Cosa rappresenta Alex Del Piero per un tifoso della Juventus

Claudio Villa/Getty Images
facebooktwitterreddit

Il 12 settembre 1993 un giovane di 19 anni faceva il suo esordio con la Juventus contro il Foggia, in Serie A. Il suo nome era Alessandro Del Piero che entrò sull'1-1 al posto di Ravanelli, dando il via ad una carriera bianconera ricca di trofei e successi. Quasi venti anni di amore, classe, gol e fantasia fino al 13 maggio 2012, giorno dell'ultima partita con la Juventus di Alex.

Ma che cos’è il calcio senza idoli? Niente, assolutamente niente. Un bambino che gioca nel giardino sotto casa, quando segna, esulta gridando a squarciagola il nome del proprio idolo, sperando magari di diventare come lui. Alessandro Del Piero però, non era un idolo qualunque, colui che durava qualche anno e poi scompariva dalla nostra testa. No, lui era il giocatore che è riuscito ad unire intere generazioni. Chi nasce juventino, nasce con la concezione che Del Piero è il simbolo della juventinità, del calcio italiano e internazionale.

Valerio Pennicino/Getty Images

Facciamo un passo indietro però, quando tutto è iniziato. La Juventus si giocava la quarta partita di campionato, contro il Foggia. Al 29' del secondo tempo Trapattoni fece una sostituzione e, al posto di Penna Bianca Ravanelli, inserì un ragazzino di nome Alex, Alessandro Del Piero. Sembrava ancora un bimbo, o forse lo era. Eppure era già tra i grandi, per diventare il più grande. Con la maglia bianconera stava davvero bene, un po' come il pane con la nutella o Michael Bublé con il Natale. Per questo tutto il popolo bianconero se ne innamorò subito. E quell'amore, così viscerale, era dannatamente corrisposto. La dimostrazione di questo avvenne in una calda estate, quando tutti, o quasi, scappavano per la retrocessione in Serie B, ma non lui. Lui rimase. Perché "un gentiluomo non lascia mai sola la sua signora".

New Press/Getty Images

Ma Del Piero è tanto altro. Del Piero è il pallonetto al volo di esterno destro nella rimonta 3-2 contro la Fiorentina. In quella giocata non c’è pensiero, solo istinto: è calcio allo stato puro, un gesto che entra direttamente nella storia. Del Piero significa partire da sinistra, convergere verso il centro e tirare a giro sul secondo palo, mettendo la palla all’incrocio. Lo sanno bene Borussia Dortmund, Steaua Bucarest e Rangers Glasgow, che nel 1996 si sono dovute inchinare alle sue prodezze. Del Piero è la rovesciata-assist per il gol di Trezeguet nello scontro diretto con il Milan a San Siro. Del Piero è la punizione vincente negli ultimi minuti contro l'Inter a San Siro.

PACO SERINELLI/Getty Images

Del Piero è il gol del 2-0 in semifinale del Mondiale contro la Germania nel 2006, proprio a Dortmund, dove il suo gol era nato nel 1995. Del Piero è la standing ovation del Santiago Bernabeu dopo i due gol con cui ha schiantato il Real Madrid. Del Piero è il calcio di punizione contro la Lazio che ha regalato lo Scudetto nel suo ultimo anno in maglia bianconera. Del Piero è il gol contro l'Atalanta nella sua partita d'addio e le lacrime di tutto lo Juventus Stadium.

GIUSEPPE CACACE/Getty Images

Sono passati venticinque anni, settecentocinque presenze, duecentonovanta goal, sei Scudetti, una Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, una Coppa Italia, quattro Supercoppe Italiane, una Coppa Intertoto, una Coppa del Mondo e il campionato di Serie B 2006/07 e sì, è senz'ombra di dubbio il calciatore più amato dai bianconeri. Mai nessuno prenderà il suo posto, mai nessuno sarà come Alex Del Piero.


Segui 90min su FacebookInstagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Juventus e della Serie A.