Dani Alves: "La Juve ha sbagliato a comprarmi. Vi svelo perché sono andato via"

Dani Alves
Dani Alves / Jam Media/GettyImages
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Dani Alves ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Il terzino brasiliano, che attualmente milita nel Pumas UNAM, si è soffermato sull'esperienza vissuta in Serie A con la maglia della Juventus. Ecco le sue dichiarazioni ai microfoni della Rosea.

CALCIO. - "Il calcio è diventato molto fisico, i giocatori oggi sono delle bestie atleticamente. Però il calcio resta uno sport per chi ha i piedi buoni, per chi sa far circolare la palla, colpirla bene, fare un assist. Correre è un altro sport. La gente si sta fissando molto su questa cosa del fisico e mi è venuto un dubbio: il calcio è di chi corre di più o di chi gioca meglio. Il terzino deve difendere o attaccare? La gente non sa cosa dice. Dipende sempre dalla squadra in cui giochi. Se tu metti un giocatore estremamente difensivo nel Barcellona non ha senso, e allo stesso modo un laterale offensivo in un team che predilige la difesa non è nel posto giusto. Un esempio: io nella Juve. Quella Juve era una squadra che strutturalmente era fatta per difendere. Io spingevo ma la cosa finiva per entrare in conflitto con l’idea della squadra, e per questo non giocavo quanto mi sarebbe piaciuto. Bisogna scegliere il giocatore adeguato alle esigenze della squadra".

BRASILE - “Sono qui per aiutare ma in campo, non fuori eh? Ma quale leader dello spogliatoio, io mi sono preparato per giocare!”.

Daniel Alves
Daniel Alves / Ian MacNicol/GettyImages

JUVENTUS - "Hanno preso un giocatore con un potenziale offensivo bestiale, ma non gli serviva un tipo così. Non avevo mai calciato lungo in vita mia, non potevo certo cominciare a 33 anni. Hanno fatto la scelta sbagliata”.

DANILO - “Che è il giocatore con cui mi trovo meglio, nonostante giochi nella mia stessa posizione. Stiamo bene perché quando siamo insieme cacciamo via la noia. È una persona di grandissima intelligenza, che adora il calcio. È l’unico con cui posso parlare di altre cose, la conversazione con lui è avanzata, evoluta. In campo siamo diversi, ma visto che il calcio non si gioca in un solo modo ognuno può essere utile”.


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