Dal capolavoro Napoli fino alle ultime voci: è Giuntoli il ds giusto per la Juve?
Il Napoli si gode - ormai da giovedì sera - il terzo Scudetto della sua storia. Il club azzurro è riuscito, dopo tanti anni ma soprattutto dopo un percorso iniziato diciannove anni fa con Aurelio De Laurentiis, a conquistare il tricolore. Il merito non è soltanto di Luciano Spalletti (che ha condotto il gruppo a una vittoria finale impronosticabile, attraverso il gioco), ma anche di un direttore sportivo come Cristiano Giuntoli (autore di veri e propri colpi a prezzo stracciato). Le ultime voci di mercato danno il dirigente - attualmente al Napoli - in orbita Juventus. Ma siamo davvero sicuri che Giuntoli sia il profilo adatto per i bianconeri? Andiamo ad analizzare diversi fattori.
Il fiuto per le occasioni e i colpi "alla Giuntoli"
Sembrava essere arrivato nuovamente l'anno zero per il Napoli in estate: dopo gli addii di Koulibaly, Mertens e Insigne, tutti i tifosi azzurri erano come minimo scettici sui sostituti. Il primo colpo? Partiamo dalla difesa: Kim Min-Jae è approdato nel capoluogo campano da perfetto sconosciuto con Giuntoli che - per strapparlo in extremis al Fenerbahce - ha dovuto sborsare 19,5 milioni di euro. Nonostante le prime prove convincenti la piazza era ancora dubbiosa ma le statistiche e le prestazioni anche sulla lunga distanza hanno dato ragione al ds: Kim si è confermato nel Napoli Campione d'Italia come uno dei difensori centrali più forti del nostro campionato registrando più passaggi effettuati (90,8%) e vincendo più duelli aerei rispetto a qualsiasi altro centrale (92). Arriviamo subito all'attacco con un elemento che adesso è diventato una vera e propria "pepita d'oro", ovvero Khvicha Kvaratskhelia: il laterale sinistro georgiano, dal cognome quasi impronunciabile, era arrivato in Italia - come Kim - nello scetticismo generale.
"Spero di aver fatto un colpaccio", aveva dichiarato De Laurentiis. Alla fine "Kvara" ha lasciato tutti di stucco: dodici reti e tredici assist, che l'hanno fatto sfilare in grande stile sul "red carpet" dei protagonisti di questo Napoli. Inutile dire che anche qui il merito - o meglio - il fiuto per il colpo l'ha avuto il ds Giuntoli: poco più di undici milioni per strapparlo alla Dinamo Batumi, con il valore del giocatore che - in seguito - è cresciuto vertiginosamente. Poi Raspadori e Simeone "dietro" all'unica punta Osimhen, anche queste grandi intuizioni, alternative di prima fascia e rimpiazzi che hanno dato il loro contributo, quando chiamati in causa, alla cavalcata trionfale. Scelte e colpi che sono andati a braccetto con la politica di De Laurentiis, ovvero quella di costruire una squadra seguendo criteri di razionalità e sostenibilità abbassando anche il monte ingaggi. A inizio stagione tutti gli addetti ai lavori erano allibiti e perplessi sul Napoli, con qualcuno che ironizzava anche sull'operato di Giuntoli. Il tempo ha dato ragione al ds, che durante la festa scudetto ha rilasciato dichiarazioni per certi versi agrodolci.
Le dichiarazioni agrodolci
"Volevo dire un’ultima cosa al popolo napoletano: non vi preoccupate del futuro, sono otto anni che sono qua e sento sempre parlare di chi va via e di chi rimane. Nelle mani di Aurelio De Laurentiis non ci sarà mai un problema e ci sarà sempre un grande Napoli". Parole che sanno d'addio? Probabilmente sì, un addio non forzato ma di quelli per certi versi naturali, come chiusura di un ciclo. Giuntoli andrebbe via da Napoli da vincitore, quello che ce l'ha fatta, quello che dal 2015 - anno del suo approdo a Napoli - ha costruito da cima a fondo un organico che prima sembrava essere squilibrato per via delle troppe individualità presenti. Le sue parole lasciano poco spazio per i dubbi con la Juve che, da tempo, ha avviato i contatti per portarlo a Torino.
Un nuovo inizio
Non bisogna nascondersi dietro a un dito: la Juventus ha seriamente bisogno - dopo un'annata complessa - di un direttore sportivo in grado di scegliere con criterio i rinforzi e in grado di far compiere al club un salto di qualità anche in chiave futura. Giuntoli, identikit tracciato dalla proprietà, cascherebbe a fagiolo. Il modello Napoli, per questa Juve, sarebbe ideale, specialmente per una squadra che deve tornare a essere protagonista in Italia e in Europa senza spendere cifre folli e agendo con programmazione e accuratezza, prendendo insomma le distanze da sperperi e investimenti poco ocupati come quelli visti in passato. Gli esempi griffati Kvara e Kim sono tra i più lampanti, con Giuntoli che potrebbe ripetere colpi simili anche in un top club come la Juve. Magari lavorando sotto traccia, senza troppi proclami e con lo spirito "operaio" che l'ha sempre contraddistinto. Architettando la rinascita di una squadra, e magari della "Vecchia Signora". Forse quella più bisognosa di una figura che, oltre a saper vincere, ama osare.