Cos'è diventato Joshua Zirkzee?
È sembrato chiaro dopo qualche giornata, ne abbiamo tutti avuto la certezza dopo un numero significativo di turni di Serie A. Joshua Zirkzee non avrebbe fatto rimpiangere la partenza di Marko Arnautovic. Dopo più di un girone l'olandese è andato molto oltre. Oggi sui principali media italiani ci sono approfondimenti riguardanti il suo valore di mercato, su chi tra le big del nostro campionato dovrebbe assicurarsi le prestazioni di un calciatore che si sta rivelando sensazionale.
Zirkzee è diventato il 9 del Bologna europeo, ma anche il 10. Ha segnato 8 gol e fornito 4 assist in 18 partite stagionali e questo soltanto per quanto concerne il contributo diretto al bottino dei rossoblù. A 22 anni ha sfruttato la sua prima vera occasione in uno dei maggiori campionati europei, diventando il protagonista non solo della sua squadra, ma più in generale della competizione.
Spartaan, ADO Den Hag, un anno al Feyenoord, prima di trasferirsi in Germania per far parte delle giovanili del Bayern Monaco ed esordire in Bundes (con gol) e in Champions League con Hansi Flick nell'annata dei bavaresi dominatori del mondo (stagione 2019-20).
L'assurdo primo gol di Zirkzee all'esordio
Sono trascorsi quattro anni da quel clamoroso finale di Friburgo-Bayern Monaco, Bundesliga, in cui è cominciata la scalata di Zirkzee verso il successo. Non è stata semplice e senza ostacoli, ha affrontato sfide, paesi e campionati differenti per giungere dove si trova adesso.
Il 18 dicembre del 2019 il Bayern è fermo sul pari a Friburgo. Flick ha una panchina di ragazzi e sceglie di mandarne in campo uno solo. Si tratta di Joshua Zirkzee che al 90° entra per la prima volta in carriera, facendo accomodare Philippe Coutinho. Sembra un cambio casuale, di quelli che si utilizzano per dare un po' di centimetri nella speranza di un cross servito bene durante il recupero. E da casuale si trasforma in decisivo.
Nel recupero Perisic scodella in area di rigore un lancio morbido, Lewandowski accomoda per Gnabry che con un tocco dolce mette Zirkzee davanti al portiere. L'olandese non ha ancora mai toccato la palla dal suo ingresso, si coordina e beffa il portiere in uscita con un tocco sotto le gambe.
Sono esordi da predestinati che di solito accelerano l'evoluzione di un calciatore, con il rischio bruciatura dietro l'angolo. Non accade, Zirkzee segna altri gol e poi vola in prestito al Parma, dove non riesce ad ambientarsi. Lo fa invece alla grande nella stagione successiva all'Anderlecht in cui segna quasi 20 gol stagionali. Motivi che inducono il Bologna a comprarlo per più di 8 milioni di euro e una percentuale sulla futura plusvalenza che spetterà al Bayern per il 40%.
La routine di Zirkzee
Le occasioni arrivano e lui le sfrutta tutte. A CBS Sports si è raccontato. Vi si apprezzano i discorsi sulla Mamba mentality, da grande appassionato di Basket, la routine giornaliera che lo accompagna prima delle partite (in questo caso si tratta di Bologna-Roma), le playlist di Spotify, gli artisti che apprezza di più e i concetti che gli permettono di stare calmo ed esprimersi al meglio in campo.
Cosa è diventato Joshua Zirkzee ormai è abbastanza chiaro. Un attaccante, prima punta sarebbe riduttivo, che abbraccia la completezza. Sa comportarsi in situazioni di traffico, con l'avversario alle spalle e con campo da attaccare. Non è un velocista, ma le sue lunghe falcate e il saggio modo di controllare il suo fisico impediscono agli avversari recuperi agevoli. Il fisico appunto, l'unico elemento che ha ritardato la comprensione dei suoi mezzi. È talmente raro vedere un calciatore che dribbla in modo così pulito e controintuitivo che le prime volte in cui abbiamo visto farlo a Zirkzee, abbiamo impiegato del tempo ad accettarlo. Poi, la continuità e il miglioramento costante, giornata dopo giornata, ci ha costretto a farlo rapidamente, abbandonando ogni dubbio legato alla casualità.
L'olandese è un attaccante forte che, per fare paragoni scomodi e limitati alla Serie A, ricorda un Ibrahimovic, un Edin Dzeko. La statura è quella, il livello di lettura dell'azione e scelta delle giocate sembra avere il potenziale per arrivare a quelle vette. Quelle di un calciatore che, come capita spesso ad altre punte della sua stazza, non vuole disfarsi della sfera per andare a riprendersela in area. Vuole essere a capo della struttura della manovra, prendere le decisioni finali, essere direttore e primo esecutore della trama offensiva proposta da Thiago Motta. E gli riesce.
La parte migliore della sua giornata, racconta a CBS, è la mattina, quando porta a spasso il suo cane Kobe. Anche Di Vaio parla di un upgrade a livello di mentalità dell'attaccante olandese, che sottolinea diversi concetti. Stay calm, perché su alcune cose non puoi avere il controllo e per altre c'è bisogno di tempo, oppure non farti rovinare la giornata da qualcosa che è successo ieri.
Tutte massime che potremmo cinicamente applicare al suo modo di stare in campo. Zirkzee sembra calmo e in controllo in ogni situazione e zona del terreno di gioco. Tralasciando la fase di finalizzazione, lo è quando si allarga, quando riceve prima della linea di metà campo, quando il pallone è in aria, e anche quando è in possesso degli avversari e decide di andarlo a recuperare. Lo è quando riesce in un dribbling e quando invece lo sbaglia, e si dimostra in grado di azzerare quanto successo pochi istanti prima (non 24 ore) con la grinta del professionista e la calma apparente di chi è completamente consapevole.
Oggi si parla di grandi club interessati al suo nome ma, se dovesse continuare su questi ritmi ogni giornata, probabilmente si parlerà di squadre ancora più forti, come ad esempio quella del suo recente passato.