Da Wembley a San Siro: come cambia l'Italia a 3 mesi dal successo Europeo
La Serie A rientra ai box per lasciar spazio alla pausa nazionali. Nel corso di questa settimana, l'Italia è chiamata infatti ad affrontare le finali della Nations League. Il primo impegno è fissato a mercoledì, quando a San Siro gli Azzurri se la vedranno con la Spagna in semifinale.
In caso di risultato positivo, i ragazzi di Roberto Mancini dovranno restare a Milano, in vista della finalissima del 10 ottobre. Se ad avere la meglio fosse la Roja, ci sarebbe da prendere un pullman direzione Torino per disputare la finale 3-4° posto all'Allianz Stadium.
L'Italia aveva staccato il pass per le fasi finali già nel novembre 2020, quando il successo per 2-0 sulla Bosnia ha decretato la supremazia degli Azzurri nel gruppo 1 della prima fascia. Rispetto all'anno scorso, molte cose sono cambiate: all'epoca dell'ultima partita di Nations League, la nostra Nazionale era ancora quella squadra che doveva rifarsi dopo il flop della mancata qualificazione al Mondiale; ora siamo invece i campioni d'Europa in carica.
Pertanto, Mancini si trova davanti al compito di dover imprimere un cambio di mentalità, dato che non possiamo più ragionare da outsider, ma dobbiamo comportarci come una grande nazionale che deve vincere con tutte. Questo non è l'unico banco di prova che attende il nostro Commissario Tecnico che dovrà trovare il giusto modo per trovare ulteriori motivazioni a un gruppo che è già riuscito a vincere un titolo e che potrebbe quindi aver saziato la propria fame di trofei.
Nelle gare di qualificazione ai Mondiali in Qatar, abbiamo in effetti notato una certa indolenza nei calciatori azzurri. Certo, la preparazione atletica era ancora precaria, ma è comunque un campanello d'allarme da non sottovalutare.
Come se non bastasse, Mancini deve anche fare i conti con le numerose defezioni che hanno costretto molti giocatori a rinunciare alla convocazione. Il primo a sventolare bandiera bianca è stato Ciro Immobile che ha rimediato un lieve infortunio nella gara d'Europa League della sua Lazio. Ieri sera, nel posticipo Atalanta-Milan sono stati invece Rafael Toloi e Matteo Pessina a dover alzare bandiera bianca. A prendere il loro posto sono Moise Kean, Davide Calabria e Federico Dimarco.
Questi forfait possono però costituire una risorsa preziosa per il CT. Spesso, le nazionali che riescono a vincere un titolo incappano nel difficile ricambio generazionale e alcuni giocatori vengono confermati solo per una sorta di ringraziamento per quanto fatto in passato. Gli infortuni permettono così a Mancini di sperimentare soluzioni nuove che possono conferire altra linfa alla rosa dei campioni d'Europa.
Prendiamo il caso di Immobile. L'attaccante biancoceleste ha sempre fatto egregiamente con il proprio club, ma in Nazionale non è mai riuscito a portare la sua vena realizzativa. È lecito quindi permettere all'allenatore di impiegare Raspadori o lo stesso Kean al centro del tridente; si tratta di giocatori giovani, di grande talento e che saranno un giorno centrali nella selezione Azzurra. Bisogna però trovare l'occasione di farli giocare e in Nations League avranno la loro chance.
Stesso discorso per Dimarco e Calabria che nel quartetto difensivo potrebbero tranquillamente contendere il posto di terzini titolari a Di Lorenzo ed Emerson. C'è poi il ritorno di Lorenzo Pellegrini che, fresco di rinnovo, è diventato leader assoluto della Roma mourinhana e ora cerca gratificazione anche in Nazionale, dopo la delusione dell'infortunio alla vigilia di Euro 2020.
Insomma, rispetto ai 23 della finale di Wembley, Mancini perde molte pedine importanti, ma deve cogliere la palla al balzo e far girare il più possibile i giocatori che ha a disposizione. La vera forza di una nazionale sta nella sua capacità di cambiare gli interpreti, mantenendo invariato lo stile di gioco e la mentalità vincente.
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