Scaroni: "Bilancio in rosso ma migliore dell'anno scorso. Con questo stadio è impossibile tornare al top in Europa"

Paolo Scaroni
Paolo Scaroni / Marco Luzzani/Getty Images
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Paolo Scaroni, presidente del Milan, nel corso dell'evento "Lo sport che verrà" organizzato dal Foglio Sportivo ha affrontato varie tematiche inerenti al club rossonero ma non solo. Di seguito le sue dichiarazioni riportate dal sito Calcio & Finanza.

Paolo Scaroni
Paolo Scaroni / Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

LA STAGIONE - "Quando siamo stati campioni d’inverno potevamo spingere più in là il nostro cuore. bbiamo vissuto alcuni momenti difficili ma pieni di fiducia in tutto il club. La vittoria sulla Juventus è stata importante ma non vorrei dar troppa importanza alla singola partita, capita a tutti di avere partite che vanno bene o meno. L’importante è continuare a lavorare allo stesso modo, a me sembra che questo Milan di Pioli abbia mostrato di saper costruire una squadra che fa gioco divertente, fatta da giovani, in cui tutti sono utili ma nessuno indispensabile. Il grande segreto della ricetta Pioli costruita insieme a Maldini".

DONNARUMMA - "Il Milan non vuole dare lezioni a nessuno. Cerchiamo di fare il nostro mestiere e farlo bene. Stiamo molto attenti al conto economico. Su Donnarumma Maldini si è espresso con parole che non saprei migliorare, la sua posizione è la mia".

SAN SIRO - "Io sono convinto che noi, l’Inter e la città di Milano abbiamo tutti bisogno di un nuovo stadio. Non possiamo tornare al vertice dell’Europa con questo San Siro. Sindaco e amministrazione comunale condividono il nostro progetto quindi bisogna dare assolutamente accelerata al progetto. Tutti si rendono conto che lo stadio a cui siamo affezionati è un impianto obsoleto per la nostra epoca. Tutti noi milanesi vorremmo un progetto pagato da stranieri per rilanciare la nostra città".

QUESTIONE BILANCIO - "Proprio oggi il CdA e io abbiamo guardato i risultati al 31 marzo. Gli stadi chiusi sono stati un duro colpo, anche la chiusura del museo e l’attività di merchandising. Però abbiamo risultati migliori dell’anno scorso, siamo riusciti a recuperare nonostante il duro colpo subito dalla chiusura degli impianti".

SUPERLEGA - "Credo che quel progetto sia morto e sepolto. Quello che non è morto e sepolto è il fatto che i grandi club perdono soldi a manetta e non si può continuare. Sarà per il Covid, sarà perché ci sono stati eccessi, sarà che sono cambiati i comportamenti dei consumatori. Il progetto della Superlega è morto ma le ragioni per cui era stato pensato sono ancora lì".


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