Diego spiega cosa non funzionò nella sua esperienza alla Juventus
Diego Ribas Da Cunha è sicuramente uno dei più grandi rimpianti per la Juventus. Arrivato nell'estate 2009, il brasiliano non è mai riuscito a esprimere tutto il suo talento in bianconero, ma in una sfida contro la Roma sembrò poter diventare davvero un giocatore importante. Diego, che poi si è imposto in Bundesliga con il Wolfsburg e in patria con il Flamengo, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport:
Sulla doppietta contro la Roma: “Quella è stata la mia miglior partita con la maglia della Juventus. Ho dei ricordi bellissimi di quella partita. Ho realizzato una doppietta in uno stadio stupendo come l’Olimpico, è un sogno per chiunque e sono felice di averlo compiuto”.
Su quella stagione: “Eravamo una squadra di grandi individualità, ma non è mai scattata la scintilla per diventare un gruppo coeso. Erano anni in cui la Juve ha cambiato molto tra allenatori, società e giocatori, non era semplice. E se non giochi da squadra è anche giusto che tu non lotti per vincere un titolo”.
Su Alex Del Piero: “Alex è una persona speciale ed è stato un giocatore fantastico. Quando ero alla Juve mi è dispiaciuto molto che mi dicessero che non potevo giocare con lui perché avevamo caratteristiche simili, ma quando capitava a partita in corso facevamo sempre grandi cose. Sto scrivendo un libro sulla mia carriera, l’ho chiamato per farmi raccontare della stagione vissuta insieme ed è stato davvero gentile. Lavorare nella Juve è sempre una grande opportunità perché è uno dei migliori club al mondo, vedrei bene Alex di nuovo a Torino”.
Rimpiangi di essere stato ceduto proprio prima dell'era d'oro della Juve? “Non ho molti rimpianti perché ho sempre dato tutto quello che avevo. Ero giovane, l’allenatore in quel tempo (Ciro Ferrara, ndr) mi chiedeva cose a cui non ero abituato e avevo tempo per ambientarmi al meglio. La Bundesliga era la mia comfort zone, era tutto completamente diverso dalla Serie A, adattarmi subito non è stato facile. Non rimpiango quegli anni perché ho imparato molto, sono cresciuto e sono diventato ciò che sono oggi. Magari, però, con un altro anno in più avrei potuto fare meglio”.
Sull'arrivo alla Juve: “Tutti sognano di giocare in Serie A almeno una volta in carriera, a me è sempre piaciuto come campionato perché somiglia molto a quello brasiliano. Quando è arrivata l’offerta della Juventus ero molto emozionato, uno dei migliori club al mondo era interessato a me e non potevo crederci! Anche Bayern, Real e Atletico Madrid avevano chiesto informazioni, ma ho scelto la Juve perché ho sempre amato quell’ambiente. E anche i miei amici che giocavano in Italia mi hanno sempre parlato bene della Juve”.
Un ricordo in particolare? “Ne scelgo due. Il primo è il giorno in cui sono arrivato a Torino, i tifosi mi hanno riempito d’affetto fin da subito e la cosa mi ha colpito molto. La Juventus è una delle squadre più importanti al mondo anche grazie a loro, mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili: è una cosa che porterò sempre dentro di me. Il secondo ricordo è la doppietta all’Olimpico contro la Roma, è stato davvero speciale”.