha vestito maglie importanti ed è approdato in Italia nel 2000, grazie al Bologna. Il sudamericano, dopo aver mosso i primi passi in Argentina con Banfield e River Plate, è volato in Europa con il Feyenoord. Poi l'Italia con Bologna, Inter e Lazio. Ha lasciato un ottimo ricordo ovunque. Conta anche 22 presenze e 3 reti in 11 anni di nazionale argentina. Con la maglia dei rossoblù ha collezionato 99 presenze, segnando 30 reti. Centravanti abile nel gioco aereo ma anche sui calci di punizione, era una sentenza in area di rigore. El Jardinero ha parlato in esclusiva ai microfoni di 90min, raccontando la sua esperienza a Bologna (2000-2003).

Appena arrivato in Italia, al Bologna hai subito trovato una leggenda come Signori. Cosa ci puoi dire su di lui? Ti ha dato alcun consiglio per adattarti meglio?

"Quando stavo per lasciare il Feyenoord il mio agente mi parlò della possibilità di andare al Bologna che all’epoca aveva anche Kennet Anderson, attaccante svedese molto alto con caratteristiche simili alle mie che apriva gli spazi per Signori che agiva da seconda punta. Signori lo conoscevo perché sapevo che era una leggenda della Lazio e che aveva vinto il titolo di capocannoniere 3 volte. Quando lo vidi la prima volta mi sorpresi perché non era troppo alto. Mi aiutò molto, provava a parlare in spagnolo anche se non lo sapeva. Con il tempo siamo diventati molto amici. È venuto anche a casa mia in Argentina. Ci siamo visti quando sono stato l’ultima volta a Bologna e le nostre famiglie hanno una buona relazione. Beppe è stata una figura molto importante per me, così come lo è stato Francesco Guidolin".

Torino v BolognaX
Torino v BolognaX / Grazia Neri/Getty Images

Cosa puoi dirci su Guidolin?

"Francesco Guidolin è un maestro. Non tutti conoscono il suo modo di lavorare ed è poco pubblicizzato rispetto ad altri. Però posso dirti che mi ha insegnato come giocare a calcio in Italia in pochissimo tempo dando i consigli giusti. Se tutti si ricordano di me il merito è anche suo".

Se parliamo del Bologna attuale, tu conosci Sinisa Mihajlovic perché è stato tuo compagno all’Inter. Si vedeva che sarebbe diventato un allenatore?

"Ti dico la verità, quando giochi tranne alcuni casi particolari non ti immagini mai i tuoi compagni come allenatori. Ci sono eccezioni come Simeone, che quando eravamo in nazionale parlava tutto il tempo di calcio e guardava solo calcio. Sinisa è stato prima mio compagno, poi ha smesso ed è diventato subito assistente di Mancini. Non avrei mai immaginato che potesse diventare il tipo di allenatore che è oggi. Quando giochi pensi solo a giocare e a scherzare insieme a tuoi compagni. Sinisa è una bella persona, sempre pronta ad ascoltare e che ha passato momenti difficili nell’ultimo periodo. Vederlo in una città fantastica come Bologna mi rende felice. Bologna è il posto ideale per un calciatore. La città, il club e i tifosi ti permettono di crescere. Guarda Palacio. È arrivato a Bologna e non è più andato via".


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