Diario di viaggio degli Europei: Belgio, caroselli e Barella

Tana!
Tana! / Antonio Masiello/Getty Images
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Cos'è il diario di viaggio degli Europei? 90min è un portale che parla ai tifosi, da tifosi. E quale miglior modo di parlare da tifoso, se non raccontare ogni partita dal punto di vista di un tifoso e dei suoi compagni di viaggio? Questa serie racconterà la mia personalissima esperienza di Euro2020(1), partita per partita, segnalando in maniera quasi scientifica ogni stupidaggine, idea tattica, urlo che dovesse risuonare nelle quattro strette mura di una casa universitaria, o tra quelle più larghe di un bar in un vicoletto, e magari, un giorno, in una piazza gremita di gente. Sperando che questo piccolo diario duri il più possibile.

Il prepartita

L'atmosfera è calda, in tutti i sensi. La maglia di Jorginho sta lentamente perdendo le toppe, d'altronde sono già sorpreso che non si sia sciolta sulla mia pelle. Non c'è agitazione, in casa, o almeno non la stessa agitazione che avvolgeva le altre partite. C'è tanta paura. Paura che tutto questo finisca. Perché è vero che è stupido pensare che abbiamo affrontato solo squadrette (e le prestazioni della Svizzera contro Francia e Spagna ne sono la prova), ma in questa partita non ci ritroviamo solo contro una squadra comunque preparata tatticamente, ma anche contro delle individualità a dir poco spaventose. Lukaku e De Bruyne sono i nomi che tormentano il nostro sonno dalla vittoria contro l'Austria, e devo ammettere che qualche preghierina perché De Bruyne si riprendesse esattamente il giorno dopo i quarti di finale l'ho fatta.

Giorgio, l'inquilino della casa adibita al tifo europeo, dice che per tutto il giorno è stato male per l'ansia. Andrea, l'altro inquilino, è più tranquillo, ma anche lui sente quella morsa al cuore. Io, invece, sono scoraggiato: De Bruyne giocherà. Sempre bellissimo vederlo giocare, ma me lo sarei risparmiato volentieri questa volta. Oggi con noi è tornata Ludovica, e c'è anche Martina, più interessata al rugby U20 che al calcio. La formazione sui divani subisce quindi qualche variazione, ma la scaramanzia, ora, ha perso ogni significato. Qualche birra distribuita, ci dimentichiamo di ordinare la pizza e si canta l'inno nel solito imbarazzo generale. Con una bella inquadratura speleologica nel naso di Chiellini.

Romelu Lukaku, Axel Witsel, Jan Vertonghen
Paura sì, ma anche tanta stima / Claudio Villa/Getty Images

Il primo tempo

Questa partita è una tragica storia d'amore. Lo scontro più grande non era sul campo, ma nel cuore di Giorgio, fervente interista e aspirante broker, che in Lukaku da due anni vede un fratello maggiore, un amico, un padre. È la prima partita in cui si ritrova contro il suo centravanti, ed è una partita importantissima, la più importante dell'era Mancini, la più importante della Nazionale dopo il disastro Italia-Svezia. La partita che ci dirà quanto davvero siamo grandi, che porta con sé il grande tradimento. Nei primi minuti c'è così tanta tensione che ad ogni palla toccata la televisione viene travolta da una serie di DAI, DAI, DAI! infinita, come fossimo dei piccoli René Ferretti in Boris, ma anche avvolta da un silenzio di ghiaccio ad ogni palla persa. Sugli sviluppi di una punizione, il gol di Bonucci fa scattare un urlo indeciso, parziale, perché era chiaro a tutti fosse fuorigioco. Certo, tre fuorigioco consecutivi nello stesso gol, però, erano difficili da immaginare, e mi chiedo se il regolamento in questo caso abbia in serbo una punizione più cattiva, tipo assegnare un rigore o direttamente un gol al Belgio, ma fortunatamente, dopo una rapida controllatina, vedo che il regolamento si è lasciato sfuggire questa ghiotta occasione. Gol annullato, e la giostra di emozioni ricomincia. Intanto Martina è sconvolta dal fatto che Donnarumma sia un portiere, e Ludovica è stranamente molto silenziosa, sembra quasi stia studiando qualcosa...

