Dai primi calci a scuola alla Champions con la Roma - Intervista a Paloma Lazaro

Paloma Lazaro, attaccante della Roma
Paloma Lazaro, attaccante della Roma /
facebooktwitterreddit

Esclusiva - Ne è passato di tempo da quando Paloma Lazaro passava la ricreazione nel cortile di scuola sognando di essere Fernando Torres. Per lei, nata a due passi dal Vicente Calderon, è stato impossibile non farsi travolgere dalla passione del tifo Colchonero. Un divertimento che però si è subito trasformato in qualcosa di più grande.

Il calcetto per farla innamorare, il Rayo Vallecano e i primi allenamenti con Natalia Pablos e Jennifer Hermoso a spianarle la strada verso il calcio vero. E se tutte le strade portano a Roma, Paloma per arrivarci si è goduta ogni attimo del tragitto, passando per Tenerife, Bari e poi Firenze.

L'attaccante spagnola classe '93 è oggi una delle calciatrici più importanti della rosa di una Roma in costante crescita. Due finali di Coppa Italia consecutive - la prima vinta nel 2021- e una storica qualificazione alla fase ai gironi della UEFA Women's Champions League dopo aver eliminato Glasgow City (sua la rete del 1-3 che ha chiuso il discorso), Paris FC e Sparta Praga.

L'abbiamo intervistata per conoscere meglio la sua storia e le sue sensazioni sulla stagione della squadra giallorossa e sulla crescita del calcio femminile.

Da dove nasce la tua passione per il calcio e quando hai capito che avresti voluto fare la calciatrice?

“In realtà non saprei dire da dove nasca la passione perché nella mia famiglia non c'era nessuno che giocava a calcio. A scuola mi piaceva prendere il pallone e scendere a fare ricreazione. Poi quando avevo 6 o 7 anni mio padre mi portò a provare con una squadra di calcetto e mi piacque tantissimo. Iniziò tutto così e oggi siamo qui"

Anche se sei in Italia da diverse stagioni la tua carriera è iniziata in Spagna. Quali sono le principali differenze che hai notato a livello calcistico?

“Se parliamo di professionismo in Spagna sono un po’ più avanti perché lì il passaggio al professionismo è avvenuto prima che in Italia. Adesso però si sta livellando tutto, sia a livello economico che calcistico. Le differenza più evidente probabilmente è nello stile di gioco, perché in Spagna è più tecnico e si gioca maggiormente palla a terra, ma ringrazio di essere alla Roma perché il gioco e gli allenamenti sono simili e io mi trovo benissimo qui"

Paloma Lazaro in azione con la maglia della Roma.
Paloma Lazaro in azione con la maglia della Roma. / Insidefoto/GettyImages

Il calcio femminile è finalmente passato al professionismo anche in Italia. Quali sono i principali cambiamenti che hai notato in questi anni?

“Prima di tutto a livello social: le partite adesso si trovano quasi ovunque in tv tra TimVision, Dazn e La7, e questo ci permette di essere apprezzate di più anche da gente che magari non aveva mai visto neanche una partita di calcio femminile e si sorprende del fatto che giochiamo bene. A livello di tifo si sta crescendo tanto. Poi c'è da dire che stanno aumentando sia le interviste che l'interesse degli sponsor. Fino a un po' di tempo fa vedevi al massimo due calciatrici sponsorizzate, ora praticamente tutta la squadra è sponsorizzata. Poi a livello di organizzazione è tutto cambiato rispetto a qualche anno fa: a livello di organizzazione delle trasferte e di supporto medico non ci manca veramente nulla. Ricordo quando ero piccola andavo a fare terapie una volta ogni tre mesi perché non c’era più di un terapista. Ora siamo veramente professioniste"

Negli ultimi mesi abbiamo visto la finale della Champions League poi abbiamo visto il record di spettatori agli Europei. Partendo da questo, quali pensi che siano gli step successivi da compiere?

“Sarebbe bellissimo arrivare al punto in cui ogni squadra possa riempire lo stadio ogni weekend e dando al calcio femminile la visibilità che merita perché il nostro lavoro è lo stesso che fanno gli uomini. Poi che i club abbiano abbastanza soldi per sostenere ogni calciatrice con uno stipendio che le possa permettere di pensare al calcio 24 ore al giorno e 7 giorni su 7”.

Valentina Giacinti and Paloma Lazaro Torres del Molino of AS...
Paloma Lazaro e Valentina Giacinti, attaccanti della Roma / Insidefoto/GettyImages

In tal senso possiamo dire che tu sei abbastanza fortunata perché il contesto della Roma è speciale, visto cosa sta facendo il club negli ultimi anni per quanto riguarda la squadra femminile. Che sensazioni avete voi all’interno e quali sono gli obiettivi che vi state dando?

“L’esempio più chiaro che ti posso fare è quello di gente che è andata via dalla Roma e a cui manca. Vanno in altri club in cui non c'è questo livello di organizzazione e professionalità, perché alla fine se non hai un club maschile dietro che ti dà sostegno, che ti dà una mano, è difficile”.

La qualificazione alla fase a gironi di Champions League è un traguardo storico. Quali sono le sensazioni che vi portate dietro dal percorso che avete fatto fino a qui e quali sono le aspettative europee in questa stagione?

“È una sensazione bellissima, perché vedi che ti viene riconosciuto il lavoro che fai e ti senti davvero una calciatrice. A livello di obiettivi puntiamo al massimo in ogni competizione che giochiamo, ma sempre con umiltà, perché alla fine la Roma è nata cinque anni fa e se siamo arrivate fino a qui significa che qualcosa di buono è stato fatto"

Pensi che la campagna acquisti fatta dal club possa aiutare ad alzare ancora di più il livello?

“Io penso che alla fine il livello si sta alzando tantissimo e quindi si deve affrontare ogni partita nel modo giusto, sapendo che può succedere di tutto. La mentalità di questa squadra è di provare a dare sempre il massimo. Ogni anno si fanno acquisti che cambiano la mentalità alzare sempre di più il nostro livello. Siamo consapevoli della forza della squadra e sappiamo che se lavoriamo bene possiamo arrivare a raggiungere gli obiettivi”.

Paloma Lazaro
Paloma Lazaro in azione contro il Glasgow City / Ian MacNicol/GettyImages

A livello personale ti sei data qualche obiettivo?

“Per me poter vincere un trofeo con la Roma in questa stagione significherebbe migliorare. Essendo un attaccante è normale che qualche obiettivo personale ci sia sempre, però c'è da dire che quest’anno sto cambiando anche ruolo e mi trovo benissimo, sia con gli assist che in fase realizzativa. In questo momento sono più concentrata sulla squadra che sugli obiettivi personali”

All'inizio della tua carriera il panorama del calcio femminile era completamente diverso. Oggi quali sono le opportunità per una ragazza che intraprende il proprio percorso calcistico?

“A mio avviso ora si ha il privilegio di iniziare quando quasi tutti hanno una squadra femminile in cui si può crescere con l’aiuto di gente preparata e ci sono competizioni ovunque. Hanno tutto per poter puntare al massimo. Noi siamo diventate professioniste adesso. Io ho 29 anni e posso dire di esser diventata professionista a 29 anni. Una ragazza di 15-16 anni può già essere professionista e vivere con il calcio, facendo quello che ama ed essendo consapevole che quello è il suo lavoro”