Da calciatori ad arbitri dopo la fine della carriera: l'idea e l'esempio francese
Non è raro, anzi è comune, che nelle dichiarazioni post-partita (con fare anche contrariato) calciatori e allenatori sottolineino quanto l'assenza di esperienza da calciatore penalizzi gli arbitri nelle loro decisioni: le dichiarazioni di Pioli dopo Bologna-Milan in quel senso sono in perfetta continuità con tante parole espresse, nel tempo, sulla stessa linea. "Se solo avessero giocato capirebbero" è l'assunto di partenza, tirato in ballo soprattutto quando si tratta di valutare episodi al limite come i falli di mano, con ipotesi necessarie su movimenti più o meno congrui da parte del difendente.
Calciatori e poi arbitri: l'idea di Pieri
Si può immaginare, al di là delle reazioni a caldo, un contesto calcistico in cui un ex calciatore si dota di fischietto non appena conclusa la carriera da giocatore professionista? La provocazione (o comunque la suggestione) è stata lanciata di recente da Tiziano Pieri, ex arbitro e attuale commentatore per Novantesimo Minuto. L'ex direttore di gara ha tirato in ballo la possibilità che i calciatori a fine carriera vengano inseriti nei quadri arbitrali: partendo a 35 anni avrebbero poi una decina di anni di carriera davanti, con una fase iniziale di ambientamento e una scalata graduale dai campionati giovanili fino addirittura alla Serie A o comunque alle divisioni più importanti.
Per Pieri, attraverso una simile trovata, si affronterebbero due problemi distinti, entrambi cruciali pensando alla questione arbitrale: da un lato si avrebbe un'inedita unione delle forze, andando a rompere quella distanza tra due mondi visti come separati, d'altro canto si affronterebbe anche il tema della crisi quantitativa legata al numero di arbitri (con un calo di circa 4mila unità registrato negli ultimi sette anni). Trovare un filo conduttore tra la carriera calcistica e quella arbitrale, secondo tale proposta, permetterebbe dunque di trovare un punto di unione e anche un inedito peso dell'esperienza sul campo per poter poi decidere con maggior cognizione di causa (almeno sulla carta).
Il precedente francese
Esiste anche un precedente interessante che arriva dalla Francia: Gael Angoula, ex difensore con un passato anche in Ligue 1 e Ligue 2 con le maglie di Bastia, Angers e Nimes, è diventato dal 2017 parte integrante dei quadri arbitrali ed è arrivato anche a fare il quarto uomo in Ligue 1 oltre a dirigere sfide di Ligue 2 e Coppa di Francia.
Una rarissima dimostrazione pratica dell'idea lanciata da Pieri, un precedente che può dunque fare da esempio in ottica futura. Si tratterebbe a conti fatti di un percorso piuttosto rivoluzionario nel calcio, più comune invece in altri contesti come quello del rugby, anche ad alto livello.