La partita è piena di emozioni: prima De Bruyne si divora metà campo, fa partire un tiro quasi perfetto con il sinistro, ma Donnarumma c'è. È una parata che vale un gol, una delle più belle dell'Europeo, e l'urlo che ne consegue ne è una prova. DI nuovo ci riprova Lukaku, ma il portierone ormai ex-Milan sembra invalicabile. A parte queste due azioni, in transizione, l'Italia sta gestendo perfettamente la partita e questo non fa altro che tranquillizzare gli animi inquieti di tutti quei tifosi. Un'altra rivelazione sconvolge Martina: Lukaku è un'attaccante? Ma allora è davvero un mondo al contrario.
Per un interista, Lukaku è sicuramente l'uomo che, in questa partita, ti divide il cuore in due, ma ce n'è anche uno che lo ricuce con una corsa da una parte all'altra dei ventricoli: Nicolò Barella. Se sicuramente riuscite a immaginare la nostra gioia al suo gol (al suo bellissimo gol), non so se sarete in grado di immaginare la reazione e le parole di Giorgio. Forse solo se siete abbastanza interisti. Ad un certo punto appare magicamente in stanza anche la maglia di Barella, con il 24 al posto del 23, che viene baciata e abbracciata, per poi essere riposta probabilmente in una cassaforte.
Io parlo poco, perché devo cercare di annotarmi tutte le azioni o le cose interessanti che stanno accadendo al di qua e al di là dello schermo, ma ad un certo punto sputo una frase che diventerà sentenza:

"Beh, finalmente Insigne si sta un po' regolando con il tiro a giro, perché a tentarlo sempre sia la difesa, che il portiere imparano a prendere le contromisure adeguate"

Pochi secondi dopo, Insigne scarta Tielemans come fosse una caramella e il finale sono sicuro che lo conosciate già, o almeno potete immaginarlo. Siamo due gol sopra contro il Belgio, al 43° minuto. La speranza è diventata consapevolezza: stiamo dominando. Un rigore generoso per il Belgio, allo scadere del primo tempo, rompe un po' la bolla di gioia che si era creata all'interno dell'appartamento. Giurerei che al gol di Lukaku (5 gol in 5 volte che si sono incontrati) contro Donnarumma ho sentito Giorgio per un attimo esultare, ma forse è stata solo suggestione. Il rigore è stato procurato dall'ennesima incursione offensiva del giovanissimo Doku, che per tutta la partita ci farà soffrire all'inverosimile. Vado subito ad informarmi e a segnarmelo tra i prossimi acquisti nella modalità carriera di FIFA, in cui sono un talent scout provetto: avete presente Dele Alli, Martial, Grealish? Tutti scoperti da me. Questo Doku potrebbe fare molto bene al mio St. Pauli...

Lorenzo Insigne
Chiedo perdono per non aver creduto nel sacro tiro a giro per un attimo / Markus Gilliar/Getty Images

Il Quiz

Martina scompare, parlando di un appuntamento dal medico. Sappiamo tutti che appena uscita di casa farà partire una vecchia partita dell'Italrugby al Sei Nazioni. Ludovica , invece, rimane ma sembra un po' nervosa, oggi. Non appena nomino il quiz dell'intervallo, però, i suoi occhi diventano di ghiaccio. È pronta. Pronta alla grande truffa. Pronta a Quizzopoli.

Qual è il nome del cane di Nicolò Barella?
A. Davis
B. LeBron
C. Kobe

Romelu Lukaku è stato il primo giocatore della Premier League a...
A. Segnare una tripletta con il West Bromwich
B. Sostenere attivamente un partito politico inglese
C. Legarsi a Roc Nation Sport

"So che il calcio sta diventando sempre più un fatto economico. Però ci sono giocatori che vivono il calcio come passione e amano legarsi per sempre ad una maglia. Io mi reputo tra questi." Chi l'ha detto?
A. Leonardo Bonucci
B. Federico Chiesa
C. Gianluigi Donnarumma

Di cosa è ambasciatore Kevin De Bruyne?
A. Del grande parco degli uccelli di Walsrode
B. Del tempio dei cani abbandonati di Anversa
C. Delle trote del grande lago di Chipping Norton

"Insigne è l'unico che si avvicina a me come idea di gioco". Chi l'ha detto?
A. Antonio Cassano
B. Fabrizio Miccoli
C. Roberto Baggio

"I miei figli mi tifano contro". Chi l'ha detto?
A. Toby Alderweireld
B. Jan Vertonghen
C. Thomas Vermaelen

"Il mio preferito è Bonucci. Forse ha più attributi di me. Nessuno gli ha regalato nulla ed è arrivato dove nessuno immaginava". Chi l'ha detto?
A. Paolo Maldini
B. Fabio Cannavaro
C. Marco Materazzi

