È possibile in Italia vedere manager stile Premier League eliminando la figura del direttore sportivo?

Media Interviews - 2020 Laureus World Sports Awards - Berlin
Media Interviews - 2020 Laureus World Sports Awards - Berlin / Boris Streubel/Getty Images
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Italia Paese di santi, poeti e allenatori. E anche di allenatori manager? Negli ultimi mesi è tornato di moda il discorso relativo all'allenatore-manager, un habitueè nel calcio inglese, un po' meno nel calcio italiano. Il Milan vorrebbe affidare la conduzione della prima squadra a Ralf Rangnick, attuale responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico del gruppo Red Bull. Il tedesco potrebbe prendere il posto di Pioli e anche di Paolo Maldini, assumendo i comandi del reparto sportivo rossonero (con il supporto di Moncada, attuale capo scout).

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FBL-GER-CUP-LEIPZIG-BAYERN MUNICH / ODD ANDERSEN/Getty Images

E' possibile vedere un manager in Italia? Difficile, molto molto difficile, se non impossibile. Il nostro calcio ha una precisa mentalità che si basa sulla spartizione dei ruoli e delle competenze e negli ultimi anni, ad esempio, alcuni club hanno scisso la figura dell'amministratore delegato in due (uno per l'area amministrativa, l'altro per l'area sportiva). Si cercano sempre più professionisti con ruoli specifici che siano in grado di collaborare con l'allenatore sulla costruzione della squadra (alcuni tecnici, ad esempio, non danno consigli sui nomi per gli acquisti ma parlano con i dirigenti chiedendo un acquisto in base alle caratteristiche, alcuni hanno anche gli osservatori personali). Il Milan, su consiglio di Gazidis che ha lavorato in Inghilterra con il manager Wenger, andrebbe in direzione contraria.

Il calcio italiano, come detto, ha la sua mentalità e non ama troppo le grandi novità. Come in ogni campo, le novità spaventano e sarà difficile, almeno nel prossimo futuro, assistere a un uomo solo al comando, a un personaggio che decide tra campo e mercato, trattando i giocatori in sede di mercato anche in prima persona. Il ruolo dell'allenatore in Italia è sempre più in bilico, almeno il 50% dei club di Serie A, ogni anno, cambiano allenatore nel corso del campionato (c'è anche chi lo fa tre o addirittura quattro volte) e anche per questo motivo appare difficile affidare a un manager all'inglese il ruolo di tuttofare all'interno di un club di Serie A. Il Milan però vuole provarci: l'esperimento rossonero potrà confutare o confermare questa tesi.


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