Eden Hazard: l'eclissi di una stella
Il campione belga: da Crack europeo e ambita preda ad infortuni costanti e soli due goal a stagione.
Con la locuzione prendere un abbaglio, in italiano, s'intende l'ingannarsi, lo sbagliare. Ma rimanendo più legati al significato letterale, il termine indica un forte raggio luminoso che disturba la vista attraendo sicuramente, ma tuttavia non permettendo la netta visione di ciò che si ha davanti agli occhi. Proprio come accade quando si fissa la luna, che però si sa: ha due facce, di cui una ben nascosta e non visibile. Si potrebbe dire, ascoltando i rumori in "casa Blanca", che Don Florentino sia inizialmente rimasto abbagliato dalla sua luna, per poi vederne la faccia nascosta e prendere un abbaglio.
La luna di Perez si chiama Hazard, Eden Hazard.
Per presentarlo, in realtà, non servirebbero molte parole, lui è il campione belga, nato a La Louvière il 7 gennaio 1991. Figlio di ex calciatori, nasce con il pallone tra i piedi.
Fin da subito diventa famoso per la tecnica notevole, per la capacità di dribblare gli avversari e per l'abilità nel complicato doppio passo. I primi passi da professionista li muove nel Tubize, per poi esordire in prima squadra con il Lilla a 17 anni nella stagione 2007/2008. Sotto l'egida di Rudi Garcia, due stagioni dopo vince il campionato e la coppa di Francia. Anno prolifico, visto che riuscirà a mettere a segno anche lo score di 23 goal a stagione, raggiungendo il record personale.
Nel giugno 2012 passa al Chelsea, dove fa innamorare i tifosi e mette in mostra le sue doti migliori. Alterna stagioni da "Oscar" a stagioni leggermente sotto tono ma riesce comunque a diventare uno dei calciatori migliori a livello europeo. Vince campionati e coppe dentro e fuori dall'Inghilterra, tra le quali l'Europa League. In Nazionale poi rappresenta la forza motrice e uno dei più emblematici di sempre, tra le altre cose riesce ad ottenere con il Belgio un ambito terzo posto ai mondiali di Russia 2018.
Ma il 7 giugno 2019, qualcosa cambia, Eden Hazard passa al Real Madrid per 100 milioni di euro, "milioni in più, milione in meno". Arriva nella capitale tra entusiasmi e dubbi dovuti alla sua missione: l'arduo compito di sopperire alla mancanza, di non uno qualunque ma, di Cristiano Ronaldo. Esito della titanica impresa ad oggi: "Hazard, un fiasco con asterisco" titola Marca, quotidiano d'informazione sportiva con maggior tiratura in Spagna. Durante la prima stagione "galactica", nonostante il Real abbia vinto LaLiga e la Supercoppa di Spagna, Hazard è riuscito a totalizzare solo un goal e sette assist, non una cifra da diamante con i suoi carati, abituato a 21 goal e 17 assist nell'ultima stagione inglese. E il fatto non passa inosservato tra la tifoseria che ben presto alza le forche.
"En el Chelsea cuando perdía no sentía que era un desastre, en España es diferente" ( "Al Chelsea quando perdevo non appariva come una catastrofe, in Spagna è diverso invece"), afferma Hazard, si al Real Madrid è concesso solo vincere e segnare e un campione in sovrappeso e totalmente alieno in campo non può esser ben visto, nonostante il potenziale. Qualche piccolo spiraglio di luce c'è stato ma per la legge di Murphy, proprio quando il belga sembrava aver ingranato la marcia giusta è arrivato l'infortunio contro il Paris Saint Germain. Poi la ripresa e di nuovo la "baja" all'inizio della stagione corrente che lo sta costringendo fuori.
E mentre la squadra e la tifoseria attendono con le dita incrociate il suo ritorno perchè si aspettano, come da manuale, che la luna torni a brillare dopo l'eclissi, Hazard sa che Don Florentino dall'alto lo osserva, sa che giocare nel Madrid pur "essendo il sogno di tutti" ha degli aspetti negativi o se vogliamo più impegnativi e, per citare Calvino "Sa che strazio è vincere, e sa che è ormai impegnato a continuare la via che ha scelto e non gli sarà dato lo scampo di chi fallisce."
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