Dalle critiche al rapporto coi giocatori: il bilancio di Inzaghi sul 2022 dell'Inter

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi / Nicolò Campo/GettyImages
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"Ho avuto la fortuna di vincere due trofei subito. Abbiamo fatto bene, abbiamo centrato qualificazione agli ottavi di Champions che non arrivava dal 2010/11, è stata una grandissima stagione che poteva diventare straordinaria con lo scudetto". Comincia con questo bilancio la lunga intervista rilasciata da Simone Inzaghi, allenatore dell'Inter, ai microfoni di Sport Mediaset. Ecco i passaggi principali.

Arturo Vidal, Steven Zhang, Simone Inzaghi
Steven Zhang e Simone Inzaghi / Jonathan Moscrop/GettyImages

Sull'esultanza dopo la rete del Niño Maravilla in finale di Supercoppa:
"Ho fatto un bello scatto. Mi sono reso conto che Sanchez e tutti i ragazzi andavano dalla parte opposta. Non sapevo ancora se era il triplice fischio, perché in concomitanza con il gol l'arbitro ha fischiato la fine, ma probabilmente se avessi saputo che era finita avrei corso ancora".

Sullo sguardo diventato meme di Inter-Barcellona dopo il gol di Calhanoglu:
"Era uno sguardo preoccupato, preoccupato perché avevamo fatto una grandissima partita contro un avversario fortissimo. Ed è per questo che quest'anno il passaggio agli ottavi equivale quasi ad un trofeo".

Sul rapporto con il suo gruppo. Questa tua umanità può essere un difetto?
"Questo non lo so, quello che so è che in tutti gli anni in cui ho allenato so che nessuno mi ha mai mancato di rispetto e quella è la cosa più importante. Si sa che ho un grande rapporto con i miei giocatori e il mio staff uguale e i miei giocatori ma sempre nel rispetto dei ruoli come è giusto che sia come è giusto anche che a volte un giocatore non è felice di essere sostituito, ma già il fatto di essere all'Inter è motivo di gratificazione".

Hai detto qualcosa di particolare a Sanchez prima del suo ingresso?
"Non più di tanto. Durante la stagione abbiamo avuto tanti ingressi che ci hanno aiutato a fare sì che le serate fossero come quelle della Supercoppa".

Errore di Radu a Bologna o gol di Giroud? Perché l'Inter ha perso lo scudetto?
"C'è chi dice che quando eravamo in vantaggio al derby Giroud fa un fallo netto su Sanchez dove l'arbitro a tre metri avrebbe potuto fischiare e magari sarebbe cambiato tutto. Però con i sé e con i ma non si fa la storia, si fa con i fatti e quel derby lo abbiamo perso in rimonta". 

È vero che allenare l'Inter invecchia?
"Mah, le responsabilità si sentono e le si hanno però devo essere sincero nel dire che rimango sempre me stesso e razionale. Quando sento qualcosa di gratuito mi dispiace, se magari sono critiche costruttive le accetto volentieri. Perché per migliorare i consigli sono sempre ben accetti". 

Sulla finale di Coppa Italia:
"Difficile all'Olimpico in un grandissimo stadio con una grandissima cornice, una finale voluta non semplice da ottenere. Ce la siamo giocata molto bene, abbiamo avuto quei dieci minuti a inizio secondo tempo in cui loro sono stati bravissimi a ribaltare la gara ma la mia squadra è rimasta concentrata, siamo rimasti in partita, l'abbiamo riequilibrata sul 2-2 e poi l'abbiamo vinta ai supplementari come in Supercoppa".

Credi ancora alla rimonta Scudetto?
"Assolutamente sì, distacco si è ampliato perché il Napoli ha fatto qualcosa che in Europa non è stato capace di fare nessuno. Vanno fatti i complimenti per questo percorso, chiaramente noi e le altre sappiamo che quello che abbiamo fatto fin qui non basta".

Sulla corona... Nel 2023 te la riportiamo?
"Speriamo. Significa aver vinto qualcosa e penso che sia l'obiettivo che ogni allenatore, calciatore e ogni società importante si deve prefiggere perché è bello giocare ma è importantissimo vincere".