Da sogno a incredibile beffa: l'Italia a Euro 2000
L'Europeo del 2000 organizzato da Belgio e Paesi Bassi rappresentava, per l'Italia di Dino Zoff, l'occasione di riscattarsi dopo la gran delusione dell'eliminazione ai Mondiali in Francia di due anni prima, ad opera dei padroni di casa, ai rigori. Era l'anno dello scudetto della Lazio di Sergio Cragnotti e del forfait di Gigi Buffon con l'infortunio nell'ultima amichevole di preparazione. Una bruttissima notizia che, al contrario, si rivelerà "benedizione" per gli Azzurri. Una Nazionale che, nonostante una difesa stellare e un attacco tra i più forti e completi che si ricordino, non rappresentava certo la favorita per la vittoria finale tra le sedici squadre. Del resto c'era, ancora, la Francia campione del Mondo lanciata da quella maledetta traversa di Gigi Di Biagio allo Stade De France.
In quel caldo (per noi) giugno 2000 l'Italia, all'esordio dell'11 giugno 2000 ad Arnheim (Paesi Bassi), partì subito con il piede giusto e con un 2-1 rifilato alla Turchia con i gol di Antonio Conte e Pippo Inzaghi (su rigore), inframezzati dal momentaneo pari di Okan Buruk. Anche la seconda giornata, il 14 giugno 2000 a Bruxelles contro i padroni di casa del Belgio, vide una secca affermazione 2-0: in gol Francesco Totti, che stava consacrandosi anche fuori dalla Serie A e Stefano Fiore. Più combattuta, ma comunque vinta, l'ultima con la Svezia ad Eindhoven: azzurri avanti con Gigi Di Biagio, poi il pari di Larsson che stava per fissare il risultato almeno fino alla zampata di Alessandro Del Piero (che sarà tra i più discussi della spedizione) a regalare all'88' l'en-plein a Dino Zoff.
Ai quarti una vittoria agevole per l'Italia, un 2-0 rifilato alla Romania firmato Totti e Inzaghi, che avrebbe introdotto la semifinale con l'Olanda padrone di casa (nell'altra tra Francia e Portogallo, ahinoi, avranno la meglio i Galletti). Una partita che ancora oggi, a ricordarla, causa scompensi. Lanciata e consapevole della propria forza l'Italia sa che dovrà misurarsi in una Amsterdam Arena totalmente Orange per la squadra guidata da Patrick Kluivert. E per i ragazzi di Zoff si mette subito malissimo per l'espulsione a metà primo di tempo di Zambrotta: gli azzurri resistono stoicamente per 120', anche grazie ad un'Olanda che sbaglia l'impossibile, compresi due penalty nei tempi regolamentari (uno parato da Toldo a Frank De Boer e l'altro calciato alto da P. Kluivert). Ai rigori gli eroi saranno ancora Toldo, capace di parare di nuovo i rigori di De Boer e Bosvelt, e Totti, con un cucchiaio tanto folle quanto bello.
Si arriva così alla finalissima di Rotterdam, l'occasione per l'Italia di prendersi finalmente la rivincita sulla Francia. Una missione che sembrava praticamente compiuta dopo il gol del vantaggio realizzato al 55' da Marco Delvecchio, lesto a mandare alle spalle di Barthez un cross di Pessotto dalla destra. Pochissimi minuti dopo Del Piero fallirà clamorosamente il raddoppio e già da lì cominciò ad arrivare l'odore acre della beffa.
Una beffa che cominciò a materializzarsi con il pareggio di Wiltord a venti secondi dal termine e un 1-1 che mandò la contesa ai supplementari, durati solo 9': al 103', infatti, arrivò la rete, anzi il golden goal di Trezeguet, che consegnò la Coppa alla Francia e un silos di lacrime amare all'Italia. Fortunatamente per il calcio, poi, la Uefa abolirà la drammatica regola del golden gol nella primavera 2003.
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