Dove pensa (ed entro quando) di costruire il nuovo stadio la proprietà del Milan?

Gerry Cardinale
Gerry Cardinale / ISABELLA BONOTTO/GettyImages
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Gerry Cardinale continua a lavorare su due fronti. Se da un lato, infatti, l'esonero di Maldini e Massara fa presagire una rivoluzione dell'asset dirigenziale, dall'altro il proprietario di RedBird prosegue nella sua crociata per regalare al Milan un nuovo stadio di proprietà.

Stando a quanto riferito dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Cardinale ha ormai abbandonato il progetto del "Nuovo San Siro" in collaborazione con l'Inter e, preso atto dell'impossibilità di erigere il nuovo impianto a La Maura, sta rivolgendo sempre più le proprie attenzioni all'hinterland milanese. In lizza ci sono Sesto San Giovanni e San Donato, con l’area Cabassi di Rozzano, sondata anche dall’Inter, che rimane in secondo piano.

La decisione di portare il Milan fuori da Milano nasce dalla necessità di valutare due aspetti: quello economico e soprattutto quello tempistico. Sempre secondo la rosea, infatti, Cardinale vuole decidere la location entro uno o due mesi per poi iniziare i lavori tra circa un anno. La speranza di RedBird è quella di avere uno stadio di proprietà per la prima partita del campionato 2028/29; tuttavia, più probabile che si slitti al 2029/30, per i 130 anni del club.

Tutte le zone prese in considerazione potrebbero accontentare le richieste di RedBird visto che, sebbene siano in provincia, sono molto ben collegate con il capoluogo lombardo e che per tempi e costi di realizzazione renderebbero i lavori più fattibili.