De Rossi dopo il Derby: le emozioni della vittoria e la sua nuova vita da allenatore

Daniele De Rossi
Daniele De Rossi / Silvia Lore/GettyImages
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Dopo la vittoria di misura nel Derby contro la Lazio, il tecnico giallorosso Daniele De Rossi si è presentato ai microfoni di DAZN dove ha parlato della sua prima stracittadina da allenatore, dell'ambiente Roma, del ritorno di Abraham e dell'aspetto emotivo che sta vivendo in questo periodo.

"Vincere il Derby è tanto bello sempre, da allenatore un po' diverso perché sai che la sconfitta cade spesso sull'allenatore. Sentivamo un'attesa incredibile, proprio quella dei tempi migliori, sono tanto felice, forse da allenatore c'è ancora più tensione emotiva, perché da giocatore mi distraevo, mentre qui sono fermo. È andata bene, sono tanto tanto felice. Quando si vince il Derby si entra e si esce dal campo, si va spesso sotto la curva, ma io ero dentro lo spogliatoio ed è giusto che i giocatori vadano lì a prendersi l'abbraccio dei tifosi".

"A Lecce c'erano mancati alcuni dettagli perché devo ancora migliorare come allenatore. Quando vedevo alcune scene, come la cattiveria sulla seconda palla, mi arrabbiavo con me stesso per non essere riuscito a trasmettere le stesse sensazioni per la gara contro il Lecce. L'atteggiamento è durato 90 minuti, anche chi è entrato hanno avuto lo spirito giusto. Abraham? Avevo bisogno di quei due cavalli davanti che andavano a duemila e penso ad uno che torna in campo in un derby dopo nove mesi di calvario. Aveva voglia di tornare in campo e si è visto, si è messo a correre su tutti i palloni".

"Odio i finti umili, però veramente mi è capitata questa opportunità dal cielo per me era un'occasione enorme. Lasciamo stare l'aspetto emotivo, ma avevo la possibilità di allenare giocatori forti che a volte sopperiscono alla mia inesperienza. Io ho cercato di migliorare quello che era migliorabile rispetto al passato: ho fatto un resoconto di ciò che c'era e ho puntato su qualcosa che potevano fare meglio. In queste undici partite si sono viste cose buone e altre meno buone. Quando ho allenato in Serie B, per poco tempo, si parlava di me solo come ex calciatore e Campione del Mondo, qui invece è diverso, anche dai media mi sento più allenatore e non ex calciatore. Non voglio essere coccolato per il mio passato ma voglio essere trattato da allenatore".

"Allenatore futuro? No, sono allenatore presente. Ero un po' uscito dall'ambiente Roma, venivo allo stadio per conto mio, ora ogni settimana è una botta di energia nuova. Anche questo derby l'ho vissuto in maniera particolare. Il mio futuro non lo so, bisogna anche rilassarsi ogni tanto. Ora analizzeremo il Milan in vista della partita di giovedì, oggi lo farò in modo più rilassato".