La Danimarca può ripetere l'impresa di Euro '92?

La Danimarca festeggia la vittoria di Euro '92
La Danimarca festeggia la vittoria di Euro '92 / Getty Images/Getty Images
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È il 31 maggio del 1992 e nel giardino di casa propria, Richard Møller Nielsen si sta godendo una grigliata con alcuni amici di famiglia. Finalmente è riuscito a trovare un attimo di svago dopo il lungo periodo di frustrazione e notti insonni.

Nielsen è l'allenatore della Danimarca e la sua insoddisfazione è dovuta alla mancata qualificazione a Euro '92 che lo costringerà ad assistere alla manifestazione dal divano.

A un certo punto squilla il telefono: è un rappresentante della Federazione. Inizia a parlargli della guerra in Jugoslavia, dell'Onu e altre cose che a lui, uomo di calcio, non interessano. Fino a quando non sente le parole "qualificati" ed "Europei". Nielsen chiede al suo interlocutore di ripetere e quest'ultimo gli rinnova: "Ci siamo qualificati agli Europei".

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Richard Møller Nielsen / CLAUS BECH/Getty Images

Nel girone di qualificazione, la Danimarca si era piazzata subito alle spalle della Jugoslavia, quindi quando quest'ultima è stata sospesa dall'Onu da qualsiasi competizione sportiva, il suo posto a Euro '92 è stato preso proprio dai danesi.

Nielsen guarda il calendario: mancano solo 10 giorni agli Europei di Svezia. Non c'è tempo da perdere. Richiama tutti i suoi atleti che nel frattempo si trovavano già in vacanza e li porta subito in ritiro. Va detto però che il CT non è molto amato in patria, il suo dogmatismo calcistico lascia poco spazio all'estro dei giocatori migliori. Ecco perché i fratelli Laudrup hanno abbandonato la Nazionale. Tuttavia, se Mikkel si mostra coerentemente ottuso nella sua scelta, Brian scende a compromessi con Nielsen e torna a vestire la casacca biancorossa.

La fase a gironi

La stampa danese si scaglia in continuazione contro le idee calcistiche di Nielsen e pronostica un'eliminazione cocente già ai gironi. Lo 0-0 con l'Inghilterra e la sconfitta per 1-0 contro la Svezia padrona di casa non fanno che alimentare i malumori.

Nel frattempo Kim Vilfort lascia il ritiro: sua figlia ha il cancro e la malattia sembra peggiorare. Al momento dei saluti, Nielsen gli promette una vittoria contro la Francia, con l'augurio di poterlo riavere a disposizione per le semifinali. Vilfort non dà peso alle parole del suo allenatore e torna in patria.

Kim Vilfort of Denmark in action
Kim Vilfort / Simon Bruty/Getty Images

Per passare il turno, la Danimarca doveva necessariamente battere i francesi e augurarsi che la Svezia sconfiggesse l'Inghilterra. E andò esattamente così. Da quel momento De Rod-Hvide (I Biancorossi) risultano inarrestabili. La piccola Inge Vilfort chiede allora a suo padre Kim di tornare a giocare 'con i suoi amici' per poterlo vedere in televisione. Dopo il suo rientro, la Danimarca diventa un gruppo unito e compatto, pronto a tutto per il proprio allenatore.

La vittoria finale

All'epoca erano solo 8 le partecipanti a un Europeo, quindi dopo il passaggio del turno si passa subito alle semifinali. Davanti alla Danimarca c'è l'Olanda: una squadra spaziale. A Gullit, Van Basten e Rijkaard si affiancano il roccioso difensore Ronald Koeman e il promettente Dennis Bergkamp. Dopo il 2-2 nei tempi regolamentari, la sfida arriva ai rigori. Come succede spesso, segnano tutti, tranne il più forte. Marco Van Basten si fa parare infatti il penalty da Peter Schmeichel e la Danimarca vola in finale.

Peter Schmeichel
Di padre... / Inpho Photography/Getty Images

In finale c'è la Germania campione del Mondo in carica. Ma contro gente come Jürgen Klinsmann, Andreas Möller e Rudi Völler, la Danimarca gioca una delle partite migliori della sua storia. Dopo nemmeno 20' passa in vantaggio con un missile dalla distanza di Larsen e per tutta la gara si difende in maniera compatta, tanto da far innervosire i teutonici.

Il gol del 2-0 è la chiusura di un cerchio, il finale più bello per una storia bellissima. È Kim Vilfort a sugellare la vittoria. Dopo la rete segnata, non realizza nemmeno lui cos'ha fatto, ma i compagni corrono subito ad abbracciarlo. Dal letto d'ospedale, sua figlia Inge è finalmente felice di vedere suo padre festeggiare con gli amici. Purtroppo la bambina perderà la sua lotta qualche settimana dopo.

Ma è la vittoria soprattutto di Richard Møller Nielsen, lui che era stato continuamente attaccato dalla stampa, lui che per la Federazione danese non era nemmeno la prima, ma addirittura la settima scelta per la panchina, lui che aveva preparato un Europeo in 10 giorni ce l'aveva fatta.

I punti in comune con la Danimarca di Euro 2020

Quella della Danimarca del 1992 è una delle favole calcistiche più belle mai viste e, a distanza di quasi 30 anni, ci si chiede se De Rod-Hvide possano ripetere questa impresa.

Certo, il mondo del calcio si è rivoluzionato in questi decenni, basti pensare che da 8, ora l'Europeo è disputato da 24 squadre, quindi vincere risulta ancora più difficile. Va anche considerato che ogni partita fa storia a sé, quindi proporre lo stesso modo di giocare con tutte le squadre come fece Nielsen potrebbe rivelarsi un harakiri.

Ma la Danimarca ha dimostrato negli ultimi anni di sapersi adattare al progresso del mondo del pallone, coltivando numerosi talenti che riescono a sbocciare nei migliori campionati all'estero. Nel '92, gli unici giocatori di spessore erano Schmeichel, i fratelli Laudrup (ma solo Brian andò all'Europeo), Lars Olsen ed Henrik Larsen, gli altri erano onesti mestieranti. La Danimarca di Euro 2020 vanta invece giocatori forti in ogni reparto: dalla solidità difensiva conferita da Kjaer e Christensen, alla fisicità in mezzo al campo di Hojbjerg e Delaney, per non parlare dell'estro offensivo di Damsgaard, Dolberg e Poulsen.

Kasper Schmeichel
...in figlio / Eurasia Sport Images/Getty Images

I danesi hanno iniziato il proprio cammino con un evento tragico: il malore in campo di Christian Eriksen, leader tecnico della squadra. Il colpo si è fatto sentire con le sconfitte contro la Finlandia e Belgio. Ma lo shock si è subito trasformato in grinta e la batosta rifilata alla Russia ha permesso alla Danimarca non solo di passare il turno, ma di cementificare ulteriormente un gruppo già di per sé solido.

Contro il Galles hanno messo in mostra tutto il proprio potenziale offensivo, staccando agevolmente il pass per i quarti di finale, un risultato che mancava da 17 anni. E poi hanno fatto fuori anche la rivelazione Repubblica Ceca. E ora dopo quasi 30 anni, torna a giocarsi la vittoria della competizione. Anche se dovrà vedersela contro l'Inghilterra, un cliente sicuramente non facile.


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