Diario di viaggio degli Europei: Austria, Pokémon e Chiesa

L'esultanza di Federico Chiesa al gol che sblocca l'incontro
L'esultanza di Federico Chiesa al gol che sblocca l'incontro / FRANK AUGSTEIN/Getty Images
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Cos'è il diario di viaggio degli Europei? 90min è un portale che parla ai tifosi, da tifosi. E quale miglior modo di parlare da tifoso, se non raccontare ogni partita dal punto di vista di un tifoso e dei suoi compagni di viaggio? Questa serie racconterà la mia personalissima esperienza di Euro2020(1), partita per partita, segnalando in maniera quasi scientifica ogni stupidaggine, idea tattica, urlo che dovesse risuonare nelle quattro strette mura di una casa universitaria, o tra quelle più larghe di un bar in un vicoletto, e magari, un giorno, in una piazza gremita di gente. Sperando che questo piccolo diario duri il più possibile.

Il prepartita

Finalmente, la partita al pub. Tutta la retorica delle partite della Nazionale, alla fine, sfocia lì, tra un boccale di birra e l'altro. Le urla di ogni tifoso non sono più un sottofondo lontano del tuo grido casalingo, ma il canto corale che unisce tutti, anche quel tizio che ti struscia la pancia sudata addosso quando deve passare, o quello che ha versato la birra vicino al tuo zaino e ti ha chiesto scusa con quello che sembrava essere un sorriso beffardo. Quella del bar, o del pub, è un'atmosfera magica, ma in parte elitaria: se vuoi i posti migliori, devi meritarteli. E quindi il mio prepartita è iniziato alle 6:15, orario di apertura. La scena era questa: un eremita del deserto con la maglia di Jorginho, che sta per evaporare, si avvicina lentamente verso i tavoli alla ricerca del posto migliore. Un salvatore si avvicina: «Prendi qualcosa?». La mia risposta è sbiascicata, rauca, stanca: «Una birra media, grazie» e mi siedo, in attesa degli altri. Che arriveranno tra due ore e mezzo. In questo tempo ho:
- guardato Galles-Danimarca e pensato di giocarmi la vittoria della Danimarca all'Europeo
- preso una seconda birra
- guardato negli occhi per 5 minuti il buttafuori per sbaglio
- provato a leggere la probabile formazione dell'Austria
- letto la nostra, di formazione, e non capito la scelta di Acerbi al posto di Bastoni
- accettato la scelta di Acerbi al posto di Bastoni, ma ancora non mi fido completamente
- sperato che i nostri giocatori si inginocchiassero
- sperato in un infortunio di Alaba, ma così, passeggero, solo per questa partita
- scaricato il cellulare
Ecco quest'ultima cosa sarà determinante: ho così pochi appunti su questa partita che potrei farci un tweet. La birra, che era parte fondamentale del racconto, ha preso il sopravvento su tutto, un po' come quelle sottotrame che ad un certo punto diventano la principale linea narrativa, e non te ne sei neanche accorto. I ricordi sono confusi, ma cosa vi aspettavate? Questa è la partita al pub.


