Del Piero svela cosa serve alla Juve per risalire e dice la sua su Milan-Inter

Alessandro Del Piero
Alessandro Del Piero / Angel Martinez/GettyImages
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Una vita negli Stati Uniti ma con un occhio speciale in Spagna, dove i suoi tre figli si stanno formando come calciatori. Intercettato da La Gazzetta dello Sport ai Laureus World Sports Awards di Madrid, Alessandro Del Piero ha detto la sua sul momento che sta attraversando la Juventus, senza però sbilanciarsi sul discorso legato al futuro di Allegri. Non sono poi mancati commenti sul derby della Madonnina, con l'Inter che potrebbe vincere lo Scudetto contro il Milan, e sul rendimento di De Rossi sulla panchina della Roma. Ecco le sue parole.

Come si vede da lontano la situazione di Allegri e il dibattito attorno alla sua figura?
"Lungi da me mettermi in mezzo. Vedo e leggo che si parla tanto di Allegri e della Juve, per me le cose sono abbastanza chiare, poi dipende da come vuoi vedere la situazione. Si può dire che Allegri e la Juve hanno fatto tutto quello che dovevano fare o al contrario che si poteva far di più, o un mix delle due cose".

Un'idea però se la sarà fatta.
"Diciamo che è un momento particolare per la Juve e lo è ormai da diversi anni. Hanno avuto a che fare con diverse sfide dentro e fuori dal campo, devono riuscire a mettere a posto le cose una a una e si tratta di un percorso lungo. Non è semplice perché alla Juve non c'è mai tempo, ha gli occhi del mondo addosso. C'è grande pressione: va sopportata, gestita, e in un mondo ideale trasformata in energia positiva. La Juve ce l'ha fatta per diversi mesi, ultimamente no: in A sono arrivate diverse brutte battute d'arresto. Le valutazioni più profonde e le eventuali soluzioni le lascio a chi è del settore e a chi può e deve decidere. Io resto un outsider".

Come vede il derby milanese?
"Ho un paio di amici interisti e un paio milanisti, ed è incredibile come stanno vivendo la cosa, ma io gli dico sempre: 'Pensate a come ci girano a noi juventini...'. Per il Milan sarebbe tosta mettere nelle mani dell'Inter lo scudetto nel derby giocando in casa. Però l'Inter ha ampiamente meritato il titolo perché nel corso dell'anno si è dimostrata la squadra più forte di tutti. E poi il bello di queste sfide è che quando tutto sembra definito succede sempre qualcosa di strano...".

In Champions italiane fuori agli ottavi, ma abbiamo tre semifinaliste tra Europa e Conference. Com'è il bicchiere?
"Pieno, tutta la vita. Il prossimo anno avremo cinque squadre in Champions, il percorso delle italiane in Europa negli ultimi due anni è stato incredibile. Il bicchiere resta mezzo pieno anche se allarghiamo il discorso al tema economico, agli sforzi e agli investimenti che possiamo fare rispetto ad altre nazioni. L'Italia con idee, creatività e capacità di reinventarsi è riuscita a ritagliarsi un ruolo importante in Europa. Per tornare a ciò che eravamo negli anni 2000 la strada è molto lunga, ma stiamo facendo dei passi importanti, pur senza stadi decenti e con tanti altri aspetti negativi del nostro calcio".

Sorpreso da De Rossi?
"Sì e no. Ho fatto parte del corso da allenatore con Daniele, che io sto finendo ora, e non mi sorprendono il suo atteggiamento, la sua conoscenza calcistica, il suo modo di porsi, la sua energia. Sorprendono un filo i risultati, ma se poi guardi alla rosa della Roma, è ottima. In Europa non era facile far così bene. Perché a volte le cose non funzionano e basta. A volte fai le scelte giuste ma qualcosa non va. Penso al Bayern Monaco. Sono felice per Daniele perché è un ragazzo eccezionale e se lo merita".

Il Bayern affronterà il Real nella semifinale di Champions. Ancelotti favorito?
"Si, perché quando il Madrid arriva in semifinale... Però sarà una sfida aperta, 51-49% per il Real".

E l'Italia all'Europeo?
"Ci siamo qualificati, stiamo vivendo un ricambio generazionale ma andremo in Germania a difendere il titolo con tutte le forze".


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