Da Mourinho a Conte: il "rumore dei nemici" che può caricare (di nuovo) l'Inter

Conte al Mapei
Conte al Mapei / Alessandro Sabattini/Getty Images
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"Complimenti ai miei calciatori perché non è semplice all'Inter, in generale". Nel post partita del Mapei Stadium, Antonio Conte ha svuotato il sacco e sputato in faccia ai media quello che da anni chi entra in contatto diretto con l'ambiente nerazzurro lamenta: accanimento mediatico. E non solo.

"Niente è semplice - ha continuato il tecnico nerazzurro nell'intervista concessa a Sky Sport -. Sull'Inter non si vede l'ora di buttare negatività, noi dobbiamo essere bravi, ermetici e pensare a noi stessi. Lavorando sapendo che c'è gente che non vede l'ora di buttare... non dico cosa. Ho allenato tante squadre, ma non ho mai visto questo accanimento a prescindere, che condiziona anche i giocatori. Ma noi siamo un fronte unico e dobbiamo esserlo da qui alla fine. Anzi, alcune situazioni devono darci ancora più forza".

Parole che rimandano inevitabilmente alla mente i discorsi che dieci anni fa portava avanti un certo José Mourinho, tra manette mostrate in diretta televisiva e il famoso "rumore dei nemici" che in quell'annata leggendaria compattò l'Inter fino a portarla sul tetto d'Italia e d'Europa, con l'impresa del Triplete mai riuscita a nessuna squadra italiana.

Ora anche Conte, che sta pian piano capendo cosa voglia dire far parte dell'Inter ed essere interista, sente forte quel senso di accerchiamento che caricava lo Special One. E che ora potrà caricare anche lui e la sua Inter per il proseguo di una stagione più che mai anomala.


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