Cos'è A22? Profilo e obiettivi della compagnia connessa alla Superlega
La Superlega non è morta. Anzi, è più viva che mai e promette di tornare presto.
La nomina di Bernd Reichart a CEO di A22 ha fatto ribalzare agli onori della cronaca il progetto che appena 18 mesi fa sconvolse il mondo del pallone. La proposta naufragò nel giro di 48 ore poiché considerata esclusiva ed escludente da parte dei tifosi, che non vedevano riconosciuto quel principio di meritocrazia che dovrebbe essere alla base di qualsiasi sport.
Il format originario della Superlega non è mai stato molto chiaro, ma di base prevedeva la partecipazione in pianta stabile di 15 top club mondiali, più qualche squadra che di anno in anno sarebbe stata invitata a presenziare al torneo.
La reazione degli appassionati - dove per appassionati si allarga il discorso anche a ex giocatori e allenatori - è stata tanto immediata quanto poderosa. Invasioni degli stadi e cortei per le strade sono state le forme di protesta più gettonate, ma c'è anche chi ha messo in scena un vero e proprio funerale al calcio.
Il mondo del calcio ha respinto la Superlega in maniera forte e categorica, come un bambino si rifiuta di mangiare i broccoli. Una simile precisa presa di posizione, unita all'abbandono della nave da parte di gran parte dei club coinvolti, ci aveva fatto erroneamente credere che questo delirio di onnipotenza da parte di alcuni ribelli fosse stato stroncato sul nascere.
Le premesse e la mission di A22
Proprio come in quei film di supereroi in cui si crede che il super-cattivo sia stato sconfitto ma che poi, nella clip successiva ai titoli di coda, chiude il pugno dimostrando di essere vivo e più arrabbiato che mai, allo stesso modo la Superlega non si è mai arresa. Juventus, Barcellona e Real Madrid, ossia le uniche squadre che continuano ad appoggiare apertamente il progetto, stanno pensando a un modo per rilanciarla e ben presto ne sentiremo di nuovo parlare.
L'ultima mossa per la riproposizione della Superleague è stata la nomina di Bernd Reichart a CEO di A22, la società di sviluppo sportivo commerciale che è di fatto il cervello dell'intera operazione. Si possono scoprire i propositi di A22 semplicemente cliccando sul loro sito. La home page si presenta come calma e accogliente, non si direbbe mai che tramano per sovvertire lo status quo del calcio mondiale.
"Football can do better", è il motto che campeggia. Il calcio non sta esprimendo tutto il suo potenziale, presenta delle grosse debolezze e per questo è bene che il sistema cambi. Non si tratta di semplici illazioni, a supporto di questa tesi ci sono anche dei dati statistici:
- Perdita di interesse da parte dei fan: il 40% dei ragazzi tra i 16 e i 24 anni dice di non seguire il calcio;
- Le nuove riforme non aiutano: presto il numero di partite salirà da 125 a 189, con l'aumento che coinvolgerà solo i gironi delle competizioni europee e non le fasi a eliminazioni diretta [che secondo la Superlega sarebbero quelle a generare maggior interesse ndr];
- L'accesso al calcio, live o in tv, diventa sempre più costoso: in alcuni paesi gli abbonamenti sono diventati esorbitanti, serve aumentare l'engagement dei fan e abbassare i costi.
L'articolo prosegue con numerosi attacchi - neanche troppo impliciti - alla UEFA, rea di monopolizzare il panorama politico calcistico, di dividere in maniera arbitraria e poco trasparente i proventi delle competizioni europee e di investire inadeguatamente nel movimento femminile.
A22 Sports Management si pone l'obiettivo di offrire un'alternativa ai club insoddisfatti dell'UEFA e di proporre nuovi concept per il calcio europeo. Per realizzarlo, stanno: "avviando un ampio dialogo sullo stato attuale dell'ecosistema calcistico con tifosi, club, giocatori, allenatori, associazioni, leghe e istituzioni politiche". La speranza è di sviluppare: "un modello di sport sostenibile per le competizioni europee per club che rifletta al meglio gli interessi comuni e di lungo termine sia dei fan sia della comunità calcistica nel suo complesso".
A moderare questo confronto sarà il nuovo CEO di A22, Bernd Reichart, il quale ha già dichiarato che "I problemi del calcio non si risolveranno da soli", facendo così intendere un modus operandi improntato all'azione, non all'attesa.
Background e curriculum di Bernd Reichart, il nuovo CEO di A22
Tedesco, 48 anni e una forte esperienza nel mondo dei media e dello sport, a Reichart spetterà il compito di esaudire il sogno di Juventus, Real Madrid e Barcellona convincendo tifosi e addetti ai lavori della validità della Superlega.
I primi incarichi di Reichart riguardano il marketing sportivo. Dopo la laurea ad Amburgo, si è infatti trasferito a Madrid, dove ha ricoperto il ruolo di Marketing Manager per Sportfive. Lì ha avuto modo di stringere i primi contatti con il Real.
Nell’ottobre 2004 è diventato Head of Investor Relations di Antena 3 (oggi Atresmedia) e dopo appena 3 anni è stato promosso a Managing Director Multichannel, occupandosi di 5 canali tv in chiaro. Ricopre questa carica fino al 2013, quando fa ritorno in Germania per diventare nuovo Direttore Generale di VOX.
Dal 2019 al 2021 è stato Amministratore Delegato di RTL Deutschland, uno dei maggiori gruppi di emittenti private in Europa. Prima di diventare CEO di A22, Reichart è stato anche membro del comitato direttivo di Bertelsmann, società di media, servizi e educazione presente in circa 50 paesi nel mondo.
In che modo la nomina di Reichart può rialimentare la Superlega?
La scesa in campo di Bernd Reichart mette dalla parte della Superlega un manager che, oltre a disporre di un'esperienza davvero notevole, può vantare diverse conoscenze nel mondo dei media, un settore di cui conosce alla perfezione le logiche.
In effetti la nomina del tedesco - ossia di un professionista dal background mediatico - si allinea alla visione del progetto che mira a trasformare il calcio in uno spettacolo appetibile a un pubblico il più vasto possibile.
Reichart sa come far vendere e far rendere i propri programmi, sa come smussare aspetti che alla gente comune non piacciono: basti pensare che ha già eliminato la matrice elitaria della Superlega, promettendo una partecipazione più democratica (si parla addirittura di un torneo con promozioni e retrocessioni). È possibile che anche il naming del torneo venga cambiato visto che ormai il grande pubblico lo associa a quella proposta contro la quale ha protestato fortemente.
Decisivo per lo sviluppo futuro della Superlega sarà il responso della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, entro il 2023, si esprimerà sul ruolo dell'UEFA nel panorama calcistico europeo. Se la sentenza ne evidenzierà una forma di monopolio, allora il progetto Superleague è destinato a riemergere dalle proprie ceneri molto presto.
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