Ibrahimovic: "Mi sento il leader di questo Milan, lavoriamo per vincere. Rinnovo? Dipende da Maldini, io ci sono"
"Sono Zlatan. Ho tante responsabilità, mi sento un leader. Questa squadra è l’unica dove mi sono emozionato con loro. Voglio insegnare tanto e fare da guida. Quando parlo io loro dicono“ok, lo facciamo”. Oggi (ieri, ndr) volevo essere a Verona, mi sento troppo dentro. Quanto passo un giorno senza di loro è come un giorno senza i miei figli". Sono le parole di Zlatan Ibrahimovic, che nella chiacchierata con Fabio Fazio durante il programma 'Che Tempo Che Fa' ha parlato degli ultimi giorni che l'hanno visto protagonista al Festival di Sanremo e anche di Milan.
Sul rinnovo di contratto:
"Vediamo. Dipende da Maldini, se lui vuole io ci sono".
Su Van Basten:
“Ho giocato con tanti giocatori di alto livello…Quando ho firmato per l’ajax mi mettevano troppa pressione, si aspettavano le stesse cose di Van Basten, ma non ero al suo livello. E’ un giocatore completo, che ha fatto la storia ed è tra i più forti di tutti i tempi”.
Su Maradona:
“Icona di calcio. L’ho visto dal vivo, con pazienza”.
Sui gol in carriera:
"Quando fai un gol in quel modo, sono più belli. Nel primo ho scarcato tanti giocatori. L'ultimo è spettacolo: se va dentro diventa "Wow", se non entra tutti dicono "Perché l'ha fatto".
Sugli obiettivi stagionali:
"Ancora tutto aperto? Sì, mancano ancora tante partite, io sono venuto al Milan per vincere dei trofei, vediamo. Noi lavoriamo sempre per vincere, anche se loro hanno il vantaggio di avere solo un impegno a settimana…".
Su Gattuso:
"L’ho chiamato ieri per fargli mandare un messaggio a mio figlio, perché Rino è il suo giocatore preferito, gli piace tanto per la grinta e la mentalità. Una volta l’ho messo in un bidone, ma si scherzava".
Su Galliani:
"Lo voglio troppo bene, ho un rapporto forte. A Barcellona non era contento e lui mi ha portato al Milan e mi è tornato il sorriso. Prima di essere ceduto al Psg volevo avere una riunione con lui e gli ho chiesto di non chiamarmi per tutta l’estate. A due giorni dalla fine del mercato mi ha telefonato e mi ha mandato a Parigi, e alla fine è andata bene. Ma non ho più parlato con lui per qualche mese".
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