Quale cantante ascolta Romelu Lukaku prima di ogni partita?
A. The Notorious B.I.G.
B. Kendrick Lamar
C. Jay-Z

Le risposte corrette sono B-C-B-A-A-B-C-C. La vincitrice è Ludovica con un impressionante score di 8 su 8, che batte Giorgio che arriva ad un discreto 5/8. Ma in realtà è stata tutta una farsa. Ludovica voleva battere a tutti i costi Giorgio nel suo campo, e ha organizzato con me Quizzopoli: le ho fornito io tutte le risposte, e lei le aveva imparate ed arricchite da alcune piccole curiosità che sparava ad ogni risposta esatta. Dopo questa confessione, chissà cosa risponderà la giustizia sportiva...

Romelu Lukaku, Giorgio Chiellini
Chiellini e Lukaku che si abbracciano / Markus Gilliar/Getty Images

Il secondo tempo

Il secondo tempo continua sulla scia del primo, anche se Mancini cerca di mantenere la squadra più conservativa con alcuni cambi. Il rigore del Belgio fischiato poco prima dell'intervallo ha dato più benzina ai Red Devils, ma l'Italia sembra una squadra di club, tanta è l'organizzazione e l'attenzione in ogni situazione di gioco. Sono solo due le azioni realmente pericolose: un salvataggio quasi sulla linea di Spinazzola (anche oggi uno dei migliori in campo) e Lukaku che sfiora di testa una palla a porta vuota, toccandola forse con la superficie delle goccioline di sudore sulla sua fronte, ma senza riuscire a spingerla dentro. Nel secondo tempo, inoltre, termina finalmente una grande battaglia: quella tra me e Giorgio su Immobile. La partita disastrosa, tutti gli stop mancati, le scelte incomprensibili del bomber della Lazio mi fanno passare dalla parte di Giorgio, almeno per questa partita, in cui Immobile non ne ha azzeccata una, ed è stato il peggiore in campo. Ma niente insulti, solo un po' di delusione per prestazioni che non rendono giustizia al suo talento. Nell'ultimo quarto d'ora soffriamo un po' di più, ma forse è solo una sofferenza apparente. In realtà riusciamo a tenere sotto controllo ogni giocatore pericoloso dei nostri avversari (a parte il solo Doku), provando la maturità di una squadra che è sempre più la squadra da battere. Inoltre, le prove superlative di Insigne, Jorginho, Donnarumma e soprattutto Barella, rispondono a chi dice che questa squadra manca di forti individualità. Purtroppo, il secondo tempo è macchiato anche da un grave infortunio, che ha rovinato un po' la gioia della vittoria che stava per arrivare. Leonardo Spinazzola al 79' esce, per una sospetta rottura del tendine di Achille. Per il recupero si parla di 5-6 mesi, il suo Europeo finisce qui. L'amarezza è tanta, sia perché l'Italia beneficiava tantissimo dalle sue incursioni, ma soprattutto per il giocatore, che stava disputando un Europeo straordinario e che avrebbe meritato di arrivare fino in fondo, insieme a tutto il suo gruppo. Guarisci presto, Spina!

Al fischio finale, tutti in strada ad urlare alle macchine in risposta al loro clacson, che si esibiscono nel celeberrimo carosello. Immaginate questa scena girata in stile documentario, in cui si vedono degli strani esseri, vestiti con una maglia che ha dietro stampato un numero, che cercano di comunicare con altri animali di metallo che sfrecciano accanto a loro, esibendo la loro criniera verde-bianco-rossa. Tutta la città è in festa, per la prima volta si sente davvero quel clima di gioia che mi ha fatto innamorare della nazionale, tanto tempo fa: le bandiere che sventolano, le maglie di ogni giocatore che abbia mai indossato la casacca azzurra che gironzolano per il centro, urla, clacson, birra, le persone che odiano tutto questo. L'Italia ha dimostrato quanto vale (calcisticamente). Ora testa alla semifinale. Contro l'ennesima squadra dalla maglia rossa.

Le parrucche

Soltanto due parrucche tricolore questa volta, peraltro creste, che valgono metà come spiegai nella prima pagina di diario. Il numero ufficiale è quindi 1 parrucca. Come sempre vi chiedo di non andare a controllare su RaiPlay.

Le statistiche

Nicolò Barella è il primo giocatore sardo a segnare in uno dei due grandi tornei nazionali (Europei e Mondiali).

Ludovica è la prima a superare un mio quiz con un perfect score, nonostante i metodi non proprio condivisibili.

La frase

"Lukaku in campo sembra zoomato "


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