Le difficoltà dell'Inter e cosa fare in vista del martedì di Champions League
Tutti uniti in vista di sei giorni che saranno fondamentali per la stagione dell'Inter e del suo allenatore Inzaghi. Il match dell'Olimpico si è portato dietro, oltre alle polemiche, anche un'immagine piuttosto nitida del contesto neroazzurro: l'Inter non sa centrare il bersaglio quando richiesto.
L'Inter non può giocare solo 60 minuti
Le cose da scrivere sarebbero tante; sì perché l'Inter vista contro la Lazio è stata una squadra con due facce: una meravigliosa fatta di tecnica e uscite dal basso (una di queste ha portato al rigore di Perisic) e una vulnerabile fatta di rabbia e poche idee.
L'Inter che ha volato fino al 60' è una squadra che sposa perfettamente le logiche del proprio allenatore; non buttare mai la palla e cercare di saltare la prima pressione portata dagli uomini di Sarri attraverso linee di passaggio scientifiche e smarcamenti portati ad hoc.
I nerazzurri hanno mostrato durante queste prime uscite contro le grandi squadre (dal Real Madrid passando per Atalanta, Shakhtar e Lazio) di poter mettere in difficoltà qualunque avversario. I dettami tecnici di Inzaghi sono diversi da quelli dell'ex comandante Conte ma altrettanto efficaci. Sicuramente gli interpreti sono diversi ma a mancare sono cattiveria e concretezza sotto porta. Le gare contro avversari più blasonati hanno portato nelle tasche interiste solamente due punti arrivati con Atalanta e Shakhtar.
L'Inter dell'elegante Simone è una squadra che fa del possesso palla, i passaggi tra le linee e l'inserimento degli esterni il proprio credo calcistico. Dzeko ha dimostrato ancora una volta, come se ce ne fosse realmente bisogno, di essere un partner d'attacco ideale e i due esterni non hanno fatto rimpiangere le assenze.
Il vero problema è che l'Inter arriva con molta facilità nei pressi dell'area di rigore avversaria senza però mai affondare il colpo. E qui sta la domanda? Meglio essere belli ed efficaci oppure solo belli? C'è chi la pensa in un modo e chi in un altro ma l'unica verità è che le partite vanno ammazzate, passatemi il termine, quando l'avversario è più vulnerabile.
Magari fosse così semplice. Il bello del match romano è stato proprio questo che l'Inter poteva calare più volte l'asso ma la maggior parte delle azioni offensive si sono concluse con un nulla di fatto. Sorvolando la parte delle polemiche, perché signori quello non è calcio, delle dichiarazioni post-partita e del comportamento dei ventidue in campo, le parole dell'allenatore interista riassumono i 90' dell'Olimpico
"Ci prendiamo la prestazione, ma non il risultato"
La realtà è questa ed ora i tifosi della beneamata vogliono portarsi, nel tragitto dallo stadio a casa, anche i risultati e non solo il risentimento di quello che sarebbe potuto essere, ma non è stato.
Prima lo Sheriff e poi la Juventus, una stagione in due partite
Basterebbe questo per dare la carica alla squadra nerazzurra. Il blasone europeo da ritrovare e una leadership in campionato da confermare saranno i pensieri nella testa dei calciatori ma soprattutto del mister Inzaghi; arrivato ad un vero e proprio esame di maturità.
Il lavoro in campo, si sa, l'allenatore lo sa fare e con grande maestria. La testa è quella, che al momento, si fa segnare assente nei 90'. Una nota positiva c'è: in entrambe le sfide l'Inter potrà contare sul sostegno delle mura amiche e dei tifosi che faranno tutto il frastuono e la differenza del mondo.
Andando con ordine la sfida di Champions va preparata contro uno squadra rivelazione che niente e nessuno, neanche Ancelotti e compagnia blanca, riesce a fermare.
A far sperare Inzaghi che l’Inter delle prossime partite non sia pazza come quella di Roma, c’è il recupero di molti giocatori che sabato erano assenti (Vidal e Sanchez) oppure in panchina, stanchi o malconci (Lautaro, Correa, Vecino e Calhanoglu).
Ha rispolverato Gagliardini, ha schierato Perisic in attacco, si è inventato la qualunque per battere comunque la compagnia sarriana. Ma ha funzionato solo per un’ora. Oggi proverà la formazione anti-Sheriff e sicuramente ci saranno novità: Lautaro sarà titolare, l’interno sinistro di centrocampo sarà uno tra Vidal e Calhanoglu. Recuperi importanti per evitare altre follie.
Domenica invece ci sarà una sfida ancor più sentita, e altrettanto rilevante, quella contro la Vecchia Signora, che complice le quattro vittorie consecutive in campionato (cinque con quella in Champions) è tornato a meno tre lunghezza dall'Inter e dalle zone alte della classifica.
Il regista è Simone Inzaghi gli attori, tutti protagonisti, sapranno mettere in scena uno spettacolo degno della Scala del Calcio?
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