Dove e quando si è tenuta la prima edizione dei Mondiali?

Rimet col trofeo
Rimet col trofeo / STAFF/GettyImages
facebooktwitterreddit

Il Mondiale in programma in Qatar sancirà un punto di rottura storico, un segno di discontinuità epocale rispetto al periodo di svolgimento della competizione: non più dunque la consueta collocazione estiva ma un'insolita (unica fin qui) decisione di giocare tra novembre e dicembre.

Un punto di svolta, segno di un calcio che cambia e si apre a nuovi scenari, che appare lontano anni luce dal contesto pionieristico che diede vita a suo tempo a quella grande storia rappresentata dai Mondiali di calcio: un percorso, questo, che si rivelò accidentato, colmo di tentativi bloccati sul nascere e di false partenze, fino poi all'edizione del 1930 che sancì di fatto l'inizio del percorso dei Mondiali.

Dove si disputarono i primi Mondiali della storia?

Anni luce di distanza ma un carico di polemiche e di controversie che, per certi versi, ci riporta anche alla stretta attualità: la scelta di disputare i primi Mondiali della storia in Uruguay, a fronte delle tante candidature autorevoli dei Paesi europei, fece scalpore ed ebbe importanti conseguenze sull'edizione inaugurale della coppa varata da Jules Rimet nel 1928. La questione cruciale, fin dalla nascita della FIFA nel 1904, riguardava la necessità di trovare un contesto in cui le squadre Nazionali potessero sfidarsi, al di fuori delle Olimpiadi e della natura amatoriale (persino dimostrativa, più che competitiva) che lo scenario olimpico prevedeva.

L'atto fondativo della nuova competizione è da ricercare nel Congresso di Amsterdam del 1928, su proposta di Rimet e Delaunay: l'intenzione è quella di organizzare un campionato su scala globale che permette alle Nazionali di incontrarsi e che superi il "monopolio" delle Olimpiadi in tal senso. L'ispirazione di partenza affonda le radici proprio nei tornei olimpici del 1924 e del 1928, vinti entrambi dall'Uruguay: un aspetto, questo, che di fatto si rivelò essere il pomo della discordia.

The FIFA World Cup
Rimet e la "sua" Coppa / Fototeca Storica Nazionale./GettyImages

Il ruolo della Celeste, come dominatrice del contesto calcistico a livello olimpico, condusse alla scelta di puntare proprio sull'Uruguay - nello specifico su Montevideo - come luogo in cui si sarebbe tenuto il primo Mondiale della storia. Una scelta che si scontrò con le candidature delle Nazioni europee (Italia, Paesi Bassi, Ungheria, Spagna e Svezia) e che condusse a una presa di posizione di molti Paesi del Vecchio Continente.

Furono solo quattro le Nazionali europee a partire per l'Uruguay, nello specifico Francia (con annesso lavoro diplomatico da parte di Rimet), Jugoslavia, Belgio e Romania. L'Italia di Vittorio Pozzo, dal canto proprio, si tirò indietro e si unì alla schiera di chi non apprezzò la scelta di disputare il Mondiale fuori dai confini europei. Una decisione che, in Uruguay, non mancò di far discutere e venne vista con occhio critico.

Quali Nazionali parteciparono al primo Mondiale?

Quali furono le squadre che presero parte al primo Mondiale della storia? Oltre alle quattro europee - le già citate Francia, Jugoslavia, Belgio e Romania - parteciparono Cile, Argentina, Bolivia, Paraguay, Brasile, Perù, Messico, Stati Uniti d’America e ovviamente Uruguay. Il tutto per un totale di appena tredici Nazionali, numero che risentì ovviamente dell'opera di boicottaggio messa in atto dai Paesi europei in segno di protesta.

Vittorio Pozzo
L'Italia di Pozzo: la grande assente / Fox Photos/GettyImages

Dove si giocarono le partite del primo Mondiale?

Come detto fu l'Uruguay a ospitare la prima edizione dei campionati del mondo di calcio, tutte le partite della competizione si tennero nella Capitale Montevideo, distribuite su tre stadi: nello specifico Stadio del Centenario, Stadio Pocitos e Stadio Gran Parque Central. La storia dello Stadio del Centenario si lega a doppio filo alla prima edizione dei Mondiali: l'impianto da 80mila posti venne progettato e costruito, a tempo di record e finendo esattamente per il debutto, proprio in occasione del campionato del mondo. Il nome si lega alle celebrazioni per i 100 anni dalla promulgazione della prima Costituzione della Repubblica uruguaiana.

La formula della prima edizione del Mondiale

Un numero così ridotto di squadre e il fatto che fosse a tutti gli effetti una prima volta rendono di particolare interesse capire, anche a posteriori, quale formula venne scelta e quali regole caratterizzassero la prima edizione dei Mondiali.

Le tredici squadre vennero divise in quattro gruppi, uno da quattro squadre e i restanti da tre squadre: due punti in caso di vittoria e uno in caso di pareggio, spareggio tra due squadre in caso di parimerito per decidere chi dovesse poi andare avanti nella competizione (un'evenienza che però non si verificò).

Le squadre prime classificate dei gironi si sarebbero poi affrontate in semifinale, dalla semifinale in poi in caso di pareggio sarebbero eventualmente andati in scena i supplementari (tutte le partite, però, si risolsero entro il tempo regolamentare).

1930 WORLD CUP FINAL
L'Uruguay campione / Hulton Archive/GettyImages

Come andarono i primi Mondiali della storia?

I quattro gironi di qualificazione alle semifinali erano così composti: il Gruppo 1, l'unico a quattro squadre, comprendeva Argentina, Cile, Francia e Messico, il Gruppo 2 vide affrontarsi Brasile, Bolivia e Jugoslavia, nel Gruppo 3 erano presenti i padroni di casa dell'Uruguay insieme a Romania, Perù e Stati Uniti, infine il Gruppo 4 chiudeva il quadro con Belgio e Paraguay. A conquistare l'accesso alle semifinali furono Argentina, Jugoslavia, Uruguay e Stati Uniti: le due sfide per decidere chi sarebbe arrivato in finale si disputarono il 26 luglio (Argentina-Stati Uniti) e il 27 luglio (Uruguay-Jugoslavia) ed ebbero lo stesso esito, 6-1 in favore dell'Argentina e della Celeste (nonostante lo svantaggio iniziale).

Per quanto riguarda l'epilogo della competizione non ci furono deviazioni rispetto alle attese e ai pronostici: il successo andrò proprio alla Celeste, vittoriosa sull'Argentina in finale col risultato di 4-2. L'Argentina rispose al gol di Dorado ribaltandola e portandosi in vantaggio con Peucelle e Stabile ma l'Uruguay riuscì a controbattere e a rimontare a sua volta: le reti arrivarono nella ripresa a firma di Cea, Iriarte e Castro. Il tutto in una cornice di pubblico senza precedenti, con uno Stadio del Centenario riempito ben oltre la sua capienza effettiva (si parla di 93mila persone presenti, a fronte di una capienza di 80mila).