Cosa c'è dietro l'attacco di Ibrahimovic a FIFA e FIFAPro

Ibra e Raiola
Ibra e Raiola / VI-Images/Getty Images
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"Chi ha concesso alla EA Sports il permesso di usare il mio nome e la mia faccia? Non sono a conoscenza di essere un membro di FIFPro e se sono stato messo lì è senza alcuna reale conoscenza, attraverso una strana manovra. Da anni qualcuno sta facendo profitto sul mio nome e sulla mia faccia senza alcun accordo. È ora di indagare". Con queste dichiarazioni Zlatan Ibrahimovic ha iniziato la sua personale battaglia contro la EA Sports e (di conseguenza) FIFA 21.

Ibra insomma non ha apprezzato la sua immagine su FIFA 21, senza nessun avvertimento. La punta del Milan si è esposta per chiedere chiarezza, spalleggiato dal suo braccio dentro nonché agente Mino Raiola e dal collega Gareth Bale.

Entrando più nel dettaglio, come riporta calciomercato.com, quello che Ibrahimovic e colleghi stanno cercando di ottenere è quello di gestire autonomamente i diritti d'immagine ed evitare di cedere i diritti ai videogiochi lucrandoci fiori di milioni. Ma in questa battaglia tra le parti sembrano esserci tanti conflitti d'interesse.

La questione videogiochi servirebbe a mettere ai ferri corti i vertici della FIFA in risposta a quanto quest'ultima ha proposto di voler fare. Gianni Infantino ha annunciato di voler introdurre delle strette sulla compravendita dei giocatori, mettendo un tetto massimo alle commissioni degli agenti e rintroducendo la licenza per i procuratori con esami d'accesso, controllo di fedina penale e professionale. In questo modo la FIFA potrebbe riavere in mano i dati degli agenti. La FAF (Football Agents Forum), associazione privata degli agenti che opera all'esterno della FIFA, ha dichiarato guerra aperta a Raiola e ai suoi colleghi. Uno scontro totale e a questo punto, come direbbe Bale, è... "Time to investigate" (tempo di investigare).


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