Italy v Austria - UEFA Euro 2020: Round of 16
Catherine Ivill/Getty Images

Primo tempo

L'Italia parte un po' contratta, ma dopo pochi minuti Spinazzola prende in mano la situazione e decide che la fascia è sua: fa quello che vuole, e lo fa bene, non disdegnando neanche qualche intervento difensivo che da sempre sono stati il suo tallone d'Achille. L'Austria però risponde colpo su colpo e la paura si fa sentire. Il silenzio inizia a prendere il sopravvento, interrotto solo da qualche sprazzo di Spinazzola in versione Roberto Carlos e da una traversa su un tiro incredibile di Immobile. Che neanche in questa partita è riuscito ad evitare le ingiurie di Giorgio, sempre meno riportabili. Andrea, invece, non commenta in alcun modo Bonucci, ma sposta il suo interesse estetico proprio verso Spinazzola, che definisce un bell'uomo "italiano", proprio come fece con il difensore juventino nella prima puntata di quest'avventura.
Sparo a casaccio consigli sulle birre da prendere, e nel mentre, tutti i tavoli si uniscono nell'insultare l'arbitro. Cosa è successo? Rigore, non rigore, non fischia i falli, non c'ho capito un accidente, ed è proprio in questo momento che ti accorgi di dove sei: non sei più a casa, non devi più chiedere cosa è successo, quasi non devi interessarti alla partita, devi unirti ai cori alle urla, ai facepalm, ai silenzi glitterati dal rumore degli accendini. Il primo tempo termina qui, con un'Italia che domina il gioco, ma sbaglia troppo, per colpa di un Austria che gioca con gli occhi irrorati di sangue.

Il quiz...???

Niente quiz oggi, farlo in mezzo a tutte quelle persone sarebbe stato impossibile e probabilmente mi avrebbe reso un facile bersaglio di frutta marcia, bicchieri e uova. In sostituzione del quiz, nell'intervallo abbiamo semplicemente discusso di quali Pokémon assoceremmo a ogni giocatore della Nazionale, ma i miei ricordi iniziano a sbiadirsi, quindi eccovi un video di Phil Foden che palleggia mentre sbusta le carte collezionabili Pokémon. Perdendo contro Lingard e Stones.

Il secondo tempo

L'Italia è stanca, e si vede. Berardi e Insigne faticano a ripetere le prestazioni delle prime due partite, e intanto l'Austria decide di utilizzare un arbitro decisamente permissivo per saccagnarci di botte. Poi, al 50', una punizione da distanza ravvicinatissima per gli austriaci. La batte Alaba.
Qualche minuto prima, durante l'intervallo, avevo chiesto a Giorgio se era Alaba a battere le punizioni per l'Austria. La risposta è stata «Si, ed è pure forte, ne ha fatti parecchi su punizione». Adesso, quelle parole hanno l'odore ferroso di una lama che sta per cadere sulla nostra testa.
Tutti muti. Parte Alaba. Alta. Un sospiro così forte che il buttafuori quasi volava via.
Ma è un sospiro strozzato. Qualche minuto dopo, la tragedia. Arnautovic segna, ed esulta provocando i tifosi italiani. Il silenzio è assordante. È già finito il sogno? Eravamo solo un fuoco di paglia? La Gazzetta dello Sport starà già stampando il titolo "Caporetto"?
Sapete, l'unica cosa un po' bruttina del vedere la partita in un pub, senza le casse, è che perdi gran parte della telecronaca. E a volte, sul campo, accadono cose che senza telecronaca riesci a capirle un momento dopo magari. Magari perché in quel momento ti sei distratto, o le telecamere inquadrano da un'altra parte, magari perché ti copri gli occhi con la mano perché non ci vuoi credere che non passiamo almeno gli ottavi. Però, dai tavoli, si alza un brusio, che esplode in un sicuro, ma non stupidamente ottimista «VAR!». Minuti di attesa, Sudore. Qualcuno urla che è fuorigioco, è chiaro. Gli altri hanno il naso immerso in un grosso sorso di birra. Non è gol.
Un urlo! Imprecazioni, insulti al povero Arnautovic, cori, per qualche secondo sono tutti impazziti, come se avessimo vinto, e anch'io lo ero. Ma, appunto, per qualche secondo. La paura era rimasta lì: se ne abbiamo subito uno adesso, perché non potremmo subirlo tra 5 minuti? Ci dobbiamo svegliare.
Escono Verratti, Barella, Berardi e Immobile, tutti con una prestazione più opaca rispetto al resto del torneo. Entrano Locatelli, Pessina, Chiesa e Belotti. In particolare, appena è stato inquadrato il giocatore bianconero, si è quasi levata una standing ovation dai tavoli: il popolo lo esige, tutti sanno che il suo giocare come un cane impazzito può distruggere l'asfissiante pressing austriaco, e infatti sia lui che gli altri nuovi entrati sembrano ridare nuova linfa alla squadra, che ormai appariva stanca e pesante. Pesante come l'aria che girava intorno al 90esimo. I supplementari non sono quasi mai una buona notizia.

