Dalle assenze agli errori: Inter, perché la sconfitta nel derby è un'occasione per crescere
La sconfitta nel derby fa sempre male, ma l'Inter ha subito l'occasione di vendicarsi (anche se indirettamente) nel delicato esordio in Champions League in programma mercoledì sera.
Nella sfida di San Siro contro il Milan, i nerazzurri sono partiti con l'handicap del doppio svantaggio dopo la prima parte di gara. Decisive le ingenuità dell'esperto Kolarov (netto falla da dietro su Ibrahimovic, poi a segno spedendo in rete la ribattuta di Handanovic sul calcio di rigore) e della difesa in generale nel gol del 2-1: Rafael Leao salta con troppa facilità D'Ambrosio, Handanovic non prova neanche ad intercettare il cross del portoghese e il serbo appare in ritardo nella chiusura sul solito Ibra.
Pesanti, in questo senso, le assenze di due difensori che sarebbero potuti tornare più che utili (Alessandro Bastoni e Milan Skriniar, entrambi bloccati dal Covid-19) così come la limitazione di alternative in panchina. Sanchez e Eriksen non sono riusciti a cambiare la partita, ma non va dimenticato che non erano presenti nella lista dei convocati neanche gli altri giocatori bloccati dal virus (Radja Nainggolan, Ashley Young, Roberto Gagliardini e Ionut Radu) e dalle squalifiche (Stefano Sensi, espulso a Roma contro la Lazio) che sarebbero potuti tornare utili a gara in corso. Per Conte, insomma, meno alternative del solito. E a questo si aggiungono delle decisioni arbitrali rivedibili, come il mancato secondo giallo non rifilato a Kessié per netto fallo su Hakimi.
Questi non sono gli unici punti da evidenziare in ottica ko. L'Inter infatti ha creato tanto e concretizzato poco e inoltre la difesa (non solo ieri, ma in tutte le prime giornate) sembra essere lontana parente di quella che l'anno scorso strappò lo scettro di migliore del campionato. Siamo solo all'inizio, ma c'è da lavorare sui particolari.
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