Due mesi di De Ketelaere al Milan: sensazioni e aspettative future
È stato il colpo da novanta del mercato rossonero e in generale tra i più attesi di tutto il calciomercato in Italia, Charles De Ketelaere è arrivato al Milan come stella emergente attirando su di sé tutte le attenzioni mediatiche del caso. In ogni partita, in ogni sua giocata ci si aspetta sempre che faccia la differenza - in modo da giustificare la cifra spesa dal Milan per strapparlo al Club Brugge - e difficilmente gli si lascia il tempo e lo spazio per sbagliare. Opinioni e giudizi contrastanti lasciano spazio a un'unica certezza, ovvero quella di non avere dubbi sulle sue qualità, come dichiarato da Paolo Maldini in occasione del Festival dello Sport.
In questi primi due mesi con la maglia rossonera, più che con il suo ruolo in campo, Charles ha riscontrato qualche fisiologica difficoltà di adattamento ai ritmi del calcio italiano. Sì, fisiologica, perché se così non fosse stato staremmo parlando di un fuoriclasse già affermato. Un po' come quel Ricardo Kakà che fin dal momento del suo arrivo al Milan stupì il mondo intero per la facilità disarmante con la quale si adattò al calcio italiano e soprattutto per le giocate in campo con cui deliziava tifosi rossoneri e non. In fondo Charles e Ricardo un po' si assomigliano, vuoi per il cambio di passo palla al piede, vuoi per quella faccia pulita e da bravo ragazzo. Ma paragonare attualmente l'ex Brugge a un mostro sacro della storia rossonera come Kakà può rivelarsi assolutamente controproducente.
È chiaro che per il futuro ci si aspetti qualcosa in più da uno con le sue qualità, ma quello che in questo momento non deve mancargli è la fiducia di allenatore e società, soprattutto per un discorso emotivo e motivazionale. Ma da questo punto di vista a Milanello sanno bene come aspettare, far crescere e tirare fuori il meglio da un calciatore dal grande talento, come dimostrato soprattutto con Leao e Tonali. I presupposti per diventare decisivo ci sono, basta solo dargli tempo per dimostrarlo. Parola di Paolo Maldini.