Cose positive e cose negative dell'Italia dopo l'amichevole contro la Bosnia

  • Frattesi è sempre più una certezza (anche sotto porta)
  • Scamacca deve sbloccarsi
Italia - Bosnia Erzegovina
Italia - Bosnia Erzegovina / Claudio Villa/GettyImages
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Se lo scialbo 0-0 contro la Turchia non poteva dare adito a critiche sulla prestazione dell'Italia, allo stesso modo la vittoria contro la Bosnia per 1-0 - un risultato perfino stretto per la mole di occasioni prodotte - non può rappresentare da solo un motivo per essere fiduciosi in vista dell'Europeo. In primis perché in entrambi i casi si è trattato di amichevoli preparatorie a una competizione internazionale, dove i giocatori hanno giustamente provato a scansare sgraditi infortuni, ma anche perché le rotazioni effettuate dal CT Luciano Spalletti non ci hanno ancora consegnato un'idea definitiva su quella che sarà la Nazionale che vedremo a Euro 2024.

Come ogni partita, anche quella di ieri sera ci ha offerto però degli spunti interessanti per parlare degli atteggiamenti, dei sistemi di gioco e dei giocatori che metteremmo idealmente in valigia prima di partire per la Germania e degli errori commessi che invece dobbiamo dimenticare.

Cosa portare in Germania

Davide Frattesi, Gianluca Scamacca
Davide Frattesi, Gianluca Scamacca / Claudio Villa/GettyImages

Il grande problema che ogni commissario tecnico si ritrova ad affrontare è il poco tempo a disposizione per preparare competizioni internazionali lunghe e dispendiose. Per aggirare tale difficoltà, si ricorre spesso a blocchi di una determinata squadra. L'Italia l'ha fatto in passato con la Juventus, stavolta Spalletti lo farà con l'Inter vincitrice dello Scudetto, ma paradossalmente a rivelarsi preziosi potrebbero essere due giocatori che non condividono lo stesso spogliatoio di club, vale a dire Gianluca Scamacca e Davide Frattesi. I due sono stati compagni nelle giovanili della Roma prima di intraprendere strade diverse, ma l'affinità fuori dal campo ma soprattutto sul terreno di gioco è rimasta inalterata e ieri è da loro due che sono partite le azioni meglio congeniate degli Azzurri.

Magari a favorire la loro bromance è stato il sistema di gioco, adoperato da tutti e due nelle rispettive squadre. Quello del modulo è un altro tema d'attualità quando si parla di Italia. Spalletti è un tecnico che ha fatto del 4-2-3-1 e del 4-3-3 il proprio manifesto, ma in rosa ha una miriade di calciatori abituati a giocare con la difesa a tre. Certo, la difesa a tre dell'Atalanta non è simile, ad esempio, a quella della Juventus, ma può comunque rappresentare una base su cui costruire e in tal senso ieri sono arrivati responsi promettenti. Dopo il mezzo flop del 4-2-3-1 con la Turchia, contro la Bosnia il CT azzurro ha cambiato registro schierando Calafiori e Darmian ai fianchi di Buongiorno, con Bellanova a destra e Cambiaso a sinistra. Una soluzione che ha portato a un palleggio più fluido, a più palle gol e a una migliore copertura degli spazi in campo.

In cosa migliorare

Riccardo Calafiori
Riccardo Calafiori / Jonathan Moscrop/GettyImages

La sensazione è che gli aspetti su cui lavorare nell'ultima settimana che ci separa dall'esordio con l'Albania non riguardi la tattica in senso stretto, bensì la sfera emotiva degli Azzurri. Per quasi tutti sarà la prima partecipazione a un torneo internazionale, per molti queste sono state addirittura le prime presenze con la maglia della Nazionale. L'emozione è comprensibile ma non deve assolutamente portare a errori tecnici, soprattutto in un girone con squadre come Spagna e Croazia che te li fanno pagar cari. A mettere in guardia l'Italia è stato lo stesso Spalletti durante le interviste nel post-gara, quando ha fatto ricondurre le ingenuità di Calafiori e Dimarco alla timidezza nel giocare il pallone senza paura.

Ricollegabile alle questioni "di testa" anche gli errori sotto porta di Scamacca, letale finalizzatore nel finale di campionato con l'Atalanta che però ieri ha sparato a salve, sciupando almeno un paio di occasioni nitide per raddoppiare. Sia gli errori in fase di costruzione sia quelli sotto porta possono essere risolti rompendo il ghiaccio con una prestazione e un risultato positivi all'esordio. Quel che è certo è che a Euro 2024 l'Italia non parte sconfitta.