Le critiche come spinta propulsiva: può essere un fattore a Euro 2020? E chi può riguardare?
Sembra ieri che stavamo guardando la cerimonia di inaugurazione di Euro 2020 allo Stadio Olimpico di Roma precedente a Italia-Turchia, ma la manifestazione ora è già entrata nella fase più calda (non solo per la temperatura) e si avvia verso la chiusura. Questa edizione ha già regalato due grandi sorprese con l'eliminazione di Francia (soprattutto), Germania, Portogallo e Olanda, a cui non sono state lesinate critiche, anche feroci.
E sono proprio le critiche, spesso, a fungere da propulsore. Tante volte abbiamo visto squadre che avevano bisogno di essere pungolate per cominciare a rendere, ed è assolutamente il caso della Spagna. Una nazionale, quella guidata da Luis Enrique, che sembra lontana dai fasti del blocco Barcellona-Real Madrid e con un profondo cambiamento in atto. Le Furie Rosse nelle prime due gare hanno deluso fortemente pareggiando 0-0 con la Svezia e 1-1 con la Polonia. Critiche per tutti, ma di più per Alvaro Morata che ha ricevuto minacce di morte anche ai figli piccoli. Un caos che ha in qualche modo smosso la Spagna, che ha poi rifilato alla Slovacchia un secco 5-0 che ha consegnato secondo posto e qualificazione agli ottavi.
Dove poi gli uomini di Luis Enrique hanno dato spettacolo insieme alla Croazia, battuta solo ai supplementari con un clamoroso 5-3. Questo pomeriggio la Spagna dovrà vedersela con la Svizzera, capace di eliminare la Francia, con i favori del pronostico, ma anche con un'altra certezza: le critiche chiaramente quelle costruttive - possono stimolare e far migliorare una squadra. Proprio come si è visto nel giro di tre partite tra girone e ottavi di finale, dove la Spagna è sembrata tutta un'altra cosa. E in un Europeo fatto di poche partite le critiche possono essere un fattore decisivo. In un modo o nell'altro.
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