Dzeko o Correa (aspettando Big Rom): chi è il partner ideale per Lautaro Martinez?
Rincorsa, testa bassa e corna pronte a trafiggere: è questa la strategia che ogni toro segue quando deve colpire un bersaglio. Non gli importa di chi gli è accanto, se è solo come in una corrida o in mandria come nella corsa tra le strade di Pamplona, lui vuole solo arrivare all'obiettivo.
Non per questo Lautaro Martinez è soprannominato "El Toro". Lui è uno abituato a buttare la palla dentro a prescindere da tutto e anche adesso che l'Inter sta attraversando una crisi di gioco, è costantemente uno dei più positivi. Ma anche gli attaccanti più spietati provano delle emozioni e in questo momento all'argentino manca il suo compagno di merende Romelu Lukaku.
Big Rom sta pian piano smaltendo un infortunio muscolare al flessore e i nerazzurri sperano di riaverlo a disposizione per il prossimo impegno di Serie A contro l'Udinese, ma in Champions non potrà ancora dare una mano ai compagni, non potrà affiancare Lautaro al centro dell'attacco.
Le controfigure di Lukaku
Per non far sentire Lautaro così solo, Simone Inzaghi ha provato ad affiancargli un altro attaccante ma né Edin Dzeko né Joaquin Correa provocano nel bomber di Bahìa Blanca la stessa carica che sente quando gioca con Romelu. Lautaro-Dzeko o Lautaro-Correa risultano dei matrimoni combinati, di quelli basati sulla convenienza: uno stare insieme pur di non stare da soli. Con Lukaku c'è una bromance profonda.
El Toro non vede l'ora di riabbracciare il belga, ma prima c'è una partita di Champions da disputare e da vincere. Con il Viktoria Plzen l'Inter ha infatti l'obbligo morale di portarsi a casa il bottino pieno per non compromettere la possibilità di approdare agli ottavi.
Per questo non bisogna sbagliare niente, per questo Inzaghi deve scegliere con cura il partner da affiancare a Lautaro Martinez. Perché con una squadra che proverà a chiudersi è fondamentale trovare delle punte in grado di far breccia nella difesa. Solo che in queste settimane, tra colpe dei giocatori stessi e una generale fatica nella costruzione del gioco, è difficile stabilire quale sia la soluzione migliore.
Dzeko-Lautaro: il surrogato di Lukaku
Nella partita immediatamente successiva allo stop di Lukaku, ossia quella casalinga contro la Cremonese, Inzaghi ha mandato in campo un tandem inedito composto da Dzeko e Correa: una decisione influenzata dal turnover in vista dell'esordio in Champions con il Bayern Monaco.
Contro i bavaresi, invece, il tecnico nerazzurro ha scelto il bosniaco come spalla di Lautaro. La sua decisione è stata dettata dalla volontà di cambiare il meno possibile lo status quo dell'attacco: se esce un centravanti possente e di poco movimento, ne entra uno con le medesime caratteristiche.
Nei piani dell'allenatore, l'ex capitano della Roma avrebbe permesso ai compagni di salire e/o rifiatare difendendo palloni preziosi con il suo fisico imponente. Esattamente la stessa cosa che avrebbe fatto - certo in maniera diversa - Lukaku. Alla fine questo non è accaduto per ben due motivi:
- Il Bayern ha corso talmente tanto che quei "palloni preziosi" non sono praticamente mai passati dalle parti di Dzeko
- Il suo fisico non è più poi così imponente vista l'età
Ed è così che nel derby contro il Milan, ossia una di quelle partite in cui secondo i media ci si gioca una fetta di Scudetto, Simone ha optato per Correa come scudiero del Toro. Solo che il cigno di Sarajevo, subentrato dalla panchina, è riuscito a mettere il proprio nome sul referto di gara e a riaprire temporaneamente una gara che sembrava ormai persa. Quel gol, magari un po' fortuito e certamente inutile, ha contribuito alla risalita delle quotazioni di Dzeko, che ieri sera contro il Torino è sceso di nuovo in campo dall'inizio e ha fatto di nuovo...molto male.
Correa-Lautaro: un attacco a ritmo argentino
Le possibilità di vedere Correa al fianco di Lautaro in Champions non sono dovute a effettivi meriti dell'ex Lazio, autore di un solo gol contro una Cremonese, bensì ai demeriti evidenti di Dzeko, che non sembra poter più offrire le stesse garanzie di una volta.
Cosa hanno in comune Lautaro Martinez e Joaquin Correa? Purtroppo per Inzaghi, parecchie cose. El Toro e El Tucu si sono spesso pestati i piedi in più di un'occasione visto che entrambi amano allontanarsi dall'area per dialogare con i compagni e magari cambiare gioco aprendo il pallone verso la parte opposta di campo.
Un fattore su cui l'Inter può puntare è la nazionalità dei due. Essendo entrambi argentini, Correa e Lautaro sono molto amici, in campo si parlano molto e se riuscissero a coordinare i rispettivi movimenti potrebbero anche risultare una coppia pericolosa. Tuttavia, l'ex Lazio, vero e proprio pupillo di Inzaghi, non è mai riuscito a giocare con qualità per diverse partite di fila e l'idea di affidarsi alla sua incostanza per una gara così importante non sembra esattamente prudente.
Nell'attesa del ritorno di Lukaku, Joaquin Correa è però l'attaccante più vivo e imprevedibile, quello più sul pezzo, e in quanto tale può dare una grossa mano a Lautaro contro un Viktoria Plzen che si arroccherà in difesa.
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