Dall'esordio con Gasperini alla consacrazione con Conte, Bastoni si racconta a DAZN
Dal suo esordio in maglia nerazzurra, datato 28 settembre 2019, sono passati tre anni e proprio nella stagione in corso, Alessandro Bastoni, si è confermato a soli 23 anni uno dei cardini della difesa dell'Inter del presente e molto probabilmente del futuro.
Uno scudetto, una Supercoppa italiana e un Europeo, un bottino niente male per il classe 99 di Casalmaggiore protagonista del nuovo episodio di "Day-Off" su DAZN, condotto da Diletta Leotta, dove il centrale della nostra nazionale racconta gli inizi della sua carriera e le tappe che lo hanno portato oggi ad essere considerato già uno dei migliori difensori italiani in circolazione.
Il numero 95 nerazzurro parte dal suo incontro con il mondo del calcio spiegando come è nata la sua passione -Ho iniziato a giocare all’oratorio, anche perché sono sempre stato un bambino molto timido e facevo fatica a relazionarmi con gli altri ragazzi della mia stessa età. Andavo in oratorio quindi con i miei compagni di scuola e proprio in oratorio ho iniziato a dare i primi calci ad un pallone".
Una passione coltivata e resa un sogno grazie a una figura definita dallo stesso Bastoni fondamentale per l'inizio della sua carriera, quella di Giampiero Gasperini -Gasperini è stato fondamentale per me. Avevo sedici o diciassette anni e mi ha subito chiamato in prima squadra. Quella era un’Atalanta che puntava già all’Europa ed era quindi una grande squadra. Lui ha avuto il merito di puntare su me fin da subito ed io sono stato bravo a ripagare la sua fiducia. È stata una persona fondamentale per il mio percorso”.
Ma Gasperini non è l'unico artefice del suo successo, infatti aggiunge, come anche Antonio Conte abbia ricoperto un ruolo cardine per la sua crescita consacrandolo definitivamente -È stato lui che mi ha consacrato. A lui devo veramente il 90% di ciò che sono oggi. Mi ha trasmesso realmente tanto sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista della mentalità. Non è da tutti far giocare in una squadra come l’Inter un ragazzo di venti anni. Gli devo tanto.
Infine la curiosità sul numero scelto, il 95 -Indosso la maglia numero 95 perché mio fratello grande è nato nel 1995. È stata una promessa che gli ho fatto: gli ho detto che avrei scelto il numero della sua data di nascita. Così è stato - e la dichiarazione d'amore verso i colori che oggi difende -San Siro per me è sempre stato un sogno ed esserci arrivato a giocare è un motivo di grande orgoglio. Spero di farlo ancora per molti anni. Con l’Inter abbiamo già vinto una Supercoppa ed un campionato e con la Nazionale abbiamo vinto gli Europei la scorsa estate. Sono solo all’inizio del mio percorso che spero possa ancora regalare a me e ai miei tifosi tante gioie.
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