Claudio Villa Archive
Prima... / Claudio Villa/Getty Images
Gianluca Vialli, Roberto Mancini
...e dopo / Chris Brunskill/Fantasista/Getty Images

I tempi supplementari

Inizia l'extra-time che neanche me ne accorgo, gli Azzurri sembrano rinvigoriti dalle sostituzioni di Mancini, ma i tavoli ancora ballano dalla tensione. Lancio di Spinazzola, Chiesa controlla in un modo così antiestetico da fare il giro e divenire un controllo di testa bellissimo, toglie il pallone all'avversario che stava arrivando a calcia. È gol! È finalmente gol siamo passati in vantaggio! Ecco, non sono state proprio queste le parole che riecheggiavano fuori dal locale, ma sono sicuro che potete immaginare. Mentre anch'io festeggio il gol, mi cade l'occhio sulla finestra sopra il pub: un uomo che ha appena sbuffato. Un austriaco? O uno che odia il calcio? O qualcuno che odia gli schiamazzi e le urla? Quando ho visto quell'uomo ho pensato solo che l'empatia, oggi, non mi avrebbe corrotto. Una bellissima e pericolosissima punizione di Insigne (anticipata da un "Come Pirlo" di Giorgio) parata in volo da Bachmann è l'incipit del secondo gol, del nostro Matteo Pessina, il nipotino degli italiani, il ragazzo con la faccia più da bravo ragazzo della nazionale, Raspadori a parte. Da sottolineare l'esultanza di Pessina che cita i Griffin, oppure questo sketch. Nel secondo tempo supplementare, il gol di Kalajdzic, appena entrato, rovina l'atmosfera di festa: ancora non è finita. Certo, un gol evitabile, ma è il primo che subiamo in questo torneo, possiamo accettarlo, se non porterà alla disfatta. E non l'ha fatto. Qualche azione da una parte e dall'altra nei pochi minuti rimanenti, poi quell'arbitro così tanto bersagliato finalmente fischia la fine della partita più difficile da seguire fino ad ora: la stanchezza, il rumore, l'arbitro, l'alcool, Caressa, sembrava una scena di Trainspotting se fosse stato diretto da Lynch. Ma finalmente siamo ai quarti, e finalmente incontreremo una squadra di livello, che possa finalmente metterci alla prova, anche agli occhi dei più scettici sulle qualità di questa squadra. Alla prossima, Belgio o Portogallo che sia.

Le parrucche

Lontani dall'Olimpico, i nostri tifosi diminuiscono di numero. Aggiungiamo il fatto che, a quanto pare, a Sky interessa tantissimo la partita e molto poco le divertentissime acconciature, e si spiega l'esiguo numero di 2 parrucche viste durante tutti i 120 minuti dell'incontro. Magra consolazione, i quattro ragazzi vestiti da trancio di pizza.

Le statistiche

Federico Chiesa ed Enrico Chiesa sono la prima coppia padre-figlio a segnare ad un Europeo. Per di più entrambi in uno stadio inglese, e entrambi in un giorno importante per la famiglia Maldini. Chiesa figlio ha segnato ieri, 26 giugno, giorno del compleanno di Paolo Maldini, il capitano della squadra per cui segnò Chiesa padre, il 14 giugno 1996, data di nascita del primo figlio di Maldini.

Quelli di Chiesa e di Pessina sono stati i primi due gol segnati dall'Italia durante i tempi supplementari ad un Europeo.

Al pub, tra le persone, c'erano ben due persone sosia di Kulusevski.

La frase

"Lo sapevi che dentro di me c'è lo spirito di un Pokémon di tipo fuoco?"


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