Decreto Crescita, il Governo gela la Serie A: a rischio lo sconto fiscale per i giocatori, il motivo

FC Internazionale v AC Milan - Serie A
FC Internazionale v AC Milan - Serie A / Jonathan Moscrop/Getty Images
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Il rebus Decreto Crescita invade il mondo del calcio. L'origine del problema è da ricercarsi nella circolare diffusa lunedì dall'Agenzia delle Entrate per fornire chiarimenti interpretativi sull'ambito di applicazione del regime fiscale agevolato prevista dal Decreto Legislativo del 14 settembre 2015 per i lavoratori stranieri impatriati in Italia, pratica estesa (appunto) dal Decreto Crescita dell'aprile 2019 anche agli sportivi professionisti che avessero trasferito la residenza fiscale in Italia.

In questo lasso di tempo anche le società italiane hanno potuto acquistare e tesserare alcuni top player usufruendo della norma che permetteva di ritoccare verso il basso le imposte sui redditi percepiti dai calciatori dal 45% al 25%. Club come Inter, Juventus e Milan hanno approfittato della norma per avere dei vantaggi su giocatori come Lukaku, De Ligt e Ibrahimovic ma ora, come si legge nella nota dell'Agenzia delle Entrate "su parere conforme del Ministro dell'Economia e delle finanze" non sarebbe stato godibile a causa di un passaggio formale perso per strada dalle autorità competenti.

"Ai richiamati soggetti (gli atleti professionisti) non può essere riconosciuto il regime agevolato previsto nell'articolo 16 comma 5-quater (quello modificato dal Decreto Crescita) in esame finché non sarà adottato il d.p.c.m. di cui al successivo comma 5-quinquies del medesimo articolo 16" chiosa il documento, che apre così ad un nuovo scenario anche nel calcio. Per l'effettiva messa in pratica della norma, in sostanza, il Governo avrebbe dovuto varare un decreto attuativo che al momento manca.


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