Da Rapuano a Di Bello: tutti gli arbitri finiti nel mirino di Mourinho
Domani, mercoledì 4 maggio, ricorre l'anniversario dell'annuncio di José Mourinho in qualità di allenatore della Roma. In questi dodici mesi sono state tante le critiche - talvolta ironiche - mosse dal portoghese nei confronti degli arbitri.
Lo Special One ha spesso difeso l'onore della società giallorossa da presunti torti arbitrali che, a suo dire, hanno compromesso il cammino della sua squadra sia in Serie A sia in Europa. Il primo direttore di gara a essere finito nel mirino di Mourinho è stato Antonio Rapuano, per aver ammonito Lorenzo Pellegrini nel finale di Roma-Udinese: il centrocampista è stato costretto a saltare il derby con la Lazio. Stracittadina che ha visto Mourinho inveire contro Marco Guida per un rigore non fischiato ai danni di Nicolò Zaniolo.
È stata poi la volta di Daniele Orsato in un Juventus-Roma: l'arbitro - ricorda oggi La Gazzetta dello Sport - non ha convalidato il gol di Tammy Abraham e non ha fischiato un rigore per un fallo su Jordan Veretout. Successivamente, è stato il turno di Fabio Maresca in un Roma-Milan: nessuna sanzione per il contatto tra Simon Kjaer e Stephan El Shaarawy. Altri due i casi da segnalare: Gianluca Aureliano non ha notato un fallo su Roger Ibanez in un Venezia-Roma, prima del rigore assegnato ai padroni di casa; e Luca Pairetto, protagonista in negativo durante Spezia-Lazio: è stato ritenuto regolare il gol-vittoria di Francesco Acerbi, in netta posizione di fuorigioco al momento del tiro.
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