Diritti tv, parla l'Ad di Sky Ibarra: "Servono costi razionali, ma in Italia si fa poco contro la pirateria"
Il tema dei diritti tv è da sempre centrale nel sistema calcio italiano. Lo è diventato ancor di più durante il lockdown e lo stop al campionato che ha azzerato gli introiti dei club di Serie A che ancora non hanno trovato l'accordo con Sky. E l'amministratore delegato del colosso televisivo, Maximo Ibarra, ha rilasciato un'intervista a Repubblica dove ha spiegato la sua posizione per il futuro
"Aspettiamo le regole del prossimo bando di gara per il 2022-24, se sarà con pacchetti di partite, come in passato, o se invece darà l’esclusiva per canali. In questo caso, il nostro obiettivo sarà di dare al cliente Sky la libertà, a un costo razionale, di guardare la sua squadra via parabola, via internet o via cellulare attraverso Sky go - le parole di Ibarra riportate da calciomercato.com -. Canale della Lega? Sono anni che sento parlare di questo progetto, non so cosa deciderà la Lega. Nei mesi del lockdown abbiamo trovato accordi con tutte le leghe calcio europee e sono ancora fiducioso che troveremo un accordo anche in Italia".
Poi l'affondo sulla lotta alla pirateria: "Mi stupisce però che in questo Paese, dove la pirateria è un fenomeno più rilevante rispetto al resto d’Europa, quello di chi ruba i contenuti sia per la Lega un problema di "serie B". Per massimizzare il ritorno di questo sport, collaborare per ridurre la pirateria è importante tanto quanto trovare il miglior modo per strutturare la gara. Streaming? Prende sempre più piede, e tutti gli operatori via cavo sanno che il futuro dei contenuti è quello. Per la sostituzione completa ci vorrà diverso tempo, ma anche se il quadro cambia a seconda dell’anagrafe dei clienti e della geografia dell’Italia, nelle città dove la rete è capillare lo streaming diventerà la tecnologia dominante nell’arco di 2-3 anni" ha concluso Ibarra.
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